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Def. Risoluzione di maggioranza nei prossimi giorni in Parlamento. Previsto rispetto impegni UE e sterilizzazione aumento Iva


Questo l'impianto della risoluzione che approderà martedì nelle Aule di Camera e Senato. Un testo che resterà aperto a possibili modifiche e che impegna l'Esecutivo ad "assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia", ovvero per trovare i 12,4 miliardi necessari per evitare l'aumento dell'Iva e delle accise che scatterebbe dall'anno prossimo. Il provvedimento conterrebbe inoltre l'invito a "riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei sui saldi di bilancio".

17 GIU - Il Documento di economia e finanza tornerà ad impegnare le aule parlamentari la prossima settimana. È attesa infatti per il prossimo martedì a Montecitorio e Palazzo Madama la risoluzione di maggioranza del Def che dovrebbe contenere sia la sterilizzazione delle clausole Iva che che il rispetto degli impegni UE riguardo i vincoli di bilancio.
 
Il documento dovrebbe estendere il periodo di programmazione fino al 2020, anno in cui è previsto il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale. E, come dicevamo, conterrà gli stanziamenti necessari ad evitare il possibile aumento delle aliquote Iva a partire dal 2019. Una misura sulla quale si sono esposti nelle ultime settimana sia il vicepremier Luigi Di Maio che il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia. Per l'Iva si dovranno dunque trovare coperture per 12,4 miliardi, a cui, con ogni probabilità, si dovranno poi aggiungere altri 3,5 mld al fine di perseguire il pareggio di bilancio come previsto dal “Six pack” e, infine, ulteriori 2,6 mld per coprire una serie di spese non differibil.
 
Nessun problema di numeri in Parlamento per M5S e Lega. Quanto alle opposizioni, il Pd ha fatto sapere che voterà la risoluzione solo nel caso in cui ci si limiti a disinnescare le clausole di salvaguardia e a negoziare con Bruxelles margini sul deficit per il 2019 garantendo comunque una graduale 
riduzione. 
 
Atteso poi, sempre entro giugno, anche il primo provvedimento del governo, che sarà sostanzialmente a costo zero. Si tratta del decreto dignità già annunciato da Di Maio. Conterrà misure per i lavoratori e per le imprese: lo stop a spesometro, redditometro e studi di settore, in realtà già destinati ad andare in soffitta dal 2019. Misure per disincentivare le delocalizzazioni: chi prende fondi pubblici non potrà andare all'estero. Revisione del Jobs Act e lotta alla precarietà. Previsto, infine, lo stop alla pubblicità del gioco d'azzardo per contrastare la piaga della ludopatia.
 
Dovrebbero poi arrivare entro agosto, come anticipato da Garavaglia, sia la mini flat tax per le partite Iva e che l'anticipo del meccanismo di pace 
fiscale
, misura sulla quale si punta per reuperare quelle risorse necessarie a garantire coperture per l'avvio della vera flat tax per le imprese a partire dal 2019. Solo successivamente si parlerà invece della "dual" tax per le famiglie, con aliquote del 15% fino ad 80 mila euro e e del 2'% per i redditi superiori.
 
Giovanni Rodriquez

17 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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