La formazione-lavoro in medicina generale in tempo di pandemia
di Associazione Liberi Specializzandi
25 APR -
Gentile direttore,
l’emergenza coronavirus ha messo in luca la tardiva e mancante risposta del territorio alla prevenzione, gestione e contenimento della pandemia. Abbiamo tutti descritto questa realtà e denunciato le mancanze senza soffermarci su un altro aspetto non marginale della lotta al coronavirus ovvero del ruolo del medici in formazione in medicina generale.
Un esercito di oltre 4 mila medici che si stanno formando e ulteriori 2.500 che hanno vinto il corso e non possono ancora cominciare ufficialmente a formarsi.
Mentre i secondi stanno ancora aspettando l’avvio ufficiale del corso, i primi stanno già lavorando nel territorio nei vari settori della medicina generale e si sono trovati spaesati e disorientati dalla mancanza di organizzazione supporto e linee di indirizzo delle segreterie dei corsi di formazione almeno nella primissima fase dell’emergenza.
Quale doveva essere il ruolo del medico in formazione?
Fino all’avvento del DL 14 del9 Marzo 2020 praticamente nessuno e ci sono arrivate segnalazioni da parte di corsisti “rifiutati” per cosi dire dagli ospedali perché di intralcio.
Ma il lavoro e la forza di un giovane medico del territorio è e deve essere maggiormente nel territorio.
Così con l’avvento del decreto legge citato si sono costituite le USCA (articolo 8) e si è data la possibilità di lavorare serenamente nella continuità assistenziale o come sostituti di MMG facendo riconoscere loro le ore di lavoro come tirocinio pratico (articolo 4).
Ma le regioni hanno preso visione della normativa e hanno promosso oppure ostacolato queste misure?
A giudicare dalle risposte il quadro nazionale non è roseo e divide il campione dei 140 intervistati in 3 parti: un terzo ha ricevuto notizie positive, un terzo negative e un terzo non ha ricevuto alcuna comunicazione ed è tuttora disorientato.
Questo almeno per quanto riguarda il riconoscimento delle ore di CA e di sostituzioni MMG.
Più chiaro e positivo il riconoscimento delle USCA come lavoro e non si capisce il perché di tale differenza almeno con la CA dato che rappresentano lo stesso servizio ma in orari diversi (seppur con diversa dotazione di DPI).
Infine i corsisti in medicina generale sono pronti per fare quel salto verso la piena attuazione della formazione lavoro, come emerge anche dalle ultime domande fatte al campione intervistato che si ritiene favorevole nel 90% dei casi anche a prolungare il così detto decreto semplificazione oltre la sua data di scadenza.
Quello che chiediamo è una uniforme applicazione del decreto legge 14 del 09 marzo, una presa di posizione netta del Ministero della Salute e un iter parlamentare solido che ci faccia fare quel salto normativo di cui abbiamo bisogno. Non possiamo del resto tornare indietro dopo aver sperimentato la formazione lavoro “piena” durante la crisi e “parziale” fino al 31/12/2021 del Decreto Semplificazione: andiamo avanti per continuare a rinnovare la formazione in medicina generale.
Qui l'indagine completa Als.
Claudio Cappelli, Domenico Picone, Roberto Bellacicco, Guido Santini, Flavia Loffredo, Maria Cristina Sangiovani, Simona Di Mattia, Edoardo Messina , Carlo Sanna, Lara Priolo, Carmine Cecola
Associazione Liberi Specializzandi
25 aprile 2020
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