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A proposito di “bufale” scientifiche/1. E noi italiani?

di Diego Pozza

20 DIC - Gentile Direttore,
in relazione all’articolo “troppe bufale….” di Maria Rita Montebelli vi segnalo un sistema “ingegnoso” per pubblicare “bufale” prima dei cinesi. Alcune riviste mediche italiane, recensite su medline, alla ricezione del testo sono in grado di fornire gli abstracts con la dizione “in corso di stampa” prima ancora della stampa del numero in questione, con la dizione “in press” . Queste riviste non hanno dei Referees e pubblicano lavori scientifici “in bianco” in pratica senza andare troppo per il “sottile”.
 
In questo modo l’Autore ha già una voce bibliografica che compare su medline. Sfruttando questa voce bibliografica invia lo stesso lavoro ad un giornale urologico importante Inglese o Ungherese (tutti su medline) che pubblicano velocemente quasi tutti i lavori inviati senza troppo verifiche dei referees.
Spesso l’autore italiano dichiara di lavorare nel “Reparto di Urologia dell’Ospedale Civile di Montecchio di Sopra, Vicenza”.  Voi pensate che nella Redazione del BJU vadano a vedere se esiste un ospedale a Montecchio di Sopra e se in tale ospedale esiste un Reparto di Urologia? Sicuramente no.
 
L’autore dichiara di aver visitato 200 pazienti con una rara malattia uro-andrologica nel 2014, di averli tutti sottoposti ad una serie di accertamenti ultrasofisticati e costosi, di averli trattati con terapie nuove e di aver avuto grossi risultati.
 
Magari l’autore vive ed ha un piccolo ambulatorio a “Montecchio di Sopra” dove visita 15-20 pazienti al mese e dove pratica solo piccoli esami diagnostici .
 
Gli italiani che leggono il lavoro, sanno che l’Autore lavora a Montecchio di Sopra, sanno che esiste un ospedale ma non possono tutti sapere se esiste un Reparto, una divisione, una UOC, un ambulatorio di urologia…..Comunque altra voce bibliografica conquistata.
 
Poi lo stesso Autore invia un simile lavoro ad uno dei molti Journals Cinesi o dell’estremo Oriente assai felici di pubblicare un articolo di un Autore Italiano “Urologo di Montecchio di Sopra ( forse una grossa città italiana….? Una importante università?? Chi lo sa !)
 
Ecco che l’Autore ha il suo nome su 3-4 riviste nazionali ed internazionali e comincia ad essere invitato ad una serie di congressi in Italia per riferire le sue “strepitose” esperienze. La casa Farmaceutica che vende il prodotto è ben felice di tutte queste pubblicazioni ed è ben felice che l’autore vada ai Congressi di Specialità in Italia a parlare delle sue positive esperienze con tale “nuovo farmaco” che molti specialisti saranno indotti a prescrivere.
 
Per questo anche la Casa Farmaceutica fa le sue “pressioni” affinché   l’autore venga invitato a parlare ai vari congressi che la casa sponsorizza.
 
Ecco quindi che uno specialista che vede 100-200 pazienti l’anno, che conosce bene l’Inglese, che conosce bene tutte le procedure statistiche, che ha del tempo da passare a tavolino, riesca a diventare una Autorità in un certo settore ultra specialistico della scienza uro-andrologica.
Quindi noi italiani abbiamo poco da imparare dai Cinesi
 
Dott. Diego Pozza
Specialista in andrologia, chirurgia generale, endocrinologia, oncologia

20 dicembre 2015
© Riproduzione riservata

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