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Farmacie rurali. “In crisi per spopolamento e calo spesa farmaceutica convenzionata. Grillo scongiuri loro chiusura”. L’interrogazione di FdI


"La chiusura delle farmacie rurali avrebbe conseguenze gravissime soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, poiché priverebbe i soggetti più fragili dei servizi fondamentali di prevenzione, assistenza e supporto che queste strutture forniscono in aree delicate del nostro Paese. In particolare, i malati cronici e gli anziani rischiano di essere abbandonati". Questo l'allarme lanciato dai deputati di FdI Ciaburro, Caretta e Gemmato. IL TESTO

05 MAR - Nella seduta d’Assemblea dello scorso 1 marzo Monica Ciaburro, Maria Cristina Caretta e Marcello Gemmato, esponenti del Gruppo FdI, hanno rivolto al Ministro della Salute un’interrogazione finalizzata a sollecitare un potenziamento del servizio offerto dalla farmacie rurali tenuto conto delle sempre maggiori difficoltà che questi esercizi incontrano nell’espletamento della propria attività.
 
Gli interroganti hanno a tal fine evidenziato che le farmacie rurali, sebbene svolgano un un'importante funzione sociale per circa 10 milioni di cittadini, rappresentando spesso l'unico presidio sanitario esistente sul territorio, rischiano oggi di non poter proseguire la propria attività in ragione a problematiche riferite al fatturato e alla gestione.
 
Come sottolineato nell’atto di sindacato ispettivo, le cause della crisi che affligge le farmacie rurali vanno individuate sia nel progressivo spopolamento delle zone e dei comuni nei quali operano, sia nel calo della spesa farmaceutica convenzionata, e quindi nella conseguente impossibilità di erogare i medicinali dispensati dal Servizio sanitario nazionale.
 
La chiusura delle farmacie rurali avrebbe conseguenze gravissime soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, poiché priverebbe i soggetti più fragili dei servizi fondamentali di prevenzione, assistenza e supporto che queste strutture forniscono in aree delicate del nostro Paese. In particolare, i malati cronici e gli anziani rischiano di essere abbandonati a loro stessi, privati di un punto di riferimento per la loro salute e costretti, in condizione di salute precaria, a fare chilometri di strada per una terapia o un medicinale;
 
In tal senso gli interroganti hanno chiesto al Ministro quali iniziative intenda porre in essere al fine di scongiurare la chiusura di questi vitali “presidi sanitari”, in modo tale da continuare a garantire un servizio pubblico così essenziale nei piccoli comuni del territorio.

05 marzo 2019
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