Assobiomedica: "Serve più trasparenza"
Il presidente di Assobiomedica Angelo Fracassi, nel corso dell’Assemblea pubblica della Federazione, rilancia la proposta di un Osservatorio centralizzato degli acquisti per contrastare comportamenti illegali. Invoca inoltre integrazioni al decreto sui dispositivi medici attualmente in fase di stesura.
16 GIU - Procedure di HTA (Health Technology Assessment) e protocolli diagnostici e terapeutici, un osservatorio centralizzato degli acquisti e correzioni al testo del decreto sui dispositivi medici, sul quale il ministero sta lavorando.
Sono queste le richieste di Angelo Fracassi, presidente dell’associazione confindustriale delle aziende del settore biomedicale e diagnostico (Assobiomedica), presentate in occasione dell’Assemblea annuale “Etica per la trasparenza, appropriatezza per lo sviluppo: la sfida delle imprese delle tecnologie mediche”.
All’evento, organizzato oggi a Roma, ha preso parte anche il ministro della Salute Ferruccio Fazio (
vedi articolo correlato a fondo pagina).
Fracassi dice no alle riforme di facciata: “non bastano più”, ha affermato. È necessario, invece, introdurre “modelli gestionali che contrastino con forza i comportamenti illegali nocivi per le imprese sane. Modelli che inoltre consentano di stabilire in tutte le procedure il massimo grado di trasparenza, garantiscano e promuovano il più alto tasso di concorrenzialità sul mercato”.
Quindi se si vuole uscire dall’impasse è fondamentale che sia perseguita l’appropriatezza attraverso procedure di HTA e protocolli diagnostici e terapeutici. “Allo stesso modo – ha aggiunto Fracassi - quando invochiamo trasparenza chiediamo finalmente un osservatorio acquisti e una revisione delle modalità di svolgimento delle gare. Mentre per le nostre imprese, abbiamo da anni messo in vigore un rigoroso Codice Etico”.
A proposito dell’Osservatorio acquisti, secondo Fracassi: “il decreto annunciato di recente dal ministro Fazio sui dispositivi medici va nella direzione da noi auspicata, ma riteniamo che non sia sufficiente a raggiungere i risultati voluti. A nostro avviso devono essere fatte delle integrazioni, altrimenti il rischio è che le rilevazioni siano ancora una volta parziali”.
Due le “critiche” mosse da Fracassi, una di sostanza, una di forma.
Nella sostanza nel decreto ha detto Fracassi, “il repertorio non definisce con precisione l’articolo, l’azienda che lo produce e il prezzo finale. Insomma, mette insieme prodotti simili senza definirli in maniera chiara”. Non chiarisce dettagliatamente il processo di acquisto.
Nella forma, si stabilisce che i database debbano essere aggiornati dalle Regioni. Aspetto che Fracassi dubita venga mai realizzato, almeno in maniera uniforme tra tutte le realtà regionali.
Ester Maragò
16 giugno 2010
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lavoro e Professioni