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Liberalizzazioni farmacie. Le proposte di Omnisalus per il riassetto del sistema


"Chiediamo di salvaguardare la professione e i professionisti e non altri che operano per conto terzi in catene Coop Gdo e franchising etc". Questa una delle richieste avanzate da Omnisalut per  rivedere il sistema farmaceutico italiano.

13 FEB - Otto punti per rivedere il sistema farmaceutico italiano tutelando i cittadini e la professione. Ad elaborarle è Omnisalus, associazione di parafarmacie italiane.

Ecco le proposte:

1) Chiediamo di salvaguardare la professione e i professionisti e non altri che operano da professionisti e per conto terzi in catene coop Gdo e franchising etc che non hanno le stesse premesse.

2) Chiediamo che il concorso straordinario sia veramente straordinario ossia fatto per soli titoli

3) Il concorso straordinario non può avere norme ordinarie proprio perché di natura straordinaria soprattutto per chi non ha una normativa adatta alla propria professione proprio come la nostra in parafarmacia. Quindi la prelazione dei Comuni non può essere esercitata se non con le norme concorsuali ordinarie, a cui possono sempre avere diritto.

4) Servirebbe equità nella assegnazione delle sedi farmaceutiche disponibili con questo concorso a chi ha atteso questo evento e la sua riforma da troppo tempo come le farmacie sussidiarie i dipendenti con una certa anzianità di servizio e dei titolari di parafarmacia di soli farmacisti o di società di farmacisti non collegate a farmacie coop e gdo etc. Quindi il numero verrà assegnato in parti uguali tra le realtà.

5) Per evitare la deriva di funzioni del farmacista non di competenza nostra ma degli speculatori del capitale quindi di non farmacisti chiediamo la nostra rivalutazione nel Ssn e non di certo la richiesta di aiuto a chi specula su di noi sottovalutando la nostra laurea e le nostra funzione sociale e sanitaria. Per questo motivo si  richiederebbe un percorso di assegnazioni delle sedi farmaceutiche di soli titolari farmacisti di parafarmacia per codice univoco in revoca agli ordinamenti ordinari come condizione non privilegiata ma di giustizia ed equità da professionisti per avere una situazione di precarietà economica e di precarietà professionale-funzionale nel posto in cui ci troviamo .Quindi la straodinarietà serva anche a ridimensionare con regole straordinarie la nostra assurda realtà. Non riteniamo infatti professionale adibirsi alle vendite come  richiesto dalla legge esistente quando si parla di malato e di malattia e della relativa assistenza.

6) Si salverebbero così i posti di precariato professionale in parafarmacia che non ha alcuno sviluppo nel futuro se non al servizio di catene e del capitale. Si eviterebbe che situazioni ambigue come queste possano in futuro non trovare posizioni accondiscendenti a chi ha più soldi (gdo, coop, catene etc). Non solo, i giovani anche di una certa esperienza come noi cinquantenni qui espressi in parafarmacia (che sono la maggioranza) troverebbero la giusta collocazione proprio perché hanno investito e creduto ,ma che si sono oggi resi conto e trovati a fare i conti con una legge, che non li tutela affatto come professionisti e come laureati, se non come promoter alle vendite....per chi ? per il malato?

7) Vi chiediamo quindi un intervento non qualunquistico ma mirato a riformare un settore che tanto potrebbe dare se ben riformato a partire da chi c'é già nel territorio italiano ,ossia da noi titolari di parafarmacia di soli farmacisti e non composti da altre figure che poco hanno affinità alla cura della malattia e del malato.

8) Combattere la professione in nome di una liberalizzazione che è tutto tranne quella nasconde sinceramente tutto ciò che prelude alla sua consegna in mani poco pulite. Questo a noi non sta bene. Ricordo che chi grida in nome delle liberalizzazioni, caso strano, non è farmacista oppure è costretto a dar voce a chi non lo è come le associazioni che poco hanno a che fare con la nostra storia di laureati.


