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Addis (Omceo Sassari): “Più rispetto per i medici”


23 MAR - “Basta Eroi. I medici sono stufi di essere chiamati eroi quando sono chiamati a risolvere situazioni di emergenza in condizioni estremamente difficili, dopo anni durante i quali sono stati abbandonati da tutti, considerati un peso economico per lo stato dai politici e da ampie quote di popolazione. Maltrattati dalla popolazione, aggrediti, denunciati quasi sempre senza motivo, lasciati soli dalle autorità e dalla politica per anni, ora li si vuole trasformare in eroi per poi dimenticarsene alla fine dell’emergenza. È ora di finirla!”.

Questa la dura presa di posizione, nel corso di un incontro on line, del presidente dell’Ordine dei medici di Savona Luca Corti, condivisa dal Consiglio dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Sassari, che ha voluto esprimere la sua posizione:
 
“In primis ai Medici ed agli operatori sanitari un ringraziamento per gli sforzi immani ed i sacrifici che in questi giorni assumono connotati eccezionali, ma che da sempre sono comunque notevoli, sproporzionati rispetto allo scarso riconoscimento ed alle continue aggressioni da più fonti – ha dichiarato Nicola Addis, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari a nome del Consiglio – e in questo momento sono chiamati alla difficile scelta tra il rischio per l’incolumità propria e dei propri cari e la prosecuzione di una guerra senza armi; scelta che, inevitabilmente, ha ed avrà un unico sbocco, almeno per chi sta in trincea, e cioè proseguire la battaglia per non abbandonare chi ha bisogno di cure. É inaccettabile questa situazione, ma è sotto gli occhi di tutti che deriva da anni di scelte politiche e di management scellerati, che hanno subordinato l’assistenza sanitaria a logiche aziendalistiche mutuate nel peggiore dei modi da dottrine economistiche; ed è inevitabile che alla fine di questa emergenza si dovrà fare i conti con chi ha voluto e sostenuto queste logiche, ma soprattutto pretendere una nuova impostazione del sistema assistenziale, fondato, con priorità esclusiva, sui bisogni del cittadino.
 
Si vuole anche rimarcare che quegli operatori sanitari che oggi stanno in trincea spesso combattono seguendo tattiche che gli sono state imposte da chi, nella cabina di comando, sembra non conoscere adeguatamente il campo di battaglia; non possiamo certamente permetterci, in questa fase di decisioni rapide, troppe interlocuzioni, ma neppure è ammissibile una discrasia tra la teoria dei decisori e la pratica degli esecutori. Così come non ha nessuna utilità invocare soluzioni utopistiche ed irrealizzabili: un esempio è rappresentato dai DPI piuttosto che dai ventilatori meccanici, la cui carenza rappresenta una delle principali criticità per l’assistenza e per la sicurezza; indubbio che alla fine della partita qualcuno dovrà pur rispondere della carenza di questi ed altri presidi, ma in questo momento questa prospettiva poco aiuta il paziente e l’operatore sanitario; quello che serve è incentivare in tutti i modi gli approvvigionamenti e la nuova produzione, anche con conversione di alcune linee produttive (come già succede) e, se necessario, al di fuori di forme di accreditamento incompatibili con l’emergenza.
 
Ai decisori politici ed ai manager chiediamo, al di fuori di logiche propagandistiche (o difensivistiche per futuri inevitabili addebiti), chiarezza, lealtà, concretezza; a titolo esemplificativo, come si può raccontare di grandi scorte di Dpi nelle Aziende, e poi distribuirne una o due a ciascun Medico di Medicina Generale, o lasciare sforniti molti servizi? E come si può immaginare che la soluzione alla carenza di medici consista nell’arruolamento estemporaneo di Colleghi pensionati (peraltro maggiormente a rischio per età) o di giovani neolaureati. Che comunque non dovranno essere mandati allo sbaraglio come giovani soldati in una carica contro l’artiglieria pesante!
 
Ai cittadini chiediamo collaborazione, pazienza, adesione alle regole per contenere il contagio e limitare accessi ospedalieri: entrare in ospedale comporta un ulteriore sovraccarico per una Sanità allo stremo e rappresenta un concreto pericolo di contrarre il virus. Ma chiediamo, anzi pretendiamo, anche rispetto: quel rispetto che da troppo tempo manca per una categoria che, pur esposta all’errore, da sempre opera per il bene altrui; e questo rispetto lo pretendiamo anche per il futuro.
Non sappiamo quanto queste poche righe siano concretamente utili, ma si ritiene doveroso sancire in modo inequivoco il pensiero e la posizione di questo Consiglio, cui in questi giorni corrisponde, da parte di tutti i componenti, nei limiti dei compiti e delle possibilità di ciascuno, un’azione di sostegno, indirizzo, consulenza, verifica e collaborazione volta a tutte le figure coinvolte”.
 
 

 

23 marzo 2020
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