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Intramoenia. Aogoi: “Una proposta demagogica, fuori dal contesto europeo”

di Antonio Chiantera e Vito Trojano

Così il presidente e il segretario nazionale Aogoi commentano la proposta del presidente della Regione Toscana. “Il Ssn italiano non può rinunciare ad essere in linea con le più moderne e democratiche tendenze europee impegnate a coniugare ed integrare pubblico e privato. Se davvero dovesse passare la linea Rossi, cosa potremmo mai dire ai nostri concittadini e a quelli del resto d'Europa riguardo al diritto di scegliere dove curarsi?”

22 MAR - Il pesante attacco al sistema dell'intramoenia da parte del Presidente della Regione Toscana Rossi non può che suscitare legittimi interrogativi. Il primo è: perché il governatore Rossi ha deciso proprio ora di rispolverare una questione così complessa come l’intramoenia, che sicuramente necessita di riforme e correttivi nello svolgimento della stessa, liquidando invece il tutto con una improponibile e sbrigativa abolizione?
 
Di sicuro le sue considerazioni, non a caso affidate a un social, intercettano un malcontento diffuso tra i cittadini esasperati dalle liste d’attesa sempre più lunghe, le cui cause principali però, come è stato sottolineato anche dall’Acoi, si annidano nelle inefficienze di un sistema sanitario che da anni è in sofferenza a causa dei tagli lineari, del blocco del turn-over, della diminuzione dei posti letto.


Affermare che la libera professione intramuraria è “fonte di diseguaglianza e di corruzione” è davvero troppo semplicistico ed offensivo per la classe medica, non in linea con l’esperienza di un politico di lungo corso come Rossi. Di sicuro gli sprechi, le tensioni e le disfunzioni all'interno del mondo sanitario non potranno essere risolte demotivando i professionisti e incentivandoli ad uscire dal pubblico in favore del privato, né privando i cittadini della possibilità di scegliere dove e come tutelare la propria salute.

Ciò detto, bisogna vigilare affinché l'intramoenia e il privato non si trasformino in “normali canali di accesso alle prestazioni di cui si ha bisogno, per sopperire ad inefficienze e squilibri del nostro Ssn” come paventato da Cittadinanzattiva-TdM. La soluzione però non è certamente quella prospettata da Rossi.

Con l’abolizione dell’intramoenia, e condividiamo quanto osservato da molti, c’è infatti il rischio concreto di creare un sistema duale, con strutture private di eccellenza e strutture pubbliche di serie B. Un sistema che oltretutto, e non è cosa di poco conto, si porrebbe in contrasto con il nostro sistema costituzionale che riconosce la libertà di iniziativa privata.

Con l’abolizione della libera professione intramoenia verrebbero meno dei diritti garantiti per legge: quello dei medici ad esercitare una professione liberale e quello del cittadino di scegliersi un medico di propria fiducia. Le strutture pubbliche inoltre perderebbero un cospicuo introito, a tutto vantaggio del settore privato. Quali sono le ricadute positive di una simile proposta?

Il Sistema sanitario nazionale italiano non può rinunciare ad essere in linea con le più moderne e democratiche tendenze europee impegnate a coniugare ed integrare pubblico e privato. Forse è sfuggito il fatto che applichiamo già le Direttive UE, come quella (24/2011) sull'assistenza sanitaria transfrontaliera… Se davvero dovesse passare la linea Rossi, cosa potremmo mai dire ai nostri concittadini e a quelli del resto d'Europa riguardo al diritto di scegliere dove curarsi e comprendere il livello di efficienza delle strutture?

L'emorragia dei talenti ha il sapore amaro di una guerra non dichiarata che corrode il nostro Ssn. La vera emergenza è la carenza di personale medico e sanitario pesantemente inferiore al minimo necessario, che è una delle maggiori cause dei rallentamenti delle cure e dell'allungamento delle liste d'attesa - come più volte denunciato da noi e da molte altre società scientifiche.

Di taglio in taglio i posti letto negli ospedali diminuiscono e le carenze organizzative mettono in difficoltà l'assistenza clinica lasciando alla sola abnegazione del personale sanitario il tamponamento e la soluzione di tutti questi problemi.

Alla luce di tutto questo riteniamo che l'attenzione della politica e degli amministratori dovrebbe rivolgersi ad altre problematiche, nell'interesse del diritto alla qualità delle cure da parte dei pazienti e della sicurezza della operatività professionale dei medici.
 
Antonio Chiantera
Segretario Nazionale AOGOI
 
Vito Trojano
Presidente Nazionale AOGOI
 


22 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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