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La legge 180 nell’Italia di oggi

di Manlio Converti

10 APR - Gentile Direttore,
non rappresento certo tutti i giovani psichiatri, sia perché non sono più tanto giovane, sia perché la maggioranza di loro ha problemi ad essere omologato ad un sistema di potere per trovare lavoro nel privato, essendo il pubblico da oltre dieci anni avaro di possibilità di carriera.
Il mio punto di vista sulla 180 però vale.
 
Ne parlerò a Genova durante gli eventi organizzati dal Professor Bollorino, trattando i temi di intersezione, migranti e omosessuali, che rappresentano in psichiatria un diverso problema di diritti negati.
 
Sui migranti pesa l'ignoranza delle caratteristiche culturali insite in tutta la psichiatria, anche la nostra, che noi erroneamente consideriamo come assoluta, anche quando ragioniamo di 180.
 
Sulle persone LGBT diremo che solo nel gennaio 2018 la SIP ha riconosciuto la normalità dell'omosessualità in Italia, ma non il SSN e ancora non ci sono tutele adeguate contro le terapie riparative e per una adeguata accoglienza quando si hanno comunque malattie psichiatriche, da cui invece certa psichiatria pretende siamo esenti per non esporsi sul tema ed altra invece incolpa ancora la nostra diversità sessuale.
 
Tuttavia io voglio ragionare sul problema generale della Psicosi, malattia etnica per i suoi contenuti, sempre legati al contesto familiare e culturale, e  malattia con una certa caratteristica genetica o quanto meno familiare, dato il numero di consanguineità di psicosi o altri disturbi di personalità, che rendono più difficile il sostegno interno tra familiari, ma anche il sostegno da parte della ASL o della Società.
 
Va detto che proprio la Magistratura si oppone con violenza alla legge 180 con sentenze che aumentano l'obbligo di presa in carico di persone che commettono reato o atti autolesionisti senza un criterio ad personam, ma con sentenze che si sostituiscono alla legge e che ricadono su tutti i pazienti, anche quelli guariti o seppur cronici autonomi e non pericolosi.
 
Shining fa ancora paura ma d'altra parte da vicino nessuno è normale e di assassini nel mondo ne abbiamo davvero tanti. Qualcuno ha dato un nome di patologia psichiatrica anche ai terroristi (Fana). Quindi la confusione è enorme.

Il problema è che non esistono risorse umane adeguate, che le cure sono per la maggior parte ottime e le persone riprendono una vita completa o comunque adeguata. In altri casi la loro cronicità non è diversa dalla cronicità di tutte le altre patologie invalidanti, tranne forse la più giovane età e il permanere in ognuno di loro del desiderio di una vita completa ed emancipata.
 
Essere autonomi crea conflitto. Questo paradosso evidente negli adolescenti, diventa repressione violenta negli psicotici cronici, perché protestare o chiedere autonomia sono sintomi in psichiatria.

Il problema sono anche i fantasmi: la Paura irrazionale della malattia mentale (quindi una malattia mentale a sua volta) e il Fastidio della gestione della cronicità (che vale ovviamente per tutte le cronicità).
Il problema sono i morti suicidi, perché alcuni psichiatri chiamano depressi tutti o la maggioranza dei suicidi, mentre altri psichiatri chiamano psicotici solo alcuni suicidi, depressi da psicosi alcuni altri, ma soprattutto chiamano depressi da cause non psichiatriche la maggioranza dei suicidi e tentati suicidi.
 
Il problema sono anche gli omicidi. Sappiamo che la media scende sotto quella della popolazione generale se le persone psicotiche seguono costantemente la terapia (oggi abbiamo i LAI di II generazione) ma sappiamo che alcuni pazienti sono resistenti a tutti gli psicofarmaci e che la maggioranza di loro non sarà mai pericoloso né per sé né per gli altri, e sappiamo che viene attribuita la diagnosi di psicosi dai mass media quando persone sane di mente fino a quel momento commettono omicidi efferati e perfino a criminali incalliti. In Italia abbiamo ancora i camorristi e mafiosi alla ricerca di una "patente di pazzo" per essere esentati dal 41 bis.

Il problema è la totale assenza di risorse sociali e le scarse risorse ASL, necessarie per garantire i pazienti con cronicità (con tutti i tipi di malattie croniche), perché i pazienti psichiatrici non possono lamentarsi dell'abbandono: ogni loro protesta diventa un atto patologico e così velocemente ogni paziente viene privato di tutto, anche nei contesti migliori.

Anche le nuove generazioni in politica sono prive di voce, i problemi sono omologati dalla televisione su slogan volgari, mentre la crisi economica ha tagliato il futuro della maggioranza dei giovani, soprattutto nella mia Regione.

Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY


10 aprile 2018
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