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Fp Cgil a medici precari: “Impugnate i licenziamenti”


Scadranno il 23 gennaio 2011, come previsto dal Collegato Lavoro, i termini per presentare ricorso in caso di pregressi licenziamenti con irregolarità. Lo ricorda la Fp Cgil Medici, che invita tutti i medici precari licenziati prima del 24 novembre 2010, sia nella sanità pubblica che privata, a procede subito con l’impugnazione.

20 DIC - “Siamo impegnati a difendere i diritti dei 15.000 medici precari nella sanità pubblica e privata attaccati anche dal famigerato Collegato Lavoro, che nel silenzio farà scattare il 23 gennaio 2011 la tagliola della perdita del diritto a presentare ricorso in caso di pregressi licenziamenti con irregolarità”. Ad affermarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, che invita tutti i medici precari licenziati “fuori legge” prima del 24 novembre 2010 ad impugnare il licenziamento entro un mese. Mentre per i licenziamenti successivi al 24 novembre 2010, i tempi prevedono invece 60 giorni dal licenziamento o dalla conoscenza dei motivi dello stesso.
Entro i successivi 270 giorni devono depositare il ricorso nella cancelleria del tribunale competente o dare comunicazione all’azienda della richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato, dopo il quale in caso di mancato accordo il ricorso al giudice dovrà essere presentato entro 60 giorni.
Le impugnazioni potranno riguardare diversi casi, dai contratti la cui durata complessiva sia stata superiore ai 3 anni previsti dal d.lgs. 368/2001 alla conclusione del rapporto di lavoro senza atti formali o precedentemente alla scadenza.
“La Fp Cgil Medici con la Fp Cgil e la Cgil sarà a fianco di tutti i precari licenziati”, spiega Cozza sottolineando che, “stante l’indicazione della riduzione del 50% delle spese sostenute nell’anno 2009 per il precariato pubblico, dal quale abbiamo comunque ottenuto l’esclusione dei medici e del personale del Ssn nelle Regioni non soggette ai piani di rientro, queste nuove inique norme sulla impugnazione del licenziamento potrebbero interessare in particolare i medici precari di Lazio, Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Abruzzo, Piemonte e Molise”.

20 dicembre 2010
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