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Rapporto Ania. Simioni (Obiettivo Risarcimento): "Nello studio dati parziali. Malasanità resta emergenza nazionale"

di Roberto Simioni

Il Rapporto non tiene conto delle forme di autoassicurazione, delle compagnie estere che agiscono in Libera Prestazione di Servizi (LPS) e di tutte le controversie che si risolvono al di fuori della copertura assicurativa. Ogni anno 1 milione e 200 mila italiani migrano all’estero per le terapie. Si dia l’opportunità di azione diretta verso l’ente assicurativo

01 AGO - Tutta la discussione sulla responsabilità civile in ambito sanitario in corso sui media, anche a seguito della presentazione del dossier Ania sulla malpractice, è fuorviante poiché si basa esclusivamente sui dati raccolti dell’associazione in questione, che non può più essere considerata unico interlocutore del settore. I dati dell’Ania, infatti, non tenendo conto delle forme di autoassicurazione, delle compagnie estere che agiscono in Libera Prestazione di Servizi (LPS) e di tutte le controversie che si risolvono al di fuori della copertura assicurativa, sono parziali e incompleti. Le assicurazioni, anzi, raccontando di un calo dell’8% delle denunce, comunicano un falso matematico in controtendenza rispetto ad una realtà che rimane più drammatica di prima.

In Italia, infatti, è evidente la permanenza di un’emergenza nazionale sui casi di malasanità, come testimoniato anche da una ricerca comparata su 18 sistemi sanitari europei svolta dall’Università di Goteborg che posiziona l’Italia nella parte bassa della classifica e secondo la quale, oltretutto, ogni anno 1 milione e 200 mila italiani migrano all’estero per le terapie. Un fenomeno che non si verifica in senso inverso e che non ha eguali in Europa. Stesse evidenze negative emergono dalla ricerca Censis che mostra coma la disaffezione degli italiani verso la sanità sia aumentata negli ultimi due anni di circa il 10%.

Purtroppo, l’assenza di riferimenti certi in tema di malasanità ha reso di fatto impraticabile una corretta funzione assicurativa nell’intero comparto per un ente economico quali sono le assicurazioni, perché non possibile proporsi in un “mercato” ove il rischio non sia almeno ponderabile. Come per tutti gli altri comparti assicurativi, invece, anche la sinistrosità in campo sanitario deve essere accertabile e verificabile: dovrebbe anzi essere il dato prioritario annuale disponibile al Ministero della Salute. Questa incertezza quantitativa è la prima ragione che ha portato le assicurazioni italiane a “scappare” dal settore sanitario.

Come Obiettivo Risarcimento chiediamo che il Governo, e tutti gli attori coinvolti, considerino prioritario questo tema, perché siamo in emergenza non solo in termini di vite umane a rischio, ma anche in termini economici. Infatti, la sanità in Italia si porta via una gran quota di pil ma, purtroppo, anche questo governo ha messo la testa sotto la sabbia, così come i precedenti. E invece siamo di fronte ad un disagio nazionale che non può e non deve rimanere senza risposta.
Inoltre, per tutelare i diritti dei cittadini e ridurre la litigiosità, Obiettivo Risarcimento, società che si occupa di tutoring dei danni alla persona finalizzata all’ottenimento di un giusto risarcimento anche dopo un danno da malpractice, rilancia la proposta, di cui Ania è già a conoscenza per l’esperienza dell’Rc auto, di dare l’opportunità di azione diretta verso l’ente assicurativo.

Roberto Simioni
Presidente Obiettivo Risarcimento 

01 agosto 2014
© Riproduzione riservata

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