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Decreto Balduzzi. “Siamo medici e non ci piace affatto”

di I Medici di Sanità in Rete

26 SET - Gentile direttore,
in risposta ai numerosi articoli pubblicati di recente sulle principali testate italiane, in cui il segretario di uno dei sindacati di Mmg afferma con sicurezza che i medici di famiglia sono in grandissima maggioranza soddisfatti delle proposte contenute nel recente Decreto Balduzzi, in particolare in riferimento all'apertura degli studi di Medicina Generale 24 h al giorno per 7 giorni su 7, e visti i risultati di un sondaggio Consulcesi che dimostra che invece il 70% degli oltre 6.000 medici intervistati sono contrari alle suddette proposte, vorremmo puntualizzare quanto segue.

E’ purtroppo ormai consuetudine della politica ricorrere per qualsiasi decisione allo strumento della decretazione, misura sostanzialmente deputata  a risolvere le questioni d’urgenza e questo governo di tecnici, non eletti dai cittadini e quindi  inseriti in una dinamica che appare poco democratica sembra non fare eccezione. Riteniamo infatti che in una materia così importante come la riorganizzazione del Ssn e in particolare del suo cardine, ovvero la medicina di famiglia, sia necessaria una lunga e ponderata discussione in cui ognuna delle parti in causa sia chiamata ad esprimersi.

Le riforme dall’alto, mascherate come urgenza in materia di spending review, non sono tollerabili in uno stato democratico, specie quando si ragiona della salute dei cittadini, principio sancito e tutelato dalla Costituzione. Dunque vi è già un clamoroso errore di partenza in questo decreto, del quale oltre la non democraticità, si vede ben poco anche l’utilità. L’impossibilità per qualsiasi essere umano di lavorare 24 ore su 24 obbligherà, come previsto dal decreto stesso, all’aggregazione di numerosi medici, la quale innanzitutto non sarà possibile in moltissime parti del nostro Paese, se non obbligando i cittadini a veri e propri viaggi della speranza per raggiungere l’agognata struttura.

Ma quando i trafelati cittadini giungeranno alfine all’interno dello studio medico si accorgeranno con disappunto di non trovare il loro medico di fiducia e questo potrà loro succedere in futuro numerose volte, col risultato che il loro medico di fiducia in pratica non esisterà più.

Dunque la riforma mira sostanzialmente a modificare gravemente il rapporto fiduciario medico /paziente, trasformando l’antico e sempre amato medico della persona nel medico della struttura e il classico paziente nel proprio fascicolo elettronico.

La riforma non solo non ridurrà ma verosimilmente aumenterà le spese, in primis per creare le strutture polifunzionali in secondo luogo per pagare chi vi opera ( perché ad esempio l’attività notturna non può essere ricompensata come quella diurna ) e non vi sarà alcuna riduzione degli accessi al PS, perché il paziente ansioso o chi sta veramente male continuerà ad andarci e perché il medico della struttura sarà  in ogni caso obbligato ad inviare  in Ospedale il paziente acuto, per difetto di procedure diagnostico-terapeutiche che solo in ambito ospedaliero possono avere la giusta dinamica.

Il risultati che il decreto vorrebbe perseguire ossia svuotare i PS attraverso l’apertura degli ambulatori h24 non solo non sarà raggiunto ma si rivelerà inutile e costoso, sia perché il paziente ha diritto di recarsi dove vuole sia perché attraverso l’indiscriminato aumento dell’offerta, attraverso una logica da supermarket, il consumismo sanitario tenderà a far lievitare i costi, e sia perché il decreto non tiene conto della specificità dei ruoli professionali, non potendo l’assistenza di Medicina Generale essere interscambiabile con attività di Pronto Soccorso, di Emergenza e di Continuità Assistenziale.

L’apertura h24 servirà soltanto a coloro che ritengono per principio che tutto sia loro dovuto, i quali potranno recarsi in ogni momento e più volte al giorno, trovando sempre qualcuno del gruppone che li ascolta, con inutili e dannosi intasamenti a scapito delle vere e proprie patologie. Inoltre per le prestazioni di diagnostica nei megastudi serviranno soldi e competenze, perché non si può improvvisare una ecografia o un ECG se non si hanno il background e l’esperienza necessari; occorrerà pertanto ricorrere a specialisti, che dovranno essere pagati per la loro opera e che ben difficilmente accetteranno la disponibilità anche notturna, dal momento che la diagnostica già esiste nei PS.

Dunque moltissime ombre e ben poche luci nel decreto Balduzzi, che viene difeso a spada tratta da alcuni sindacati più che altro nel tentativo di mettere le mani su quello che sarà il secondo passo per le megastrutture ovvero il budget stanziato: un bel gruzzolo che qualcuno dovrà amministrare. Ogni cittadino avrà verosimilmente una specie di piccola dote per superare la quale il medico dovrà dimostrare l’effettiva necessità con perdita di tempo ed energie.

Cosa servirebbe dunque veramente a nostro avviso ? I PS andrebbero potenziati e i Mmg, che sono ancora oggi la figura nei confronti dei quali i cittadini italiani hanno la maggiore fiducia, andrebbero sostenuti ed incentivati non senza un’opera di educazione sanitaria nei confronti dei pazienti, ormai indispensabile per evitare accessi inutili in ambulatori ed ospedali e salvaguardare la salute di tutti.

La Guardia Medica non andrebbe soppressa, ma potenziata, con adeguata preparazione dei medici, perché uno dei rischi dell’aggregazione mono o polifunzionale che sia, se gestita attraverso budget contrattati con singole Regioni o singole Asl, oltre a determinare una frammentazione infinita del nostro Sistema Sanitario potrebbe porre seri problemi di qualità dell’assistenza perché c’è il rischio che con il budget si paghino medici alle prime armi per gli sgraditi turni di notte, con conseguente disservizio.

Infine come esistono i premi produzione per i dirigenti amministrativi bisognerebbe introdurre una sorta di premio per i medici che curano bene i loro pazienti, ovvero per quelli che meglio educano, meno ricoverano e più assistono i loro pazienti.

Questo e non il populismo del sempre disponibile sarebbe il meccanismo giusto per una vera rivoluzione della Medicina di base, premiare i migliori e non obbligare tutti ad una vita d’inferno in unioni forzate.

Distinti saluti,

I Medici di Sanità in Rete
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26 settembre 2012
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