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Dalla 42/99 alla Legge Lorenzin: le professioni sanitarie celebrano il loro 20° anniversario 

di Lorenzo Proia

Riuniti oggi a Roma i rappresentanti dei nuovi e vecchi Ordini professionali che rappresentano circa 700mila operatori: dagli infermieri ai Tsrm. Con loro anche molti dei protagonisti politici di questo ventennio di riforme per le professioni sanitarie tra i quali le due ex ministre della Salute Garavaglia e Lorenzin e l'ex sottosegretario alla Salute De Filippo. Ma non è stata solo una rievocazione storica, professionisti, politici ed esperti si sono confrontati a tutto tondo sul presente e futuro delle professioni sanitarie. Ecco la cronaca della giornata e le interviste ai protagonisti

26 FEB - Oggi, 26 febbraio 2019, ricorrono i vent’anni esatti dalla promulgazione della Legge 42/99. Questa Legge è generalmente considerata il primo, importantissimo passo verso un processo di “emancipazione” delle diverse Professioni Sanitarie. Il clima è conviviale nella Sala dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, dove oltre trecento stakeholders - tra i quali numerosi Senatori e Deputati di ieri e di oggi, una parte considerevole degli ex Ministri della Salute e prima della Sanità ma, soprattutto, i protagonisti delle Professioni più o meno emergenti che hanno visto nella 3/18 la fine di un lungo percorso – si ritrovano per “festeggiare” il ventennale di una legge che fu “una svolta, un punto di non ritorno”.
 
L’evento è stato realizzato sotto la gestione della Fno Tsrm Pstrp ed è stato organizzato da Fernando Capuano e Saverio Proia. “Abbiamo organizzato questo evento in poche settimane – ha spiegato Capuano aprendo i lavori -, grazie all’intuizione di Saverio Proiaoggi possiamo finalmente ricordare il ventennale della promulgazione della 42/99 e, sulla stessa linea, anche la 3/18 insieme alla Ministra che dà il nome alla Legge, Beatrice Lorenzin, anche se vorrei sottolineare come questo processo sia frutto dell’impegno di tutte le famiglie politiche”.
 
E infatti c’è un’adesione “bipartisan” all’evento dei Tsrm Pstrp: si va dall’ex Sottosegretario alla Salute deputato Pd Vito De Filippo,  alla Vice Presidente della Commissione Affari Sociali, la leghista Rossana Boldi; alla deputata di Fratelli d’Italia, Psicologa Maria Teresa Bellucci fino all’ex Ministro Beatrice Lorenzin.

“Per me – ha affermato Vito De Filippo -, che ho una formazione filosofica, l’elemento di questa storia è ‘ontologico’: noi abbiamo un versante sull’invecchiamento della popolazione che pretende, in maniera semplice, senza essere particolare sofisticati o formati sul versante dell’economia sanitaria, un elemento fondamentale che è quello dell’integrazione. Le autonomie vanno pertanto tutelate e le Professioni che si ‘blindano’ sono il vero grande pericolo, anche epidemiologico, che può incrinare sostanzialmente il nostro Ssn. A tutto questo guardo con molta preoccupazione”.

Mentre per la leghista Boldi: “Noi oggi siamo tutti contenti, in questo ecumenismo, ma forse questo ecumenismo non era così lampante visto quanti hanno messo i bastoni tra le ruote per arrivare alla 3/18. In un Paese dove le professioni intellettuali sono professioni ordinate non aveva senso non ordinare le Sanitarie”, Boldi non rinuncia a una stoccata quando afferma che: “È vero che la Salute è per tutti e uguale per tutti, ma ci sono territori nei quali la classe politica ha male amministrato e ha fallito”.

“Molta strada è stata fatta in questi vent’anni – ha affermato quindi Bellucci, di Fratelli d’Italia -, sono stati raggiunti traguardi importanti, ultimo quello dell’Ordine. Le sfide non sono finite e molte altre ci attendono, ma ci sono anche molti rischi perché bisogna riconoscere le competenze delle Professioni. L’ultima Legge di Bilancio ha dato spazio ai cosiddetti ‘abusivi’ e noi di Fratelli d’Italia abbiamo presentato un odg di risposta, vogliamo aiutare il Governo a fare bene e a valorizzare elementi quali la formazione. Con la Salute degli italiani non si gioca”.
 
