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Dal “documento di posizione” dell’associazione Mmg per la dirigenza un momento di svolta

di Roberto Polillo e Saverio Proia

Il documento è importante per i contenuti che esprime, per il livello di analisi a supporto delle tesi espresse e per la costituzione gruppo che lo ha elaborato essendo formato da MMG che operano sul campo. Si esce dalla crisi della medicina generale con un cambio di paradigma che ribalta la condizione di "separatezza normativa" e "isolamento professionale" più volte richiamate nel documento e che considera i MMG come parte di un tutto

24 GEN - Il "documento di posizione" dell'associazione MMG per la dirigenza rappresenta un momento di svolta nella lunga lotta per dare dignità professionale e reale capacità di intervento ai medici di medicina generale.

Il documento è importante per i contenuti che esprime (e che in sostanza sono sovrapponibili alle proposte da noi avanzate negli ultimi 10 anni), per il livello di analisi a supporto delle tesi espresse e per la costituzione gruppo che lo ha elaborato essendo formato da MMG che operano sul campo.

Si esce dalla crisi della medicina generale con un cambio di paradigma che ribalta la condizione di "separatezza normativa" e "isolamento professionale" più volte richiamate nel documento e che considera i MMG come parte di un tutto, come componente con pari doveri e pari diritti dell' insieme del personale sanitario pubblico o privato che opera nelle strutture territoriali.

Da tempo abbiamo avanzato proposte in linea con il documento: accesso alla professione tramite titolo di specializzazione universitaria in sostituzione del diploma fatto in casa e cogestito da regioni e sindacati corporativi; rapporto di dipendenza; lavoro nelle case delle comunità in team con personale infermieristico, amministrativo e psicologi nonché di specialità a contratto di dipendenza e infine continuità assistenziale con le strutture ospedaliere, specie quelle a gestione infermieristica ma non solo.

Abbiamo anche sostenuto che la complessità clinica, richiamata anche dal documento che caratterizza i pazienti con pluripatologie, necessita di personale clinicamente addestrato il cui aggiornamento periodico dovrà avvenire in parte anche nelle strutture ad alto impatto assistenziale, rompendo lo steccato che oggi esiste tra ospedale e territorio.

Nel documento vengono anche smontate le tesi senza fondamento di chi ritiene che le case della comunità privino di assistenza i piccoli paesi e i cittadini che vi vivono o che impediscano la libera scelta del medico da parte dell’assistito: una menzogna che viene smentita da quanto avviene in altri paesi come Spagna o Portogallo dove la dipendenza sei MMG è già una realtà consolidata.

Roberto Polillo e Saverio Proia

24 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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