Liberalizzazioni farmacie. Le proposte di Omnisalus per il riassetto del sistema

Per la salute del cittadino e una concorrenza leale, “chiediamo di salvaguardare la professione e i professionisti e non altri che operano per conto terzi in catene Coop Gdo e franchising etc". Questa una delle richieste avanzate da Omnisalut per  rivedere il sistema farmaceutico italiano.


Otto punti per rivedere il sistema farmaceutico italiano tutelando i cittadini e la professione. Ad elaborarle è Omnisalus, associazione di parafarmacie italiane.

Ecco le proposte:

1) Chiediamo di salvaguardare la professione e i professionisti e non altri che operano da professionisti e per conto terzi in catene coop Gdo e franchising etc che non hanno le stesse premesse.

2) Chiediamo che il concorso straordinario sia veramente straordinario ossia fatto per soli titoli

3) Il concorso straordinario non può avere norme ordinarie proprio perché di natura straordinaria soprattutto per chi non ha una normativa adatta alla propria professione proprio come la nostra in parafarmacia. Quindi la prelazione dei Comuni non può essere esercitata se non con le norme concorsuali ordinarie, a cui possono sempre avere diritto.

4) Servirebbe equità nella assegnazione delle sedi farmaceutiche disponibili con questo concorso a chi ha atteso questo evento e la sua riforma da troppo tempo come le farmacie sussidiarie i dipendenti con una certa anzianità di servizio e dei titolari di parafarmacia di soli farmacisti o di società di farmacisti non collegate a farmacie coop e gdo etc. Quindi il numero verrà assegnato in parti uguali tra le realtà.

5) Per evitare la deriva di funzioni del farmacista non di competenza nostra ma degli speculatori del capitale quindi di non farmacisti chiediamo la nostra rivalutazione nel Ssn e non di certo la richiesta di aiuto a chi specula su di noi sottovalutando la nostra laurea e le nostra funzione sociale e sanitaria. Per questo motivo si  richiederebbe un percorso di assegnazioni delle sedi farmaceutiche di soli titolari farmacisti di parafarmacia per codice univoco in revoca agli ordinamenti ordinari come condizione non privilegiata ma di giustizia ed equità da professionisti per avere una situazione di precarietà economica e di precarietà professionale-funzionale nel posto in cui ci troviamo .Quindi la straodinarietà serva anche a ridimensionare con regole straordinarie la nostra assurda realtà. Non riteniamo infatti professionale adibirsi alle vendite come  richiesto dalla legge esistente quando si parla di malato e di malattia e della relativa assistenza.

6) Si salverebbero così i posti di precariato professionale in parafarmacia che non ha alcuno sviluppo nel futuro se non al servizio di catene e del capitale. Si eviterebbe che situazioni ambigue come queste possano in futuro non trovare posizioni accondiscendenti a chi ha più soldi (gdo, coop, catene etc). Non solo, i giovani anche di una certa esperienza come noi cinquantenni qui espressi in parafarmacia (che sono la maggioranza) troverebbero la giusta collocazione proprio perché hanno investito e creduto ,ma che si sono oggi resi conto e trovati a fare i conti con una legge, che non li tutela affatto come professionisti e come laureati, se non come promoter alle vendite....per chi ? per il malato?

7) Vi chiediamo quindi un intervento non qualunquistico ma mirato a riformare un settore che tanto potrebbe dare se ben riformato a partire da chi c'é già nel territorio italiano ,ossia da noi titolari di parafarmacia di soli farmacisti e non composti da altre figure che poco hanno affinità alla cura della malattia e del malato.

8) Combattere la professione in nome di una liberalizzazione che è tutto tranne quella nasconde sinceramente tutto ciò che prelude alla sua consegna in mani poco pulite. Questo a noi non sta bene. Ricordo che chi grida in nome delle liberalizzazioni, caso strano, non è farmacista oppure è costretto a dar voce a chi non lo è come le associazioni che poco hanno a che fare con la nostra storia di laureati.


Giancarlo Stival
Presidente Omnisalus


13 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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