All’evento hanno partecipato rappresentanti diversi delle Professioni Sanitarie. “Questa giornata celebra un evento importante – ha affermato Maria Vicario, Presidente della Fnopo -. Mi chiedo perché le Professioni Sanitarie nel loroiter legislativo abbiano sempre qualcosa che io definisco di ‘eterno incompiuto’, questo anche per colpe della politica. Beatrice Lorenzin è stata una dei pochi che ha lavorato in una direzione diversa. Già nel 2016 all’Ostetrica fu riconosciuta la possibilità di diagnosticare e anche di seguire in autonomia una donna a basso rischio, questa autonomia era stata poco riconosciuta nel 2006 a causa di una traduzione sbagliata dall’inglese, che faceva sì che l’autonomia risultasse subordinata all’autorizzazione del Medico. Un grande avanzamento si verificò nella Legge di Stabilità del 2016 con l’importante comma 566 che, attraverso l’Accordo Stato-Regioni, dotava di competenze e responsabilità sia singole che di équipe le Professioni Sanitarie e, oggi, con l’Accordo del 24 gennaio 2019 dobbiamo uscire dalla logica dell’’eterno incompiuto’”.

Per la Fnopi era invece presente Cosimo Cicia in rappresentanza della Presidente Barbara Mangiacavalli: “Questa è un’iniziativa – ha dichiarato Cicia - che avviene a seguito dell’evento del Teatro Argentina di Roma di sabato scorso e con incontri come questi le Professioni Sanitarie trovano modi per ‘stare insieme’; la 42/99 fece elevare a ‘professioni intellettuali’ le Professioni Sanitarie, così la 3/18 rappresentò un passaggio importante. Noi dobbiamo continuare su questa strada”. Mentre per il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, la 3/18 è stata un risultato importante che: “non avete, bensì abbiamo raggiunto: quello di essere rappresentati come Ordini. Le competenze hanno bisogno di un percorso formativo e la formazione dà qualità; migliorare i percorsi formativi, renderli sempre più efficaci portano a risultati brillanti. Ogni professione ha la sua autonomia; la sua responsabilità; la sua peculiarità. Noi dobbiamo raggiungere percorsi che portino a migliorare le competenze ognuno nella sua branca”, Anelli ha quindi affermando poi il valore sacro della Costituzione Italiana che “garantisce a tutti il diritto alla Salute” e si è pronunciato per un Ssn “unitario” che tuteli anche per “diritto non solo di cittadinanza ma anche di umanità a qualsiasi, sottolineo qualsiasi, persona”.
 
Un’adesione che è stata accolta con calore è stata quella dell’ex Ministra della Sanità Maria Pia Garavaglia. “Sono venuta apposta per partecipare a un ringraziamento a voi delle Professioni. – ha affermato l’ex Ministra -. Se non ci fossero delle battaglie attive noi non sapremmo cosa c’è ancora da fare. Vedo qui dei miei colleghi della generazione successiva che hanno preso il testimone. Le Professioni Sanitarie hanno una evoluzione continua. A me non è piaciuta l’idea di sanare Professionisti che non hanno fatto il percorso che avete fatto voi. Gli italiani hanno il diritto di sapere che hanno Professionisti validi e preparati. Inoltre, la Sanità italiana sta subendo un mantra incredibile, qualche volta giustificato, sulla ‘sostenibilità’, in questo senso le Professioni che ‘demedicalizzano’, è evidente, risultano fondamentali per una Sanità meno costosa. Terzo e ultimo concetto: la interdisciplinarietà; le Professioni Sanitarie sono abituate a lavorare integrando altri ambiti, non siete abituati a pensare che la vostra autonomia crea una condizione solipsistica. Ora c’è bisogno anche di crescita e di sviluppo e in questo senso gli Ordini sono una garanzia: vi controllano e vi stimolano”.
 
“Questa non è una commemorazione: è una celebrazione – ha affermato Antonio Bortone, Presidente del Conaps, tra i maggiori promotori dell’evento -. Ragionare in termini di responsabilità e quindi di piena titolarità professionale ha rappresentato, venti anni fa, la vera rivoluzione di un sistema non solo operativo ma anche una Riforma, e una rivoluzione, culturale. Io permetto di osservare i veri attori che hanno rappresentato la storia, abbiamo qui con noi Maria Pia Garavaglia, con cui festeggiare le ‘nozze d’argento’, i 25 anni, dei Profili Professionali, da cui tutto ebbe inizio; poi nel 1999 la piena titolarità che permise di divenire pienamente responsabili e autonomi nelle nostre competenze. Non posso poi non citare Augusto Battaglia, presente qui tra noi, che rappresenta la Legge 251: voi siete stati una grande generazione di politici che avete creduto dove gli altri non credevano, dove gli altri ostacolavano. Sempre in quest’Aula festeggiammo, anni fa, i venti anni dei Profili e allora io manifestai il mio sconcerto, dissi infatti: ‘sono orfano delle capacità di questi politici’, ma poi, devo dire, è arrivata Beatrice Lorenzin che ha permesso di riprendere il filo del discorso”.
 
