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Che fine ha fatto il Sunshine Act?

di Domenico Della Porta

A 14 mesi dalla sua approvazione alla Camera si sono perse le tracce del provvedimento che introduce obblighi di trasparenza dei dati di interesse collettivo nei rapporti tra imprese produttrici e operatori sanitari.

08 GIU - Sono trascorsi quattordici mesi da quando la Camera dei Deputati ha inviato al Senato la proposta di legge approvata all’unanimità, con la sola eccezione dell’astensione di Forza Italia, che introduce obblighi di trasparenza dei dati di interesse collettivo nei rapporti tra imprese produttrici e operatori sanitari, cosiddetto “Sunshine Act”. Sarebbe il caso di recuperare il provvedimento anche in considerazione dei recenti episodi di corruzione in sanità che sono stati segnalati dalla cronaca proprio in questi ultimi giorni.
 
“Peraltro, ha precisato Massimo Enrico Baroni, primo firmatario del pdl a Montecitorio, non ci sarebbero nemmeno consistenti emendamenti che potrebbero rallentarne l’iter, al testo in esame al Senato, a cui è stata assegnata la sede redigente. Si tratta di un provvedimento di fondamentale importanza, ha aggiunto il parlamentare del M5S, che garantisce il diritto alla conoscenza delle transazioni intercorrenti tra le imprese e i soggetti che operano nel settore della salute, dando piena attuazione ai princìpi contenuti negli artt. 32 (tutela della salute) e 97 (efficienza ed imparzialità della pubblica amministrazione) della Costituzione. Lo scopo della pdl “Sanità trasparente” è quello di prevenire e contrastare la corruzione e il degrado dell'azione amministrativa nel settore sanitario, puntando un faro sui trasferimenti di valore e sugli accordi presenti in questo delicato e vitale comparto.
 
Per Baroni la Sanità trasparente punta una particolare attenzione sui legami di interesse tra: 1) le imprese produttrici 2) soggetti che operano nel settore della salute 3) le organizzazioni sanitarie. A tal fine le imprese produttrici dovranno rendere pubbliche tutte le transazioni finanziarie (convenzioni e erogazioni in denaro, beni, servizi o altre utilita') con un valore unitario maggiore di 50 euro o un valore complessivo annuo maggiore di 500 euro effettuate verso un soggetto che opera nel settore della salute.”
 
Qualche anticipazione. Quando le transazioni finanziarie sono a favore delle organizzazioni sanitarie, l'obbligo di comunicazione scatta per un valore unitario maggiore di 500 euro o un valore complessivo annuo maggiore di 2.500 euro. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento, dovrà essere istituto nel sito internet istituzionale del Ministero della salute il registro pubblico telematico denominato 'Sanita' trasparente' dove saranno pubblicati, in distinte sezioni, tutti i dati risultanti da tali comunicazioni. Nell' ipotesi, infine, in cui siano fornite dall' impresa produttrice notizie false nelle comunicazioni si applica la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 5.000 a 100.000 euro.
 
I carabinieri dei NAS e la Guardia di Finanza accertano le irregolarità ed omissioni informando il Ministero della Salute introiti: gli introiti derivanti dalle sanzioni sono destinati per metà al Ministero della Salute e per l’altra metà al potenziamento dell’attuazione della presente legge.
 
“Si tratta di un grande risultato, frutto di una battaglia storica del M5S per portare nuove regole nella sanità, che contrastino la corruzione e garantiscano il diritto alla salute di tutti i cittadini", ha precisato Nicola Provenza, relatore del testo iniziale. Siamo vicinissimi a una svolta storica anche dal punto di vista culturale, perché stabiliamo il principio della trasparenza diffusa nel sistema sanitario e perché garantiamo il diritto all' informazione per tutti i cittadini. In questo modo sarà possibile sterilizzare tutti i possibili conflitti di interesse che minacciano la salute dei pazienti. Per troppo tempo i rapporti tra pubblico e privato hanno vissuto nell' opacità a discapito della meritocrazia e della contendibilità delle carriere. Ma con questa legge, che ora aspetta il via libera del Senato, anche nel mondo della sanità tutti dovranno agire alla luce del sole e in piena trasparenza".
 
Per i due parlamentari pentastellati per rendersi conto delle dimensioni del fenomeno basta considerare che ad oggi, secondo quando riportato dalla stampa, si contano 129 casi di corruzione in sanità ogni anno, circa uno ogni tre giorni.
 
“Questo rapporto con l’industria - conclude Provenza - viene affrontato nel modo giusto, non criminalizzandolo, ma facendo emergere il contenuto del rapporto stesso, dietro al quale si nasconde, a volte, anche altro. Il tema della corruzione in sanità è centrale, ma è finito un po’ in un cono d’ombra. Intervenire su questo punto significa recuperare potenziali risorse rivolte ad incrementare servizi assistenziali, e in questi mesi abbiamo sperimentato quanto indispensabili. Non generici intenti morali, quindi, bensì risultati concreti per i cittadini”.
 
Si tenga presente che la proposta di legge in esame al Senato non ha costi per lo Stato e introduce il principio, anche culturale, di trasparenza totale. Le aziende farmaceutiche e produttrici di dispositivi medici saranno obbligate a pubblicare tutti i finanziamenti, diretti e indiretti, verso gli operatori sanitari, altrimenti pagheranno multe di 20 volte il valore dell'omessa dichiarazione. Grazie a uno strumento di whistleblowing, inoltre, proseguono i portavoce, vengono incoraggiate le segnalazioni su chi non rispetta l'obbligo. 
 
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali Università di Salerno

08 giugno 2020
© Riproduzione riservata

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