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Decreto Calabria/1. Fimmg: “Subito un tavolo per riqualificare percorso di formazione. Ma anche Atto di indirizzo e Acn”


Positiva l’approvazione del Decreto, testimonia la volontà di dare risposte alla carenza di Mmg, mantenendo la necessità di un percorso formativo di tre anni. Una vera evoluzione verso contratti di formazione-lavoro. Ma per la Fimmg l’approvazione del Decreto chiama in causa le Regioni per chiudere rapidamente l'Atto di indirizzo e l'Acn. In caso contrario si dichiarerà lo stato di agitazione

20 GIU - “L’approvazione del Decreto Calabria è certamente una notizia positiva, mette in luce la volontà del ministero della Salute di rispondere alla carenza di medici nella Medicina Generale mantenendo la necessità di un percorso formativo di tre anni per rispondere alle esigenze crescenti di cure primarie dei cittadini italiani. Ora però non c’è da perdere tempo, quella prevista nel Decreto è solo una soluzione transitoria che affronta il problema per un triennio. Questo tempo va utilizzato per le soluzioni strutturali. È determinante aprire immediatamente un tavolo Ministero/Regioni per strutturare un percorso di riqualificazione della formazione in Medicina generale nell’ottica della “formazione-lavoro”, mettere in agenda la chiara definizione dei rapporti con l’Accademia del Corso di Formazione in Medicina Generale senza renderlo una specializzazione universitaria, ma riconoscendogli pari valore, anche nelle banalissima nomenclatura, non trascurare gli sforzi, le proposizioni e le progettualità già avanzate in questi ultimi anni dalla Simg, Società italiana della Medicina generale, sui contenuti e caratteristiche del ‘core curriculum’”.
 
Con queste parole il Segretario Generale Fimmg, Silvestro Scotti commenta l’approvazione in Senato del Decreto Calabria.
 
“La chiave è quella di un percorso di formazione/lavoro – aggiunge Scotti – evoluto verso il riconoscimento di un nuovo ruolo per la Medicina Generale, seguendo la ratio del Core Curriculum che definisce il percorso e i contenuti delle competenze cliniche e organizzative dei Medici di Medicina Generale. Professionisti che dovranno adattarsi ai tempi che ci aspettano, viste anche le curve demografiche della popolazione. Un obiettivo cogente alla luce della possibilità riqualificata proprio dal Decreto Calabria dell’ottenimento di incarichi da parte di medici durante il corso di formazione”.
 
Il segretario generale Fimmg sottolinea infatti come l’approvazione del Decreto abbia di fatto avviato, inoltre, il countdown per i prossimi tre anni: “Tempo limite entro il quale lavorare ad una variazione significativa dei modelli di accesso al corso di formazione, valutando nel punteggio oltre al risultato dei quiz sia titoli di studio (tesi di laurea o pubblicazioni in tema di Medicina generale) che quelli di servizio per l’attività già svolta, alla luce delle norme vigenti, nell’area della Medicina Generale. Vogliamo credere – prosegue Scotti – che non ci si accontenti di quanto definito e che piuttosto il Decreto Calabria, per la parte di interesse della formazione in Medicina Generale, rappresenti lo start up per una vera rivoluzione dell’approccio alla preparazione dei futuri medici delle famiglie italiane. Confermiamo la nostra volontà di partecipazione e proposta, sapendo però essere critici come già fatto per chiunque voglia solo creare sanatorie dequalificanti per un’area che invece per le sfide future che ci aspettano ha bisogno”.

Ma non è finita qui, la  Fimmg chiede risposte immediate dalle Regioni per l’Atto d’Indirizzo e Acn conseguente per la discussione sulle attività multiprofessionali del singolo medico di famiglia e per Bandi Concorso CFSMG 2019-2021.
 
“Alla Conferenza delle Regioni – aggiunge Scotti – voglio lanciare un messaggio preciso: non ci sono più impedimenti o ragioni che possano ritardare la produzione di un Atto d’Indirizzo che permetta ad horas di avviare la discussione sul tema della integrazione multiprofessionale del singolo medico che rappresenti la risposta elementare allo tsunami demografico e di cronicità conseguenti che aspetta le cure primarie garantendo la triade base per l’efficienza di tali processi di cure ovvero fiduciarietà, prossimità e domiciliarità”.
 
Il tema è quello dell’esigenza di affrontare da subito all’interno dell’Accordo collettivo nazionale lo sviluppo dei cosiddetti “micro team delle cure primarie”, unità fondamentali che ruotano attorno alla figura del Mmg affiancato da personale infermieristico, operatori socio-sanitari e amministrativo: “L’Atto d’Indirizzo deve regolare anche quanto previsto rispetto dalla nuova normativa sull’accesso dei giovani alla professione prima del completamento del Corso, garantendo un modello qualitativo adeguato per i cittadini con sistemi di partecipazione obbligatoria per questi giovani ai modelli associativi e organizzativi della Medicina di Famiglia. Così da realizzare il giusto passaggio di testimone generazionale che si sta prospettando.
Ultimo punto, ma forse primo per necessità di urgenza, è l’immediata decisione sul riparto del fondo per i posti aggiuntivi senza borsa previsti per il concorso già di quest’anno e la conseguente pubblicazione dei bandi regionali a cui dovrà seguire quella in GU del bando di sintesi nazionale che permette la proposizione delle domande da parte dei giovani medici.
 
“Appare evidente che di norma le Regioni pubblicavano i bandi tra febbraio e inizio marzo di ogni anno, con la conseguenza che il bando nazionale si pubblicava in maggio con i termini a giugno, esame di accesso a settembre e inizio del corso a dicembre. Se non vogliamo che le lamentazioni sulla carenza di medici appaiano solo ‘lacrime di coccodrillo’, sarà bene pubblicare entro giugno i nuovi bandi regionali, così da riuscire a pubblicare entro fine luglio il bando nazionale e prospettare un esame a novembre con inizio dei corsi entro l’anno. In caso contrario – ha aggiunto – tutto il tempo utilizzato per definire come i criteri di incremento dei partecipanti al corso sarà servito solo allo spostamento, saltando un anno dell’accesso formativo. Ergo, avremmo peggiorato e non migliorato la situazione”.

“Non possiamo non sottolineare che abbiamo finora avuto pazienza, fiducia e atteggiamento propositivo e di confronto. Tuttavia, le ultime determinazioni sugli atti di indirizzo economico della dirigenza medica, che non hanno visto coinvolto in maniera omogenea invece la Medicina di Famiglia, rappresentano uno schiaffo su cui non siamo pronti a porgere l’altra guancia. Metteremo insieme tutti questi temi e le nostre proposte/aspettative – prosegue Scotti – e valuteremo le risposte concrete e molto celeri da determinare entro sabato 6 luglio, data in cui abbiamo già convocato un Consiglio nazionale della Fimmg".

In assenza di riscontri concreti, ha chiosato Scotti, proporremo all’intera categoria di dichiarare lo stato di agitazione e lo sciopero, abbandonando la discussione su tavoli contrattuali che evidentemente non hanno la capacità di rappresentare la volontà del cambiamento ma solo quella di compressione di una categoria”.

20 giugno 2019
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