“Tra Federazione, Conaps e le Associazioni maggiormente rappresentative – ha invece affermato Alessandro Beux, Presidente della Fno Tsrm Pstrp organizzatrice dell’evento – si sta manifestando una cooperazione significativa. Anche questo evento è un passaggio chiave. Come la Federazione si è pensata prima ancora che diventasse la Federazione che è oggi? Come un ‘tessuto connettivo’: la migliore Federazione Nazionale è quella che non dà presenza di sé ma mette gli altri nelle condizioni di potersi esprimere. Proprio per questo abbiamo lasciato oggi, in questa occasione, la possibilità agli attori di esprimersi liberamente. Siamo noi al servizio degli altri Professionisti e non viceversa”.

“La 42/99 – ha proseguito Beux – non è in realtà ancora pienamente realizzata, e sono passati vent’anni. Ma il percorso normativo ha una sua coerenza, dalla 42, dalla 251, dalla 43 che si è faticato un po’ a realizzare ma che poi è stato compiuto dalla 3/18 che ci ha messo nella condizione non di ‘fare Ordine’ ma di permettere a noi di ‘farci Ordine’, un passaggio chiave. Ciò che noi stiamo registrando era già presente, lo stiamo comprendendo bene, ma doveva essere ‘ordinato’ e il valore storico della Legge 3 permette agli Ordini di ordinare ciò che già c’era, mettendo tutto il sistema Paese di lavorare e magari anche di legiferare su elementi oggettivi. Noi come Federazione e come Conaps, non come persone ma come Enti, stiamo lavorando molto è vero, ma il maggiore sforzo è quello delle Associazioni maggiormente rappresentative e questo vorrei sottolinearlo”.

“La legge ha permesso – ha proseguito - alle professioni sanitarie di rispondere direttamente ai bisogni di salute dei cittadini e mettere a disposizione tutte le loro competenze senza alcun tipo di intermediazione da parte di altre professioni o di modelli organizzativi o legislativi. Questa relazione diretta tra ogni singolo professionista e il cittadino che ha bisogno di cure è l'elemento più importante della legge 42 del 1999”.

Secondo Beux “a vent'anni di distanza è una legge che ancora non ha interiorizzato le indicazioni e il paradigma fondanti, ovvero l'essere professionista a tutto tondo e quindi condividere le incertezze che caratterizzano la sanità e che non possono essere facilmente gestite sulla base di un elenco puntuale di cose da fare o non da fare. E' un modo di approcciare ai bisogni di salute più impegnativo - ha concluso- perché richiede anche dei rischi oltre che una valutazione critica: però è l'unico modo che si confà allo status di professionista intellettuale a tutto tondo, una figura che deve saper fare anche in presenza di variabili certamente più impegnative rispetto a quelle che caratterizzavano il mondo della ausiliarietà”.
 
Anche l’ex Ministra Beatrice Lorenzin ha preso la parola all’interno del consesso: “Vorrei ringraziare – ha affermato - prima di tutto i deputati della scorsa legislatura, di maggioranza e opposizione, che hanno permesso, in un lunghissimo iter di cinque anni, la nascita della Legge che porta il mio nome. Mi dispiacque molto che da questo processo rimase fuori la Veterinaria. L’esame di questa proposta di Legge ebbe moltissimi ostacoli durante il suo percorso. Le Riforme di sistema hanno processi difficili, che non trovano neanche il dovuto spazio a livello mediatico, come anche per i Lea, per esempio, purtuttavia questi sono argomenti, difficili da spiegare, ma che riguardano la vita di tutti i cittadini”.
 
“Ce ne abbiamo messa tanta e ancora non è finita: una lunga marcia cominciata negli anni Ottanta”. Così Saverio Proia, che ha ringraziato anche l’ex Ministra della Sanità Rosy Bindi, l'ex sottosegretaria Monica Bettoni e i due relatori della Legge 42/99, Ferdinando Di Iorio ed Augusto Battaglia per spiegare “partivamo dall’idea di un ruolo ‘ancillare’, per chi non ha studiato il Latino vorrei ricordare che ancilla si traduce ‘serva’ o, se preferite, cameriera. Da questo partimmo in quegli anni Ottanta. Grazie al coraggio di Ministri come Garavaglia o Costa riuscimmo a realizzare dei Profili con ampie competenze, però lo facemmo con un semplice Dm. Quando la Senatrice Bettoni volle chiamarmi a collaborare con lei al Ministero della Salute le spiegai che si rischiava di creare Professionisti ‘di serie A’ e Professionisti ‘di serie B’, convenne quindi l’allora Ministra Bindi di ‘mettere in sicurezza’ come direbbe Beatrice Lorenzin, l’impianto legislativo che si basava su un semplice Decreto Ministeriale”.
 
