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Aggressioni ai sanitari. Cgil in audizione alla Commissione Sanità: “Piani prevenzione aziendali e commissioni paritetiche”


Queste le due proposte principali del sindacato, che ha anche polemizzato con il ministro della Salute: “Il Parlamento ci ha ascoltato, a differenza di ciò che fa il ministro Grillo”

13 FEB - "Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in continuo aumento e sta assumendo una dimensione preoccupante che incide non solo sulle persone colpite ma su tutto il sistema. Un fenomeno che va affrontato mettendo in campo misure per prevenirlo, per quanto possibile, e per garantire la sicurezza sul lavoro".
 
Ad affermarlo oggi Cgil e Fp Cgil nel corso dell'audizione  informale presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, nell'ambito dell'esame del disegno di legge in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie.
 
 
In primo luogo, hanno osservato Cgil e Fp Cgil dopo aver riportato i risultati di una indagine dell'Università Bocconi che rileva un forte incremento del fenomeno, "occorre inserire un obbligo da parte delle aziende di elaborare programmi di prevenzione della violenza. È analogamente auspicabile la costituzione di commissioni paritetiche, tra sindacati e aziende, con il compito di individuare l'implementazione delle azioni e delle misure necessarie per un programma antiviolenza".

Commissioni che, hanno aggiunto, "oltre alla prevenzione dovranno prevedere, a partire dalla predisposizione di un team, costituito da personale dedicato, addestrato a gestire situazioni critiche e alla mediazione dei conflitti, di: diffondere una politica di tolleranza zero verso atti di violenza; incoraggiare il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi, anche grazie a specifici momenti formativi; facilitare il coordinamento con le Autorità di pubblica sicurezza per fornire un valido supporto per identificare le strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari; assegnare la responsabilità della conduzione del programma a soggetti o gruppi di lavoro addestrati e qualificati e con disponibilità di risorse idonee; valutare la necessità di installare, e mantenere regolarmente in funzione, impianti di allarme o altri dispositivi di sicurezza nei luoghi dove il rischio è elevato".
 
 
Analogamente al contesto sanitario, però, hanno sottolineato Cgil e Fp Cgil, "gli episodi di violenza ed aggressione sono in rapido aumento anche nei servizi sociali, comunali, di accoglienza e integrazione. Sarebbe bene, in questa discussione, ricomprendere anche questi aspetti che vanno affrontati in modo analogo in tutti i servizi di welfare. Non pensiamo certo di assecondare logiche securitarie, quanto piuttosto di facilitare le condizioni per creare contesti adeguati allo svolgimento di attività delicatissime, che riguardano le condizioni di salute, di cittadinanza e persino la sopravvivenza delle persone".
 
Il sindacato, infine, "nel ringraziare il Parlamento per aver ascoltato le organizzazioni sindacali, a differenza di ciò che fa il ministro Grillo, auspica l'apertura di un percorso di confronto in tutti i territori e in tutte le aziende che possa consentire di raggiungere, in modo partecipato e attento ai reali bisogni degli operatori e dei cittadini le misure e le azioni necessarie a prevenire e affrontare queste situazioni", hanno concluso Cgil e Fp Cgil.

 

13 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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