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I medici: “Giù le mani dalle nostre pensioni. Le nostre non sono “d’oro”


L’altolà dei sindacati della dirigenza del Ssn contro le ipotesi ventilate dalla stampa di un prelievo forzoso sulle pensioni superiori ai 4.800 euro lordi. “Altro che solidarietà, riequilibrio, uguaglianza. Siamo davanti a una manovra strutturale per racimolare i soliti fondi che scarseggiano. Ma si colpiscono sempre e solo i soliti noti”.

17 SET - “Nelle settimane scorse alcune testate nazionali hanno rilanciato un po' in sordina, una nuova fantasiosa ipotesi del Governo che andrebbe a colpire migliaia di pensionati in nome di fantomatici principi di uguaglianza e reciprocità”. Lo scrivono in una nota i sindacati della dirigenza del Ssn sottolineando che “mascherata con il termine di contributo di solidarietà, starebbe arrivando una nuova stoccata contro le pensioni, quelle già erogate e quelle di prossima erogazione. Nel mirino finirebbero le cosiddette pensioni d'oro, che tradotto in soldoni sarebbero, sempre secondo i criteri del Governo, quelle di 4.800 euro lordi al mese. Su queste dovrebbe gravare una trattenuta, della quale non si conoscono ancora importi e frequenza, che servirebbe a rimpinguare le pensioni minime”.
 
“Ora ben si capisce – prosegue la nota - che una cifra di 4.800 euro lordi non si può definire ‘dorata’ e che una scelta di questo tipo sarebbe fortemente penalizzante per moltissimi lavoratori, medici in primis, che sarebbero puniti non si capisce bene per quale motivo. Si giustifica il nuovo prelievo, con il fatto che i pensionati interessati usufruiscono ancora del sistema retributivo e sarebbero quindi dei privilegiati. Poco conta che quasi tutte le pensioni erogate attualmente siano calcolate con il sistema retributivo, in base ad una legge dello Stato”.
 
“Tassare solamente le vere pensioni d’oro, quelle superiori ai 4.800 euro – aggiungo i sindacati - sarebbe stata infatti una mossa inutile, giacché queste sono troppo poche per generare un gettito sufficiente. Ecco quindi la vera ratio alla base del progetto, altro che solidarietà, riequilibrio, uguaglianza! Siamo davanti a una manovra strutturale per racimolare i soliti fondi che scarseggiano. E, come sempre, si spalma il sacrificio sui soliti noti, anche su chi non percepisce un trattamento poi così dorato. Trattamento che, nel caso dei medici, è il frutto di anni di preparazione, lavoro e sacrifici. È, in poche parole, la contropartita di una vita lavorativa che non si può certo definire rilassante”.
 
“Le Organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, amministrativa, tecnica e professionale – conclude la nota - non resteranno inerti di fronte a questa ennesima penalizzazione di categorie professionali colpevoli di pagare le tasse ed aver lavorato, e duramente, per molti anni, in nome di una solidarietà e di una lotta alle ingiustizie tanto sbandierate, quanto mai veramente messe in atto”.

17 settembre 2013
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