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Osteopati. Parere Css deve essere vincolante

di Mauro Gugliucciello

25 SET - Gentile Direttore,
chi ha accolto l’invito di fornirsi di occhialini 3d per leggere i resoconti e le riformulazioni degli emendamenti agli articoli 3 e 4, del Ddl lorenzin, sarà rimasto deluso nel constatare che non sono serviti a sciogliere i dubbi e le ambiguità già presenti negli articolati precedenti.
 
Riporto fedelmente le dichiarazioni stampa del Relatore, on. Marazzitti : “Stabilire un percorso oggettivo indipendente dalla politica e dalle lobby. E non può essere una vecchia professione consolidata ad avere l’ultima parola. Sarà il Consiglio superiore di sanità che darà un parere tecnico. Indipendentemente dal potere politico, dal solo mercato o dalla moda, che poi si ribalta sulla politica.”
 
Sottoscrivo parola per parola, ferma la necessità di tradurle in articoli di legge conseguenti.
 
Infatti, una volta individuata una professione da valutare, la sua istituzione deve essere subordinata al parere tecnico scientifico di un organismo terzo per una analisi oggettiva ed indipendente, mentre nell’attuale testo approvato dalla Commissione si parla semplicemente di “previo parere” e quindi senza nessun apparente vincolo a rispettare lo stesso.
 
Detto ciò, a mio avviso non ci sono le condizioni storiche, né tanto meno quelle scientifiche, per riconoscere oggi nel nostro Paese l’osteopata.
 
Ma queste considerazioni, di parte, sono opinabili. Quello che conta, ripeto, è che ci sia un organismo indipendente, composto di tutte le competenze necessarie, che esprima il suo insindacabile giudizio sull'opportunità di istituire una nuova professione.
 
Sinceramente non capisco i timori legati a questo passaggio visto che gli stessi osteopati hanno dichiarato di possedere materiale scientifico più che esaustivo a giustificare la loro promozione in ambito sanitario.
 
Quindi, Presidente Marazzitti, se siamo tutti d’accordo, dove sta il problema a scrivere la norma in maniera chiara e senza ambiguita?
 
 Ministro Lorenzin, la prego, non ci faccia rimpiangere il lavoro fatto dal Parlamento, più di dieci anni fa, con il varo dell’art 5 della legge 43 che, tutt’ora, fissa i criteri per il riconoscimento di nuove professioni sanitarie.
 
Mauro Gugliucciello
Fisioterapista, Udine

25 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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