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La Campagna Spi Cgil Roma e Lazio: le prestazioni specialistiche nei tempi previsti dalla priorità

di Rino Giuliani

09 FEB -

Gentile direttore,
per tutto il mese di febbraio, promossa dallo SPI CGIL, è in corso la Campagna per l’accesso dei cittadini del Lazio alle prestazioni sanitarie. Nei giorni 13, 21 e 27 l’organizzazione sindacale sarà nei municipi romani, nelle città e nei paesi del Lazio per informare i cittadini su come esigere l’erogazione delle prestazioni in tempi certi, compatibili con la priorità attribuita e per aprire una interlocuzione forte con le istituzioni sanitarie pubbliche.

I quadri ed i militanti dello SPI CGIL di Roma e del Lazio, in ognuno dei tre giorni, saranno contemporaneamente presso oltre 75 strutture sanitarie: ospedali, poliambulatori pubblici, distretti sanitari con proposte precise che riguardano il come riavviare efficacemente la rete pubblica di erogazione delle prestazioni specialistiche.

Il diritto ad accedere alle cure sanitarie pubbliche nei tempi opportuni è obiettivo da tempo attivamente perseguito dal sindacato.

Il Piano regionale riduzione liste di attesa (PRGLA) ed i relativi Piani aziendali lo ribadiscono.

Nella realtà i cittadini-utenti non ne sono adeguatamente informati.


Sovente si tratta di un diritto la cui esigibilità viene ostacolata.

Scarsa la trasparenza e poca l’informazione per chi si rivolge a CUP, RECUP, o agli URP.

Il che penalizza ancora una volta, soprattutto gli anziani, i più deboli.

La carenza di informazioni agli sportelli e nei social media aziendali riguarda particolarmente le modalità per richiedere il rispetto dei tempi di attesa, i percorsi di garanzia e la corretta fruizione, alternativa, dell’intramoenia- a carico dell’Azienda- con il solo pagamento del ticket ove dovuto, pur prevista dal pienamente vigente Dlg 124/1998.

Lo SPI CGIL di Roma e del Lazio, a quest’ultimo riguardo, con la sua rete di Sportelli sociali da tempo informa e affianca i cittadini attraverso una attività mirata a risolvere i sempre più numerosi casi individuali di prestazioni che, disattendendo la normativa regionale, non vengono garantite dalle ASL.

La Campagna per l’accesso alle prestazioni che nei prossimi mesi impegnerà vieppiù le strutture territoriali, Comprensori e Leghe SPI CGIL, ha come punto centrale il rafforzamento della rete specialistica pubblica con il fine di aumentare l’erogazione diretta delle prestazioni specialistiche da parte delle ASL.

E’ obbligo di tutte le ASL garantire l’erogazione delle prestazioni specialistiche nei tempi previsti dalla priorità, in prossimità e negli ambiti di garanzia.

Lo richiede il Piano regionale riduzione liste di attesa che, a tal fine, individua come azione prioritaria da mettere in campo gli interventi per adeguare alla domanda di prestazioni le strutture del sistema erogativo aziendale.

Con il fine del miglioramento del livello di risposta dell’offerta pubblica.

Anche le specifiche azioni e le risorse messe a disposizione per i progetti straordinari di riduzione delle liste di attesa vanno prioritariamente rivolte ai diversi fattori che concorrono alla produzione diretta delle prestazioni specialistiche.

Già nel 2022, sulla base dei dati SIAS 2019-2021 comparati, al fine di recuperare le prestazioni non erogate, era stato chiesto, con nota prot. n. 142410 del 12 febbraio, agli enti del SSR di inviare progetti relativi all’incremento dell’offerta per le prestazioni che presentavano una maggiore criticità nelle rispettive Aziende, (visita oculistica, cardiologica, spirometria (semplice globale), ecografie internistiche, ecocolordoppler vascolari, endoscopie digestive), e di adottare le modalità organizzative richiamate nella DGR n.911, “con particolare ricorso” a :

utilizzo delle prestazioni aggiuntive da parte del personale sanitario presente nelle strutture pubbliche;
incremento del monte ore dell’assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna;
ricorso alla telemedicina;
ottimizzazione dei turni del personale, medico/comparto, e dell’uso degli spazi, delle tecnologie ed attrezzature;
aperture dei presidi sanitari nelle ore serali e nelle giornate di sabato e domenica;
La realtà mostra una attitudine più favorevole verso l’apparente scorciatoia dell’acquisto di prestazioni dal privato, oggi reso anche possibile oltre i tetti annuali di spesa.

Si tratta di una scelta che fa permanere le fragilità della struttura pubblica e consolida una diseguale condizione nel rapporto pubblico-privato.

Il cambiamento dei modi di produzione delle prestazioni, il superamento dei suoi limiti, dipendono dalla giusta attenzione della ASL a tutti i nodi della rete erogativa: i cittadini, le infrastrutture di prenotazione (cup, recup), i medici di famiglia, la specialistica territoriale e ospedaliera. La riduzione significativa delle differenze territoriali e strutturali dei punti di erogazione della ASL.

La Regione e le ASL, nel breve periodo, hanno la responsabilità di recuperare il differenziale fra volumi di prestazioni erogate nel 2019 e volumi erogati attualmente.

Sulla verifica dell’azione delle istituzioni regionali la richiesta è che, per i necessari monitoraggio e controllo delle liste di attesa siano convocati l’Osservatorio regionale e quelli aziendali che, gravemente, fino ad oggi non sono stati messi in grado di svolgere i compiti previsti dalla normativa regionale.

Su questi obiettivi, di breve e medio periodo, è aperta e prosegue la Campagna riduzione liste di attesa dello SPI CGIL di Roma e del Lazio.

Rino Giuliani
Responsabile sanità dello SPI CGIL di Roma e del Lazio



09 febbraio 2024
© Riproduzione riservata

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