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Stati Generali Oss e Migep chiedono riconoscimento della professione: “Non siamo solo ‘operatori di interesse sanitario’”


Lettera aperta alle istituzioni e alle forze politiche: “Ad oggi l'Oss resta volutamente in una zona grigia senza ricevere una posizione esatta in quanto non vengono ancora applicate le leggi di Stato che lo riguardano (3/18 Lorenzin –DM 73/2021). Mancando l’individuazione di un profilo che lo caratterizza, mancando i percorsi formativi, la riforma dell’Oss resta inspiegabilmente incompleta”. E gli Oss “esclusi dalle prestazioni aggiuntive”. LA LETTERA

24 MAG - La professione dell’Oss “è sempre stata la colonna dell’assistenza” ma resta, tuttavia, “una professione che furbescamente nessuno vuole vedere o riconoscere politicamente appellandosi a leggi e sentenze varie ma che, quando poi nella quotidianità pratica delle corsie o dei pronto-soccorso serve, tutti la richiedono a gran voce senza fare troppe distinzioni tra ruoli tecnici e ruoli sanitari”. A dirlo, in una lettera aperta al ministro della Salute, alle forze politiche e agli assessori regionali, sono Angelo Minghetti (Federazione Migep) e Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss), che chiedono che “si preveda tramite la disposizione di legge, regolamenti o atti regionali che l’operatore socio sanitario sia considerato nelle prestazioni aggiuntive”.

“La definizione di “operatore di interesse sanitario” che la politica ha affibbiato all'Oss porta la professione a non avere gli stessi diritti delle altre professioni sanitarie”, scrivono Minghetti e Sorrentino nella missiva. Tale definizione, sottolineano, “conduce oggi la Legge nazionale di bilancio per il 2024 (L. n. 213/2023), la quale estende fino al 31 dicembre 2026, la facoltà di ricorrere agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico e del personale sanitario del comparto, ad escludere l'Oss da tale disposizione”.

Del resto, “ad oggi, nonostante il ruolo sociosanitario e l'area sociosanitaria, l'Oss resta volutamente in una zona grigia senza ricevere una posizione esatta in quanto non vengono ancora applicate le leggi di Stato che lo riguardano (3/18 Lorenzin –DM 73/2021)”, perché “mancando l’individuazione di un profilo che lo caratterizza, mancando altresì i percorsi formativi, la riforma dell’operatore socio sanitario resta inspiegabilmente incompleta”.
La categoria, spiegano Minghetti e Sorrentino, “è stanca nel vedere sminuita la propria professione e reclama riconoscimenti dovuti, e salario adeguato ai carichi di lavoro a cui è costretta”.

24 maggio 2024
© Riproduzione riservata

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