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Assemblea PD il 19 maggio. In caso di elezioni anticipate sarà Gentiloni il candidato premier. Ma resta da sciogliere il nodo delle liste


I dem provano a riorganizzarsi. All'ordine del giorno della prossima Assemblea, le dimissioni dell'ex segretario Matteo Renzi e la scelta di un nuovo segretario. Potrebbe infatti non esserci tempo per la convocazione di un congresso. L'intesa di massima dovrebbe essere quella di Martina segretario e Gentiloni candidato premier. Resta tutta aperta la questione delle liste. Se da una parte l'ex segretario chiede di lasciarle inalterate rispetto al 4 marzo, dall'altra le minoranze spingono per modificarle anche alla luce del risultato elettorale.

08 MAG - Il rischio di poter tornare al voto già il prossimo luglio ha messo in allarme il Partito Democratico. Ed ha preso il via oggi la road map che porterà il partito a riorganizzarsi in vista del prossimo, probabile, appuntamento elettorale. Assemblea nazionale sabato 19 maggio e pieno sostegno al Presidente della Repubblica Sergio Martarella nella sua proposta di un governo neutrale. Questi i due punti decisi nel vertice al Nazareno tra il segretario reggente Maurizio Martina e i big delle diverse aree del partito.
 
All'ordine del giorno della prossima Assemblea, le dimissioni dell'ex segretario Matteo Renzi e la scelta di un nuovo segretario. Potrebbe infatti non esserci tempo per la convocazione di un congresso. Un'intesa di massima pare sia stata raggiunta già oggi con la conferma di Maurizio Martina come segretario e la scelta di Paolo Gentiloni come candidato premier. Resta invece tutta aperta la querelle sulle liste elettorali. In caso di voto anticipato, Renzi chiede che le liste rimangano immutate, o comunque con modifiche molto limitate, rispetto a quelle dello scorso 4 marzo. Di tutt'altro avviso le minoranze interne al partito che chiedono invece più spazio proprio alla luce del risultato più che deludente dell'ultima tornata elettorale. Ma non è detto che vi sia tempo per rimaneggiare in maniera pesantemente le liste.
 
Altro tema che dovrà essere affrontato è quello legato alle alleanze. Per la prima volta il PD, partito nato con una vocazione di governo all'interno di uno schema parlamentare di tipo maggioritario e bipolare, dovrà fare i conti con risultati che lo relegano al terzo posto, lontano da ogni possibilità di governo e con la necessità di creare una coalizione che possa permettergli di ottimizzare il proprio risultato elettorale. Da qui una prima idea di un'alleanza che vada da LeU a tutto ciò che resta del Centro.
 
G.R.

08 maggio 2018
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