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Oncologi radioterapisti. Nuovo nome ma stessa sigla per l’Airo, a Rimini congresso dal 2 al 4 novembre


La Società degli oncologi radioterapisti italiani è ora Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica, sul modello della Società europea di radioterapia e oncologia (Estro). Gli obiettivi in vista del congresso nazionale 2018 a Rimini previsto per novembre

17 MAG - La Società degli oncologi radioterapisti italiani (Airo) accoglie un migliaio di specialisti ed è l’unica società scientifica che rappresenta questa disciplina nel nostro Paese. Recentemente, la Società ha cambiato la sua denominazione, pur mantenendo la sigla Airo, che corrisponde ora ad “Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica”, sul modello della Società europea di radioterapia e oncologia (Estro).

Questa notizia ha un interesse relativamente limitato di per sé ma “fotografa” una importante evoluzione del ruolo dell’oncologo radioterapista e in questo senso merita un po’ di attenzione, al fine di consentire una maggiore consapevolezza del pubblico su questi temi.

Il cambio di nome è parso doveroso soprattutto perché meglio corrisponde a ciò che oggi è l’oncologo radioterapista in Italia e in Europa e cioè un clinico capace di prendersi cura del malato oncologico a 360 gradi, dalla prevenzione al trattamento multimodale al follow up.

La radioterapia interviene infatti nel trattamento del 60% dei pazienti oncologici. In oltre il 50% di essi è, da sola o insieme ad altre modalità terapeutiche, elemento insostituibile di un trattamento con finalità curativa. L’oncologo radioterapista ha la responsabilità del trattamento radioterapico sia esclusivo che integrato con altre modalità terapeutiche, come la chemioterapia. Spesso la radioterapia è impiegata insieme alla chirurgia e alla terapia sistemica e il percorso del paziente è definito in team multidisciplinari, nei quali l’oncologo radioterapista è quasi sempre parte del core team o anche team leader.

E’ per questo motivo che il percorso formativo di questi specialisti include, oltre all’acquisizione della elevata competenza prevista per il corretto utilizzo dei sistemi più avanzati per il trattamento radioterapico,  la necessità di frequentare per mesi reparti di degenza e day hospital oncologici, in accordo con la normativa italiana e con il core curriculum previsto dalla Società europea (Estro) per i radiation oncologists, per acquisire le necessarie competenze cliniche.

 La capacità degli oncologi radioterapisti di rapportarsi con gli altri specialisti dell’area oncologica è grande e infatti Airo ha da sempre collaborato con le altre Società scientifiche nella definizione di percorsi terapeutici, linee guida e documenti, ma soprattutto proponendo ai suoi membri modalità di collaborazione multidisciplinare che avessero al centro il paziente e le sue necessità.

Gli oncologi radioterapisti italiani offrono quindi in misura crescente competenze oncologiche che si traducono fra l’altro in una importante attività di ricerca clinica, spesso volta a definire percorsi di cura più mirati alla conservazione della funzione, che già hanno prodotto risultati importanti nella cura di moltissimi tumori (si pensi ai tumori del retto, della vescica, della laringe e delle altre sedi del distretto cervico-cefalico).

Questo percorso, che gli oncologi radioterapisti italiani intendono compiere insieme agli altri specialisti dell’area oncologica chirurgica, medica e a quelli della diagnostica per immagini e di laboratorio, sarà al centro del prossimo Congresso nazionale Airo (Rimini, 2-4 novembre 2018), intitolato appunto alla “Ricerca in oncologia clinica 2018”. Il Congresso è dedicato alla figura di Marie Curie, la scienziata che ha messo a disposizione della ricerca medica uno strumento capace di salvare milioni di vite e si collega idealmente al prossimo Congresso della Società Europea, presieduta da Umberto Ricardi, che si terrà a Milano dal 26 al 30 aprile 2019, a testimonianza del rilevante ruolo della radioterapia italiana a livello continentale.

Anche il Congresso di Milano porrà al centro dei lavori la tematica del ruolo chiave della radioterapia per ottenere la guarigione mantenendo al tempo stesso la funzionalità degli organi e una migliore qualità della vita dei pazienti guariti.

17 maggio 2018
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