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Cannabis light. Al Senato due mozioni contrapposte: una di FI repressiva e una del PD liberal. Ma, pur di non prendere una posizione su un tema che li divide, Lega e 5 Stelle votano contro il Governo

di G.R.

Il pasticcio (almeno a noi così appare) matura ieri pomeriggio al Senato. Sulla cannabis legale Lega e 5 Stelle la vedono molto diversamente e in questa incrinatura si sono infilati FI e PD con due mozioni di segno opposto. Bartolazzi prova a prendere le distanze ma quando le sue proposte di riformulazione vengono accolte solo dal PD per i parlamentari di maggioranza si crea un problema. Ecco come è andata a finire

07 MAR - La cannabis light è uno di quei temi sui quali Lega e 5 Stelle hanno idee opposte. Da una parte il partito di Salvini non ha mai nascosto la sua diffidenza verso i numerosi shop di cannabis legale spuntati come funghi in tutta la penisola, dietro i quali vede il rischio di una deriva verso il consumo di cannabis illegale ed esprimendo comunque forti dubbi sul fatto che la stessa light sia del tutto innocua.
 
Dall’altra i 5 Stelle, in primis la stessa ministra Grillo, che interrogata in proposito dopo il parere del Css (ante rinnovo) che aveva posto dei dubbi sulla innocuità della light dichiarava che “non c’è emergenza o prova di nocività che giustifichi le chiusure (degli shop di cannabis legale, ndr.), convenendo semmai sulla necessità di una più precisa regolamentazione del settore.
 
In questa incrinatura tra i due partiti di maggioranza si sono infilate ieri al Senato due mozioni parlamentari, una di Forza Italia (filo idee della Lega) e una del Pd (filo idee dei 5 Stelle).
 
Chiamato ad esprimersi per il proprio parere, il Governo, (sottosegretario Bartolazzi), ha provato in qualche modo a lavarsene le mani definendo il tema particolarmente complesso e sottolineando l'impossibilità di assumere impegni specifici in proposito, in un senso o nell’altro, "in assenza dei necessari approfondimenti, sia di natura giuridica che scientifica, i quali non a caso, per quanto siano stati avviati già sul finire della scorsa legislatura (vedi parere Css, ndr.), non sono tuttora pervenuti a una univoca conclusione".
 
Quindi parere negativo su tutte e due le mozioni a meno che i presentatori delle mozioni non accettino alcune riformulazioni che in qualche modo sfumerebbero i testi. Ma qui inzia il pasticcio (almeno a noi così pare).
 
Mentre Forza Italia, senatore Mallegni, decide di non accettare le modifiche, la prima firmataria della mozione del PD, Paola Boldrini, accetta le riformulazioni avanzate da Bartolazzi.

La maggioranza, per attenersi al parere del Governo, sembrerebbe non avere scelta: approvare la mozione PD riformulata e bocciare contestualmente quella di Forza Italia.
 
E invece, alla fine, la scelta sarà quella di bocciarle tutte e due, andando di fatto contro il parere del Governo che aveva espresso il suo sì al testo delle mozioni qualora fosse stato riformulato (come avvenuto per quella del PD).
 
Come interpretare quanto accaduto? Tre le ipotesi sulle quali abbiamo avuto parziali conferme in ambienti parlamentari e di Governo: errore tecnico, non ci si sarebbe accorti del fatto che, essendo stata riformulata, la mozione del Pd avesse il placet del Governo; scelta consapevole (1), per evitare di far pendere la bilancia sulle tesi di una delle due componenti del Governo a discapito dell’altra si preferisce dire non a tutte e due; scelta consapevole (2), probabilmente più imputabile ai 5 Stelle che alla Lega, voto negativo a tutte e due perché in fondo è meglio bocciare qualsiasi cosa provenga dall’opposizione per segnare ancora una volta la propria autonomia e diversità con i “vecchi” partiti, anche se ci fosse assonanza di contenuti.
 
Il risultato - per quanto una mozione approvata o bocciata sposti poco in termini legislativi (non si contano le mozioni parlamentari alle quali non è mai stato dato un seguito fattivo) – è che sul tema della cannabis light non si è deciso nulla, né in un senso né in un altro.
 
In ogni caso, per la cronaca, questo il contenuto delle due mozioni: 
- la mozione di FI impegnava il Governo su 5 punti: emanare urgentemente un provvedimento per la sospensione della commercializzazione di tutti i prodotti della cannabis light; attivarsi con urgenza prevedendo una regolamentazione più stringente delle modalità di coltivazione e commercializzazione della canapa; alutare l'opportunità di destinare in altro modo le risorse economiche di cui al comma 1 dell'articolo 6 della legge n. 242 del 2016 (aiuti di Stato fino ad un massimo di 700.000 euro, per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa); emanare urgentemente il decreto ministeriale per definire i livelli massimi di residui di Thc ammessi negli alimenti; e verificare se le condotte della "Cannabis businnes school" siano conformi alle prescrizioni di legge.
 
- la mozione del Pd impegnava il Governo su 4 punti: provvedere alla riorganizzazione organica della materia relativa alla filiera agroindustriale della canapa per garantire a tutti gli operatori del settore una normativa certa cui attenersi, nonché confutare falsi timori in materia, derivanti da pregiudizi senza alcun fondamento scientifico; definire, con decreto del Ministero della salute, i livelli massimi di residui di Thc ammessi negli alimenti; favorire il reale sviluppo di intese sia per quanto riguarda le produzioni alimentari, sia quelle tessili, sia quelle impiegate nel settore della bioingegneria; e adottare ogni iniziativa finalizzata all'assegnazione delle risorse individuate dalla legge n. 242 del 2016 (aiuti di Stato fino ad un massimo di 700.000 euro, per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa) alle finalità dalla stessa indicate.
  
Da annotare infine un colorito 'siparietto' tra il senatore azzurro Maurizio Gasparri ed il sottosegretario Bartolazzi. Durante il suo intervento sulla mozione Gasparri aveva espresso alcuni dubbi sui reali motivi della smobilitazione del precedente Consiglio superiore di sanità: "Il Consiglio superiore di sanità, poi smantellato (non so se anche perché aveva espresso una sua libera opinione), aveva segnalato dei pericoli". Immediata la replica del sottosegretario: "Questa è una cosa che mi lascia un po' perplesso, perché equivale a dire che il gruppo di scienziati arruolati oggi nel Consiglio superiore di sanità sono verosimilmente tutti proni all'uso della cannabis. Tranquillizzo quindi il senatore Gasparri che mi occuperò personalmente di far fare l'analisi del capello a tutti i componenti del Consiglio superiore di sanità, qualora fosse necessario".
 
Giovanni Rodriquez

07 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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