Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 29 APRILE 2024
Lavoro e Professioni
segui quotidianosanita.it

Convenzione Mmg. La Fimmg replica alla Sisac: “Vogliono un medico di famiglia dipendente di serie B e senza garanzie". Intervista al vice segretario nazionale Silvestro Scotti

di Luciano Fassari

"Non è vero che siamo noi a non voler trattare". Sul tavolo ci sono due visioni opposte che al momento appaiono inconciliabili. "Se passasse quella che ci è stata proposta, dice Scotti, i cittadini troveranno solo le strutture, i medici di famiglia non ci saranno più”. “Impossibile proseguire trattative con chi ha questa visione rigida e univoca”

03 FEB - “Il problema non sono le risorse” ma il fatto che con il modello di riforma della sanità proposta da Sisac disegna una prospettiva di “un medico di famiglia come un dipendente di serie B senza valorizzarne il lavoro e gli investimenti fatti in questi anni, ma addirittura sottraendogli quelle risorse”. Replica così il vicesegretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti all'indomani della nostra intervista al presidente Sisac Franco Rossi sullo stallo delle convenzioni per medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali.
 
Per Fimmg il rischio che al cittadino venga tolta la libertà di scelta del proprio medico è però reale nonostante le rassicurazioni Sisac. “il medico di famiglia non ci sarà più, ci sarà solo la struttura decisa dal burocrate di turno e che sarà per giunta fisicamente molto lontana”. Per Scotti il modello da attuare prevede invece un gruppo di nuovi “medici di medicina generale sempre più autosufficienti, valorizzati sia individualmente che collettivamente grazie a dinamiche retributive che motivino il lavoro di equipe in base ad obiettivi misurabili”. Sull’esito della trattativa Scotti (dopo che Fimmg ha minacciato lo sciopero) chiude la porta: “È evidente che allo stato attuale non esiste mediazione e non capiamo perché dovremo sederci al tavolo se per la Sisac è già tutto scritto e immodificabile”.
 
Dottor Scotti, il presidente Sisac sostiene che siete voi che non volete aprire la trattativa sul rinnovo delle convenzioni perché la legge Balduzzi non vi piace e perché non stanzia risorse.
Credo che quella della Sisac sia una posizione pregiudiziale. Noi non mettiamo in discussione l’invarianza delle risorse, diciamo semplicemente che la Legge Balduzzi è un provvedimento d’indirizzo che vuole riorganizzare la sanità territoriale. Il punto è che ci stiamo scontrando con una controparte che fornisce una sua interpretazione della legge senza nessuna intermediazione.
 
Se il problema non sono le risorse, dov’è la questione?
Alla base c’è una differenza interpretativa della Balduzzi e degli atti conseguenti tra cui il Patto della Salute. E le ripeto non incentriamo la questione sulle risorse perché il problema non è quello. Noi non abbiamo difficoltà a trattare sul paniere economico del 2010, ma vogliamo strumenti per la rivalutazione del nostro lavoro anche alla luce delle nuove funzioni che saranno in capo ai medici. Il punto è che le proposte che ci sono giunte fino ad oggi disegnano invece un medico di famiglia come un dipendente di serie B senza valorizzarne il lavoro e gli investimenti fatti in questi anni, ma addirittura sottraendogli quelle risorse.Insomma, un cortocircuito che non possiamo accettare.
 
Altra questione su cui ci sono divergenze riguarda il lavoro di gruppo.
Il modello che ha in mente Fimmg è quello di un gruppo di nuovi medici di medicina generale sempre più autosufficienti, valorizzati sia individualmente che collettivamente grazie a dinamiche retributive che motivino il lavoro di equipe. La proposta che ci è stata fatta parla invece di sommare i medici, di togliere la parte variabile della retribuzione e controllarne i fattori produttivi. A questo punto mi devono spiegare cosa diventerà il medico di famiglia: un dipendente senza garanzie? La Sisac, le ripeto, vuole sommare i lavoratori e creare dei gruppi totalmente gestiti dalle aziende mentre noi crediamo che le nuove forme aggregative devono basarsi sulla libera professione auto-organizzata per obiettivi misurabili e dimostrabili.
 
Secondo voi la riforma così interpretata rischia di far scomparire lo studio del medico di famiglia e di conseguenza la possibilità di  scelta del cittadino del proprio medico. Dalla Sisac dicono che non si metteranno in discussione questi capisaldi. Perché sostenete che c’è questo rischio?
La Balduzzi, le ripeto, è nata per sviluppare il territorio e offrire un’assistenza ancora più capillare. Ebbene, se ai medici di medicina generale si tolgono risorse per destinarle alle AFT, saranno molti gli studi a dover chiudere. Pensi per esempio ai piccoli paesi. I medici si uniranno in unico grande studio magari in paesi vicini ed ecco che si rischierà di avere una miriade di territori senza assistenza sanitaria. Da qui ne consegue che i cittadini saranno, de facto, impossibilitati a scegliersi il proprio medico per il semplice fatto che il medico non ci sarà più, ci sarà solo la struttura decisa dal burocrate di turno (che sarà per giunta fisicamente molto lontana). La Balduzzi non mi sembra che si prefigga questo obiettivo. E questo scenario mi sembra che la Sisac, e la Politica se veramente corresponsabile di tali derive funzionariali, dovrebbero avere il coraggio di raccontarlo ai cittadini.
 
Qual è allora il vostro modello di AFT?
Noi pensiamo ad una AFT funzionale che sia composta di reti, gruppi, ma pure di singoli professionisti che operano in base ad obiettivi comuni misurabili (per il lavoro di gruppo e per il singolo) al cui raggiungimento viene legata una parte della retribuzione. Qui dobbiamo valorizzare il lavoro dei professionisti e non adottare criteri dirigisti di controllo.
 
A questo punto come pensate di procedere?
È evidente che allo stato attuale non esiste mediazione e non capiamo perché dovremo sederci al tavolo se per la Sisac è già tutto scritto e immodificabile. Fimmg non ci sta ad una trattativa condotta in questo modo. Stiamo trattando con chi ha una vision o una mission, a qualcun'altro la scelta tra queste due opportunità, troppo rigida e univoca. L’unica cosa per cui ringraziamo il presidente Sisac è il suo rimando alla Politica per risolvere la questione.  Ecco, noi lo chiediamo da tempo e lavoreremo proprio in questa direzione.
 
Luciano Fassari

03 febbraio 2015
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lavoro e Professioni

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy