Troppo spesso si sottovaluta l’importanza che l’ergonomia riveste nella vita dei lavoratori del settore sanitario e, più nello specifico, di coloro che trascorrono molte ore nella stessa posizione. Con la parola “ergonomia” si definisce la scienza che si occupa dell’interazione tra gli elementi di un sistema e la funzione per la quale vengono progettati, con l’obiettivo di migliorare le prestazioni e la soddisfazione di chi ne usufruisce e di chi le elargisce.
In campo sanitario, quindi, si tratta di elaborare le strategie migliori per poter fornire una prestazione al paziente senza penalizzare il professionista, adattando ambiente e attrezzatura alle sue esigenze. È facile immaginare che per professionisti come l’odontoiatra l’ergonomia sia una disciplina fondamentale. Posizione di lavoro, uso degli attrezzi e locazione del paziente sono fondamentali per rendere il lavoro più sicuro e produttivo nel lungo periodo.
Del tema abbiamo parlato con il dottor Giovanni Migliano, odontoiatra e segretario CAO di Roma, esperto di ergonomia e docente del corso “L’ergonomia nello studio odontoiatrico” sulla piattaforma Consulcesi Club (18 crediti ECM). “Un professionista non dovrebbe mai sottovalutare l’ergonomia – ha spiegato ai nostri microfoni – perché durante le ore di lavoro, e poi gli anni, si possono sviluppare importanti problematiche all’apparato muscolare, scheletrico e neurologico con sintomi che arrivano lentamente e aumentano con l’età”.
In uno studio odontoiatrico “ergonomico” l’ambiente risponde alle necessità di chi lo utilizza. In questo modo le posizioni di paziente, dentista ed assistente sono studiate per evitare usura muscolare o pericoli di salute; la posizione degli attrezzi deve essere quella più comoda e il loro passaggio deve ridurre le tempistiche e i rischi di caduta al minimo; infine, la posizione dei macchinari e della seduta del paziente deve aiutare a prevenire malfunzionamenti e pericoli per quest’ultimo.
“Le problematiche di salute portano poi problemi lavorativi – prosegue Migliano – con riduzione delle ore per dolori e problemi fisici, nonché di conseguenza dei guadagni per assenze sul posto di lavoro”. È quindi necessario accogliere l’ergonomia in tutti gli aspetti della propria vita. “Le tre regole principali – spiega l’esperto – sono: economia dei movimenti, per cui avere sempre gli attrezzi nelle vicinanze è essenziale. La seconda quella che vede che l’ambiente sempre realizzato e adattato pensando all’organismo che deve utilizzarlo e manovrarlo; la terza che vuole che l’ergonomia entri nello stile di vita del professionista e nel suo modo di fare sport e di muoversi”.
In uno studio odontoiatrico, spiega Migliano, il paziente deve essere completamente sdraiato. In questo modo si riduce fortemente il rischio di lipotimie, ovvero di malesseri o svenimenti in poltrona. Contemporaneamente l’odontoiatra e l’assistente possono lavorare da seduti, nella posizione più corretta per la loro salute e più pratica per svolgere il lavoro di cura sul paziente.
L’assistente, nello specifico, deve seguire le posizioni dell’odontoiatra e “ruotare” con lui, anche in base all’arcata dentale che si va a prendere in considerazione. L’obiettivo è quello di non essere mai d’ostacolo al professionista e sempre d’aiuto al paziente. Infine, ricorda Migliano, il passaggio degli attrezzi se fatto correttamente tra dentista e assistente riduce notevolmente la permanenza del paziente sulla poltrona. Gli strumenti vanno passati sempre disinfettati, maneggiati con i guanti e, in base alla presenza o meno di una lama, maneggiati dal manico o dalla punta.
“Conoscere l’ergonomia significa desiderare di svolgere meglio il proprio lavoro di odontoiatra e migliorare sempre le condizioni per i propri pazienti – conclude Migliano –. Assicurarsi che il proprio lavoro non ci logori nella salute, inoltre, è un servizio che rendiamo a chi si affida a noi”.
Gloria Frezza