“Nessuno direbbe – ha proseguito Proia - che un ragioniere è un ausiliario di un laureato in Economia. Una Professione o è Professione o è altro e quindi questo termine fu levato. Fu poi abolito il mansionario che non esisteva già più nei fatti ma era solo un atto di ricatto degli Infermieri a livello sindacale, che nei fatti era appunto già superato. La terza questione fu l’equiparazione dei titoli, anche questa una grande conquista. Gli Ordini (gli Ordini in Sanità si badi bene, non mi riferisco certo all’Ordine dei Notai) infine, non sono quello strumento ‘reazionario’ che alcuni hanno a volte voluto indicare, al contrario, si sono sempre battuti per istanze progressiste, per una Sanità universalistica e anche per tutelare la Salute, lo vorrei dire, di chiunque. Nessuno, ci tengo a sottolinearlo, è clandestino in Sanità, sembra una bestemmia dirlo di questi tempi, ma nella Repubblica Italiana tutti debbono essere in Salute. Gli Ordini furono aboliti nel Ventennio e ricostruiti dopo la Liberazione, dire che sono reazionari è dunque un ossimoro. Ad ogni modo credo che il processo di Riforma delle professioni sanitarie sia sostanzialmente concluso e che ora occorrano solo dei semplici aggiustamenti”.
 
Per il Ministero della Salute ci sono state all’evento due adesioni di peso: quella di Giovanni Leonardi, protagonista di tante battaglie passate in favore delle Professioni Sanitarie e oggi dg alla Ricerca; e quella di Rossana Ugenti, attuale dg alle Professioni Sanitarie. “Questo per me – ha affermato Leonardi – è un momento di gioia. Io non mi occupo più di Professioni, ma alla Ricerca mi sono battuto per una norma che istituisce il Ricercatore in determinate figure professionali. Ho ritrovato molti di voi come figure professionali ma anche altre, figure che nascono da questo tessuto ma che poi cominciano ad avere una connotazione specifica. Non sono nuovi profili professionali da individuare, bensì professionisti che poi prendono la strada della Ricerca”. Mentre per la Dg Ugenti: “La legge 3/18 come ricordava la Ministra Lorenzin ha avuto un lungo percorso, 5 anni. Vi sono stati numerosi Decreti Legislativi, vorrei ricordare quello che istituì gli Albi. Ci incontrammo, ci confrontammo, fu un lavoro che doveva tenere conto delle specificità delle determinate professioni. Il coinvolgimento delle Associazioni nel processo di formazione dell’Ordine Tsrm Pstrp è risultato fondamentale”. Rossana Ugenti elenca le grandi novità per il mondo della Sanità avvenute ultimamente: “Oggi rientrano tra le Professioni Sanitarie Biologi, Chimici e Fisici, senza contare il passaggio per gli Psicologi. La Chimica e la Fisica in ogni caso rientrano nell’ambito della Salute, non si può affermare che quando si fa una determinata attività si pratica Salute e quando se ne fa un’altra no. Nel momento in cui eserciti una Professione, e la tua è una Professione Sanitaria, devi iscriverti all’Ordine”.
 
Verso il termine della mattinata sono arrivati i saluti dei Sindacati, tra i quali quello della Cisl rappresentata da Marianna Ferruzzi (Fp Cisl Sanità Nazionale): “Vi ringrazio per l’invito di quest’oggi – ha concluso Ferruzzi – un momento importante di celebrazione. Abbiamo ancora tanta strada da fare assieme e noi come Cisl, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, abbiamo avuto il coraggio di firmare l’ultimo Contratto Nazionale. Questo è stato il primo step dopo 9 anni che eravamo senza contratto, ma ne dovremo fare degli altri. Noi abbiamo un problema serio, in tutte le Regioni d’Italia, che è la differenza dei modelli organizzativi che non valorizzano adeguatamente i Professionisti che spesso e volentieri sono chiamate a fare altro”. Tra gli altri, numerosi interventi, si segnalano anche l’ex Senatore Antonio Tomassini; Roberto Di Bella, Consigliere del Comitato Centrale della Fno Tsrm Pstrp; Ferdinando Di Orio ex Senatore dell’allora Pds e poi Ds; Augusto Battaglia, ex deputato Pds e poi Ds; Laila Pierciballi del Movimento dei Consumatori. A loro e a tutti gli altri sono state consegnate, ad uno ad uno man mano che terminavano i loro interventi, delle targhe, sottolineando come esse vengano conferite non “alle persone” bensì alle “Istituzioni” che esse rappresentano, al fine di, “rafforzarle, dato che le persone passato ma le Istituzioni rimangono”.
 
Lorenzo Proia
 

 

26 febbraio 2019
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Approfondimenti:

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