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L’analisi. Le prime scadenze per il neo ministro Balduzzi: dal Patto per la Salute ai nuovi Lea

di Cesare Fassari

Forte di un generale apprezzamento (Regioni, sindacati, professioni e politica), il neo ministro alla Salute avrà tuttavia ben poco tempo per godersi la nomina. Sul suo tavolo scadenze drammatiche con una sanità a rischio sostenibilità

17 NOV - Al neo ministro della Salute Renato Balduzzi si prospetta un’agenda di lavoro estremamente articolata. Prima di tutto la partita tutta da giocare con le Regioni per il Patto della Salute 2012, per il quale la manovra economica di luglio prevede una scadenza precisa: il 30 aprile del prossimo anno.
 
Se entro quella data non ci sarà l’intesa sul nuovo Patto scatteranno infatti in automatico tutte le misure per il contenimento della spesa sanitaria previste dalla manovra. Nuovi ticket, per i quali il ministero della Salute ha già preparato un dossier top secret per ridefinirne ambiti di applicazione e regime di esenzione. Ma anche prezzi di riferimento per beni e servizi, tagli alla spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale e tetto ai dispositivi medici.
Una partita difficile che Balduzzi giocherà con la supervisione dello stesso Mario Monti, in qualità di ministro ad interim dell’Economia, e che sarà decisiva per capire quale via prenderanno i rapporti tra Governo e Regioni mai stati così difficili come nel triennio del governo Berlusconi.
 
Al secondo posto figurano senza dubbio i nuovi Livelli essenziali di assistenza, attesi da quando il Governo Berlusconi cancellò quelli messi a punto dal ministro Livia Turco poche settimane prima della fine della legislatura. Un nuovo elenco richiesto a gran voce da molte associazioni dei pazienti ma anche dalle Regioni, per verificarne l’impatto in termini di sostenibilità economica. Nuovi Lea che non potranno non tener conto anche di quei nuovi bisogni di assistenza a cavallo tra sanità e sociale da sempre sottostimati a partire dalla non autosufficienza.
 
Al terzo posto c'è poi la sfida per dare un via definitivo al riassetto della medicina territoriale per il quale l'ex ministro Fazio aveva messo a punto un provvedimento, già discusso con i sindacati e al vaglio delle Regioni, per riformare l'art. 8 del dlgs 229 prevedendo H24, nuovo sistema di remunerazione per i medici e lavoro di equipe obbligatorio nelle strutture sanitarie extraospedaliere. Un contesto entro il quale dovrà trovare anche attuazione quella nuova farmacia dei servizi deliberata per legge ma mai attuata realmente sul territorio.
 
Ma Balduzzi avrà anche altre gatte da pelare. In Parlamento, dove giacciono diversi provvedimenti, dal governo clinico al testamento biologico fino al ddl “omnibus” del suo predecessore Fazio, per i quali bisognerà vedere quale sarà il possibile iter e soprattutto quali saranno le reali intenzioni del nuovo Esecutivo su tematiche (soprattutto governo clinico e testamento biologico) che fino ad oggi hanno diviso le forze politiche e gli addetti ai lavori.

 
Un impegno arduo, dicevamo, per il quale, il fino a oggi presidente dell’Agenas, potrà sfruttare tutta la sua esperienza della “macchina” ministeriale, essendo stato Capo ufficio legislativo alla Salute per diversi anni durante il dicastero Bindi. Anni caratterizzati soprattutto dal varo della riforma ter (Dlgs 529 del 1999), al quale lo stesso Balduzzi diede un contributo determinante presiedendo l’apposita Commissione ministeriale istituita per la messa a punto del provvedimento.
 
La notizia nella notizia, infine, è certamente quella del mantenimento dell’autonomia del ministero della Salute che, fino a pochi giorni fa, si dava per molto improbabile. Contro il suo accorpamento al Welfare si erano del resto schierati moltissimi osservatori e tutto il mondo della sanità. Una buona notizia per gli addetti e, consentitemelo, per i cittadini.

Cesare Fassari


 

17 novembre 2011
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