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Chirurgia cataratta. Oculisti replicano ad anestesisti: “Assurdo prendere le distanze da nostre linee guida, è in gioco rispetto della professionalità”


La Società oftalmologica italiana replica alle critiche formulate dall'Aaaroi-Emac. La sedazione del paziente è compito proprio ed esclusivo dell’anestesista. Lui deve ‘prendere in carico’ chi si sottopone all’intervento di cataratta e decidere se, in base alla propria (esclusiva) esperienza professionale, questo può essere adeguatamente sedato mediante l'anestesia topica o se, invece, è necessario predisporre forme di anestesia diverse”.

17 DIC - La Società oftalmologica italiana (Soi) ritiene “quanto meno curioso” l’intervento degli anestesisti con cui hanno preso le distanze dalle linee guida elaborate dagli oculisti. “Siamo in un momento molto difficile per la Sanità italiana in cui è essenziale – sottolinea una nota - che ogni categoria professionale riaffermi con forza, sia in senso ontologico che deontologico, il rispetto del proprio esistere professionale per scienza e competenza”.

L’argomento trattato, sottolinea la Soi, “è talmente elementare che chiunque comprende la fondatezza delle poche disposizioni contenute nelle linee guida in materia di anestesia. Eppure le varie sigle rappresentanti la specialità si stupiscono e sottolineano, evidenziandole in 'giallo frasi come 'presa in carico del paziente da parte del medico anestesista'; 'erogazione e firma del consenso informato', 'valutazione anestesiologica' e la relativa precisazione: 'Le condizioni cliniche sistemiche del paziente da sottoporre a intervento di cataratta sono sotto la diretta responsabilità del medico anestesista che prenderà in carico il paziente sino alla sua dimissione. La scelta tra anestesia locale (topica o infiltrativa) e generale dipende dalle condizioni fisiche e mentali del paziente e deve essere definita in base alle necessità e preferenze del paziente, del chirurgo e dell’anestesista'”.

O ancora, ragionano gli oculisti, stupirsi che, nell’ambito post-operatorio, si preveda la necessità di procedere al: “a) controllo delle condizioni generali del paziente al termine dell’intervento da parte del medico anestesista b) verifica dell’assenza di segni e sintomi dovuti all’anestesia del medico anestesista”.
La Soi sottolinea che la sedazione del paziente è compito proprio ed esclusivo dell’anestesista. “Lui deve ‘prendere in carico’ il paziente che si sottopone all’intervento di cataratta e decidere se, in base alla propria (esclusiva) esperienza professionale, questo può essere adeguatamente sedato mediante l'anestesia topica o se, invece, è necessario predisporre forme di anestesia diverse. Questo è il compito dell’anestesista. Lo prevede la legge. Anzi: la legge lo riserva esclusivamente agli specializzati in anestesia. Cosi è”.

Al contrario per gli oftalmologi affermare che, ogni tipo di paziente, indifferentemente dalle sue caratteristiche, debba essere sottoposto alla sola anestesia topica o, peggio ancora, rimettere ogni decisione all’oculista, “significa, da un lato, mettere il paziente in pericolo e dall’altro, spogliarsi delle proprie responsabilità. Responsabilità, peraltro attribuite all’anestesista per legge in esclusiva. Lo prevede la legge ed è un diritto del cittadino avere un anestesista che lo assista quando si sottopone ad un intervento chirurgico: compreso quello di cataratta”. Pensarla diversamente “non significa ‘prendere le distanze’ dalle linee guida Soi ma ‘prendere le distanze’ dal rispetto della propria professionalità”.

Fare l’anestesista, afferma ancora la Soi, è una professione complessa che richiede una formazione specifica e che deve essere rispettata e qualificata all’interno delle strutture pubbliche e private di questo Paese. “Farne a meno solo per carenze di struttura o, peggio ancora, per mere ragioni di risparmio economico non solo risulta giuridicamente illecito nei confronti del paziente, ma è anche degradante nei confronti della specialità”.

Per tali ragioni, a tutela del rispetto delle professionalità mediche coinvolte (compresi gli anestesisti) e della salute dei pazienti, da anni la Società Oftalmologica Italiana ha preso posizione anche sulle linee guida per l’operazione di cataratta. “Una presa di posizione essenziale anche per evitare che singoli professionisti o piccole e marginali realtà associative possano apoditticamente sostenere opinioni fondate su personalismi individuali o avallare procedure e o protocolli finalizzati solo al risparmio economico: scelte infondate che espongono i pazienti a rischi inutili, scaricando le eventuali conseguenze dannose direttamente sui singoli professionisti coinvolti. Occorre battersi affinché ci siano strutture adeguate alle necessità: se gli anestesisti lotteranno – conclude la nota - per il rispetto della loro specialità, gli oculisti saranno con loro insieme ai cittadini e ai pazienti”.

17 dicembre 2015
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