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Fase 2. Speranza chiede prudenza: “Epidemia ancora in corso, sono preoccupato. Pronti ad aperture nei territori che sono più pronti”


Il Ministro della Salute rinnova il suo appello alla responsabilità individuale dei cittadini e poi evidenzia come “noi vogliamo accelerare il più possibile ed il metodo di monitoraggio che abbiamo costruito sulle regioni ci consentirà anche di differenziare perché io credo che a un certo punto sia giusto immaginare di aprire di più i territori che sono più pronti e di avere più cautela in territori meno pronti”.

03 MAG - “Questa partita non si vince per decreto e la responsabilità individuale è fondamentale per questa seconda fase: il coronavirus non verrà mai battuto da un atto di governo e non basta un'ordinanza o un decreto, sono strumenti messi in campo che servono, ma quello che conta davvero e il comportamento di ciascuno e non potranno essere i controlli a determinare l'esito di questa sfida”. Il ministro della Salute Roberto Speranza a `Mezz'ora in +´ su Rai3 non si fida ancora e prosegue nel suo atteggiamento di massima prudenza nei confronti del Covid 19.
 
Il Ministro infatti non lo nasconde: “Prevale in me un sentimento di grande preoccupazione perché siamo ancora dentro la crisi, vorrei che non passasse il messaggio che è tutto finito e che da domani ripartiamo come se il virus non ci fosse mai stato. Purtroppo l'epidemia è ancora in corso anche se si sta in qualche modo riducendo, ma guai a pensare che è finito tutto. “Ora arriva una fase molto più difficile perché ci saranno molte più persone in giro e quindi rispettare le regole diventa ancora più decisivo, ma penso che il Paese sarà all'altezza”.
 
E per questo come un mantra ripete: “Ci vuole ancora la massima prudenza e quando firmiamo atti o dpcm non possiamo guardare all'umore del momento e non possiamo inseguire il consenso, ma abbiamo bisogno di fare scelte non facili e che probabilmente non ci porteranno consenso, ma la prudenza è fondamentale. Dobbiamo decidere sula base dei dati scientifici, che ci dicono che questo virus è ancora molto pericoloso”.
 
Poi ribadisce la bontà del metodo scelto per affrontare il virus. “Abbiamo scelto un metodo: abbiamo immaginato che la lettura di questa fase dell'epidemia da parte degli scienziati ci potesse guidare, poi è chiaro che la politica decide. Ma non possiamo decidere sulla base di un sentimento comune diffuso, bensì sulla base dei dati scientifici, che ci dicono che questo virus è ancora molto pericoloso”.
 
Sulle scuole Speranza è dispiaciuto per la chiusura ma avverte: “Mi pesa che le scuole non riaprano, ma se noi sbagliamo la misura di questo primo passo che parte domani rischiamo di azzerare e vanificare i sacrifici fatti finora”.
 
Rispetto invece alla Fase 2 precisa che il Governo ha “scelto di ripartire dal motore industriale del nostro paese perché tenere spento tale motore per troppo tempo avrebbe fatto pagare un prezzo enorme all'Italia, però i modelli dei nostri scienziati dicono che mantenendo la soglia di attenzione alta sul piano delle relazioni individuali e con le scuole chiuse si può gestire questa fase di riapertura tenendo l'indice di contagio R0 sotto il valore 1”.
 
Poi spiega il decreto con le regole per il monitoraggio e apre alle aperture differenziate: “Ho firmato giovedì scorso un decreto che ci consentirà di valutare l'evoluzione dell'epidemia in ogni singolo territorio sulla base di tre macro aree e 21 criteri specifici con delle soglie di allarme che ci diranno in ogni singolo territorio esattamente quello che sta avvenendo. Con questo metodo - ha concluso - dovremmo leggere le prossime settimane. Sicuramente il primo passaggio che abbiamo già indicato è quello del 18 maggio e poi ci saranno altre scadenze, però voglio ribadire che noi vogliamo accelerare il più possibile ed il metodo di monitoraggio che abbiamo costruito sulle regioni ci consentirà anche di differenziare perché io credo che a un certo punto sia giusto immaginare di aprire di più i territori che sono più pronti e di avere più cautela in territori meno pronti”.
 
Ma il Ministro ha anticipato anche il suo piano per la sanità da inserire nel prossimo decreto legge: “Nel prossimo decreto faremo un investimento straordinario molto significativo in termini economici sul rafforzamento della nostra rete di assistenza territoriale: la nostra sanità dovrà essere in queste settimane sempre più forte e più capace di offrire domiciliarità ed assistenza sul territorio, e metteremo molte risorse per rendere permanenti i Covid Hospital perché gli ospedali misti tendono ad amplificare i contagi”.
 
Infine una battuta anche sulle mascherine. “Ci vuole ancora la massima attenzione: l'utilizzo della mascherina non è salvifico e non deve passare il messaggio `ho le mascherine quindi sono immune’. Bisogna rispettare tutte le regole messe in campo: il distanziamento sociale e le regole igieniche fondamentali come il lavarsi spesso le mani”.
 

03 maggio 2020
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