Smi: "Dal governatore Emiliano da mesi nessun provvedimento concreto, solo parole"
08 MAR - Il Sindacato dei Medici Italiani registra amaramente l’ennesima aggressione ai danni di una guardia medica, questa volta in provincia di Lecce a Taviano. La protesta di
Nunzia Pia Placentino, Consigliere nazionale Smi: “La dottoressa è stata chiamata per una visita a domicilio e una volta presso l'abitazione del paziente è stata aggredita in un tentativo di violenza sessuale. Una spirale di paura ormai attanaglia i medici e in particolare le donne. Un episodio in questo caso denunciato, perché purtroppo tanti non vengono denunciati per paura o pudore”.
“A fronte di segnalazioni, dossier sulle condizioni fatiscenti delle sedi del Servizio di Continuità assistenziale (ex guardia medica), diffide e progetti sulla sicurezza presentati in Regione - aggiunge Placentino - nessun segnale è arrivato né dalle Aziende Sanitarie né dalla Regione. Lo Smi, da sempre in prima linea per la sicurezza, ha segnalato più volte alle varie aziende sanitarie pugliesi lo stato di degrado e di mancanza dei requisiti minimi di sicurezza. Abbiamo chiesto alla regione e alle Asl, da tempo, che le sedi vengano presidiate con un servizio di guardia giurata armata che accompagni i medici anche a domicilio. Ci viene risposto che non ci sono i soldi. Quindi prendiamo atto che non ci sono risorse per una sanità sicura, per permettere di lavorare in ambulatori adeguati e sicuri; per garantire ai cittadini onesti che solo chiedono un servizio di assistenza da parte di un medico, che, invece, prima di tutto deve valutare se c'è pericolo per la propria incolumità. In Sardegna, dopo il barbaro delitto della dottoressa Zedda, tutte le sedi sono state fornite di guardia giurata. Questa è una risposta concreta, perché delle parole e delle promesse siamo stanchi”.
“Qualcuno forse sta dimenticando l'articolo 40 c.p.. - conclude Placentino - secondo cui non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo. Obbligo giuridico, appunto, al quale nel nostro caso, si aggiunge anche l'obbligo contrattuale. Esprimere solidarietà alla collega è doveroso, ma al tempo stesso riduttivo, considerato lo stato di vera e propria emergenza che viviamo. Lo Smi non si arrende, continueremo nella nostra lotta per assicurare ai medici condizioni di lavoro sicure e adeguate all'esercizio di un Pubblico Servizio che sono chiamati a svolgere dallo Stato italiano. Lo stesso Stato che si sta dimostrando indifferente a tutti i deplorevoli episodi che si stanno susseguendo nel tempo con una frequenza più che allarmante, soprattutto in Puglia."
08 marzo 2018
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