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Toscana. Il privato che avanza fagocita il Servizio sanitario pubblico

di Paolo Sarti

15 MAG - Gentile Direttore,
le liste non si abbattono con delibere aziendali del tipo di quella dell’Asl Centro Toscana che vede delegare prestazioni (settantaduemila!) ai privati (investendo quasi tre milioni di euro): i privati, pur di entrare nel mercato, oggi “fanno lo sconto”, il prezzo “conveniente” per l’Asl. Poi, quando molto sarà delegato a loro, loro  faranno il prezzo! E ovviamente, essendo struttura commerciale, faranno di tutto per indurre il consumo delle prestazioni. Smaltite un po’ liste nell’immediato quindi il problema si ripresenterà ancora più forte e incontrollato. 

Cercare di ridurre i tempi d'attesa per le prestazioni sanitarie nel pubblico ricorrendo all'accreditamento di strutture private porta al disastro del servizio sanitario universalistico.

Le liste di attesa sono causate dai tagli alle risorse, alle strutture, al personale. E sono causate anche  dalla diffusa inappropriatezza delle prestazioni: un consumo di farmaci e prestazioni inutili e inadeguate,  alimentato ulteriormente dai contratti  che prevedono una sanità integrativa (inevitabilmente destinata a divenire sostitutiva e senza orientamento). E’ su tutto questo che bisogna agire.

Le liste di attesa si abbattono soprattutto reinvestendo sul servizio sanitario pubblico e non continuando a tagliare i fondi! Sappiamo bene che dobbiamo fare i conti con i pochi soldi che lo stato stanzia per la sanità, ma allora si facciano scelte politiche diverse: meno privato in convenzione, le risorse destinate al privato per l'acquisto di queste prestazioni sono oggettivamente sottratte al pubblico. 

Si combatta la mala gestione (vedi il buco di Massa o lo spreco di denaro pubblico che comporta il project financing). 

Si  programmi un miglior utilizzo dei macchinari e una diversa organizzazione e distribuzione del personale impiegato (personale dedicato e incentivazione per gli operatori coinvolti). Ed anche  meno dirigenti: i dati ci dicono che il personale sanitario, quello che “fa o non fa la buona sanità” (medici, infermieri, ostetriche, ecc.) è stato tagliato drasticamente, ma in controtendenza i dirigenti sono aumentati (e spesso anche con un aumento di stipendio!). 

Noi avevamo lanciato l’allarme da subito che questa pessima riforma sanitaria toscana, per le dimensioni mastodontiche che assumevano le tre Asl, avrebbe  inevitabilmente portato ad un aumento del numero dei dirigenti, senza alcun risparmio!  Come Sì Toscana a Sinistra abbiamo anche sostenuto un referendum per chiederne l’abrogazione. 

Le liste d'attesa si abbattono molto anche con l'appropriatezza della prestazione sanitaria. Cioè fare alle persone solo quello che serve e quando serve (e subito.. se la malattia richiede interventi tempestivi). “Non ce la faccio a fare mille TAC al giorno? Allora le faccio fare ad un privato che pago con i soldi delle tasse”: ma così ad certo punto il sistema naufraga! Il mancato controllo dell'appropriatezza, che non viene certo eseguito per le prestazioni erogate dai privati, produrrà sempre un crescente numero di richieste di analisi, indagini diagnostiche, interventi chirurgici. Scelte fatte con una logica meramente economica, di effetto immediato ma non certo duraturo, ingolferanno ulteriormente il servizio pubblico e spingono il Sistema Sanitario Regionale a mettere in secondo piano la qualità e l’appropriatezza. 

Per risolvere il problema delle lunghe liste di attesa per la cronicità occorrono iniziative più organiche, di orientamento della domanda prescrittiva. Questo si raggiunge solo col coinvolgimento di tutti gli attori, medici, infermieri, pazienti … in una collaborazione che veda il nascere di campagne di educazione sanitaria per l’uso corretto dei servizi e al tempo stesso un rafforzamento di quella che si chiama la “sanità di iniziativa”, affinché i medici di famiglia si facciano carico e concordino con le persone affette da malattie croniche programmi prescrittivi su basi di evidenza scientifica (riducendone così il consumo inappropriato).

Gli ulteriori tagli previsti, il blocco del turn-over e l’esodo pensionistico del personale che vede solo rimpiazzati uno su tre (e nulla si sta facendo per un avvicendamento di pari competenza ad esperienza: saranno in prima linea giovani medici in solitudine) manderanno ancor più nel caos il servizio sanitario pubblico, spostando tutto sul privato, con tutte le disuguaglianze sociali che ne deriveranno. 

Con una nostra delibera abbiamo chiesta alla Giunta di intervenire nei confronti della direzione aziendale  dell’ASL Centro perché revochi questo sconsiderato bando di appalto ai privati. Un segno che noi riteniamo indispensabile da dare a tutta la Sanità Toscana per ritrovare la giusta direzione:  la salvaguardia e il rafforzamento del servizio pubblico, l’unico che può chiamarsi universalistico. La dirigenza cominci a lavorare per il futuro, con un ottica più lunga e duratura, con interventi strutturali organici, senza sbandamenti e interventi spot a macchia di leopardo che fanno più “notizia” che buona sanità.

Paolo Sarti
pediatra
Consigliere Regionale Sì Toscana a Sinistra


15 maggio 2018
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