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L'osteopatia non vuole sottrarsi alla realtà dell’evidenza scientifica

di Carlo Broggini

03 MAR - Gentile Direttore,
in qualità di Presidente dell'Associazione Professionale degli Osteopati, mi sento in dovere di fare alcune puntualizzazioni in merito al dibattito in corso tra il Dottor Davide B. Albertoni, Presidente del gruppo di terapia manuale, e la collega Paola Sciomachen, Presidente del ROI.
Albertoni muove delle critiche non tanto all'operato del ROI o del suo Presidente ma alla professione osteopatica in quanto tale, spostando il livello del dibattito da “politico” a “tecnico”, affermando, in sintesi, che l’osteopatia non ha sufficiente documentazione scientifica a supporto della sua validità.
Anche la nostra Associazione attribuisce un ruolo fondamentale alla ricerca a favore dell’evidenza scientifica in ambito osteopatico, al fine di promuovere la costante evoluzione della professione e nell’interesse della salute dei pazienti.
Come già ribadito dalla collega Paola Sciomachen, i documenti pubblicati dall'OMS nel 2010 affermano che: " The practice of osteopathy is distinct from other healthcare professions". Mi sembra palese da questa affermazione che l'OMS riconosca l'osteopatia come una professione sanitaria distinta dalle altre. Inoltre, vorrei sottolineare che in molti paesi, come ad esempio Inghilterra, Francia, Svizzera, Australia, Nuova Zelanda (solo per citarne alcuni), l'osteopatia è riconosciuta come professione autonoma e sanitaria.
Vorrei altresì ricordare che, per avvalorare il crescente credito della professione osteopatica a livello internazionale, l'osteopatia è entrata a far parte delle terapie sanitarie ufficiali a disposizione degli atleti nelle Olimpiadi di Londra del 2012.

Il Dottor Albertoni cita poi l'interrogazione Parlamentare della Senatrice Binetti sul profilo professionale dell'osteopata e del chiropratico. "...il Ministero della salute si è già pronunciato, dichiarando l'osteopatia attività sanitaria, ed in quanto tale, praticabile solo da personale sanitario."
Ma questa è un'interpretazione, non una citazione della dichiarazione della Senatrice Binetti. Infatti, il testo riporta quanto segue: "Per quanto concerne l'osteopatia questo Ministero si è più volte espresso affermando che le attività svolte dall'osteopata rientrano nel campo delle attività riservate alle professioni sanitarie". Non aggiunge assolutamente "praticabile solo da personale sanitario". Al contrario, la dichiarazione della Senatrice Binetti, da noi a suo tempo contattata per conferma, è da intendersi come la necessità di regolamentare la professione osteopatica tra le attività sanitarie autonome. Il successivo Disegno di Legge a firma della medesima relatrice ha fornito prova di tale interpretazione, a scanso di ulteriori strumentalizzazioni di sorta.
 
Ricordo, per altro, che le professioni sanitarie in Italia sono 22. Il Dott. Albertoni vuol quindi dire che, per esempio, un tecnico audio-protesista, un igienista dentale o un tecnico di riabilitazione psichiatrica (tutte professioni sanitarie più che rispettabili) possono quindi svolgere lecitamente la professione di osteopata?
Entrando quindi nella disquisizione tecnico scientifica, il Dott. Albertoni afferma che non ci siano meta-analisi o revisioni a sostegno dell'osteopatia, ma quanto da lui affermato non corrisponde al vero. Ecco alcuni esempi:
- John C Licciardone, Angela K Brimhall and Linda N King. Osteopathic manipulative treatment for low back pain: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. BMC Musculoskeletal Disorders 2005
- Franke et al. BMC Osteopathic manipulative treatment for nonspecific low back pain: a systematic review and meta-analysis Musculoskeletal Disorders 2014
- Franke H, Hoesele K. Osteopathic manipulative treatment (OMT) for lower urinary tract symptoms (LUTS) in women.
Il Dott. Albertoni confuta poi l’affidabilità dei test diagnostici osteopatici. E’ vero che sono state pubblicate alcune revisioni a sostegno di questa affermazione ma si dice anche: “However, there are unexplored factors that, after standardization, may improve reliability and further the understanding of musculoskeletal palpatory examination". Tale affermazione, di fatto, apre ad ulteriori studi per l’accreditamento continuo della diagnosi palpatoria, attenendosi al metodo scientifico che dovrebbe essere proprio di ogni disciplina sanitaria, onde evitare il riferimento ad alcun “diritto acquisito” e per promuovere la modernizzazione delle terapie. Quale prova migliore per ribadire il ruolo sanitario attuale dell’Osteopatia?
Cfr. al riguardo: Stovall BA, Kumar S. Anatomical landmark asymmetry assessment in the lumbar spine and pelvis: a review of reliability. PM R. 2010 Jan;2(1):48-56.
 
Concludendo, siamo ben consapevoli che la nostra è una disciplina giovane (100 anni o poco più sono pochissimi) ma è già da parecchi anni che la ricerca osteopatica è attiva con un aumento esponenziale del numero di pubblicazioni come evidenziato dalla relazione Degenhardt.
Come sottolineato dallo studioso americano, la ricerca osteopatica è passata da poche decine di pubblicazioni annuali degli anni 50 alle attuali centinaia con un picco esponenziale dagli anni duemila ad oggi, con un trend continuo di crescita che dimostra quanto l’osteopatia non desideri affatto sottrarsi alla realtà dell’evidenza scientifica.

Carlo Broggini
Presidente Associazione Professionale Osteopati 

03 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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