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Intervista a Giovanni Iacono (Federsanità): "Direttiva transfrontaliera è grande opportunità per l'Italia. E noi vogliamo coglierla"


04 DIC - Del progetto Federsanità sul turismo sanitario e le sfide che si aprono per l'Italia abbiamo parlato anche con Giovanni Iacono, Presidente Regionale Federsanità Anci Sicilia e Vicepresidente Nazionale Federsanità Anci.

Dottor Iacono, partire dal prossimo 4 dicembre sarà operativa la Direttiva 2011/24/UE che consente ai cittadini europei di muoversi ed usare liberamente i servizi sanitari dei Paesi aderenti: secondo Lei la direttiva aiuterà l’aumento dei flussi di pazienti che dall’estero vengono in Italia?
La Direttiva Comunitaria è un fatto storico molto rilevante ed è una grande opportunità per il nostro Paese perché il Servizio Sanitario Nazionale Italiano è tra i primi a livello mondiale, l’Italia ha il più grande patrimonio artistico e culturale del mondo, il maggior numero, per nazione, di siti patrimonio dell’Umanità, il maggiore patrimonio enogastronomico di Europa con 176 prodotti Dop e Igp e 358 vini Docg. Perché cito questo? Perché l’Italia ha una grande attrattività purtroppo non valorizzata in modo adeguato e finora, malgrado siamo dotati delle eccellenze citate prima, non si è avuta alcuna politica tesa a favorire un settore, quale la mobilità sanitaria, che rappresenterebbe un fattore di sviluppo e di occupazione molto significativo. Adesso la direttiva comunitaria e il D.L. 38/2014 di attuazione della direttiva offrono l’opportunità al paese di crederci ed investire nella mobilità attiva. Abbiamo le ‘carte’ migliori per essere i primi in questa sfida che ha eliminato ogni frontiera. Negli ultimi due decenni, a livello mondiale , il turismo medico sanitario è un fenomeno che ha avuto uno sviluppo senza precedenti con impatti molto positivi per diversi paesi, in modo particolare quelli in via di sviluppo, in quanto estremamente vantaggiosi a livello di costi ma non senza rischi. Sono quindi certo che una politica attenta e lungimirante aumenterà la domanda e quindi il flusso di pazienti verso l’Italia.
 
Federsanità Anci ha promosso un progetto chiamato Italiastarbene che punta sull’uso della direttiva 2011/24/UE come opportunità per il nostro SSN di portare pazienti stranieri a curarsi da noi e a godere delle numerose eccellenze che il nostro Paese offre.
Federsanità-ANCI ha colto, per prima, l’enorme potenziale opportunità per la Sanità italiana in particolare e per il ‘sistema-paese’ in generale ed ha elaborato il progetto ‘Italiastarbene’, che si pone l’obiettivo di favorire proprio la mobilità attiva transfrontaliera, dagli altri paesi verso l’Italia, attraverso un sistema che mette in rete le strutture sanitarie di eccellenza sia pubbliche che convenzionate con il SSN. Il progetto è stato presentato al Ministro Lorenzin, che il 31 ottobre 2014 ha voluto anche esternare formalmente il proprio apprezzamento per l’iniziativa di Federsanità ANCI. Già in questi mesi abbiamo attivato incontri con gli Assessori regionali alla salute tesi alla sensibilizzazione all’importante tematica e bisogna adesso che ognuno faccia la propria parte, dal governo, alle regioni, alle aziende, alle comunità locali. E’ necessario attivare una seria programmazione ed attrezzarsi organizzativamente in maniera professionale e competitiva per gestire in maniera ottimale anche la ricettività e l’attrattività per gli accompagnatori.
 
Il fenomeno del turismo sanitario è un fenomeno in crescita. Quali possono essere i valori e le criticità di questo fenomeno?
Il turismo Medico Sanitario comprende diverse aree che J.C.Anderson nel 2004 classificò come: malattia, benessere, miglioramento estetico, riproduzione. La malattia comprende un’ampia serie di prestazioni, dai check up a qualsiasi forma di interventistica chirurgica, fino ai trapianti; l’area benessere dalle cure termali ai centri dietetici per il dimagrimento controllato; il miglioramento estetico ricomprende gli interventi per il ringiovanimento, la chirurgia plastica e la cosmetica; l’area della riproduzione con tutti i trattamenti per la fertilità, la procreazione assistita ecc. Il valore maggiore in questo fenomeno è dato, ovviamente, dalla possibilità di una maggiore tutela della salute in quanto ci si sposta per andare in centri specializzati di eccellenza. Le criticità sono legate ad una possibile enfatizzazione dell’aspetto commerciale del trattamento sanitario con i pazienti considerati alla stregua di clienti di un servizio e meno come Cittadini portatori del diritto di ottenimento di servizi sanitari con ovvie ricadute negative per le classi meno abbienti. Siamo all’inizio, il traguardo di liberalizzazione del settore sanitario è raggiunto e adesso bisogna adeguatamente disciplinarlo e regolarizzarlo seguendo norme internazionali condivise con al centro la persona umana, l’umanizzazione delle cure e la tutela della salute senza distinzione di ‘classi’. Ricordo, tra l’altro, che il ‘turismo’ sanitario è un fenomeno che ha origini antiche. La ricerca di località dove poter trovare giovamenti fisici, azioni benefiche delle acque termali e depurative, clima mite è stata presente e praticata in mondi diversi (si pensi all’India con la medicina ayurvedica o alla Cina con la medicina tradizionale) e fin dai tempi dei Sumeri. Persone facoltose affrontavano lunghi e faticosi viaggi per raggiungere le località già note per gli effetti salutari.
 

Federsanità ANCI promuove il progetto Italiastarbene per valorizzare il SSN italiano e le sue eccellenze attraverso il valore del nostro territorio: secondo lei qual è la strada da percorrere per creare la sinergia tra tutti gli attori che possono contribuire a questo progetto (Ospedali, Regione, Enti Locali)?
Penso che il lavoro svolto da Federsanità ANCI con i suoi consulenti vada nella giusta direzione. Il progetto prevede un lavoro interno al paese ed esterno. In Italia si sta attuando un’azione di sensibilizzazione delle Istituzioni centrali, periferiche e locali e il coinvolgimento dei direttori generali delle strutture sanitarie di eccellenza. Si tratta di un progetto impegnativo, difficile, necessariamente attuato in una logica strategica di sistema. Una mission comune e condivisa. Ogni ‘attore’ deve svolgere i propri ruoli. Il Governo e le Regioni devono credere ed investire nel progetto perché il turismo sanitario deve essere governato e sostenuto da serie politiche di incentivazione e di supporto a livello di governo e non può certo essere lasciato alla libera iniziativa perché può essere senz’altro di qualità ma non può incidere in maniera determinante per la crescita progressiva del settore. Le strutture sanitarie devono riuscire ad essere efficaci e competitive in grado di rispondere al meglio all’aumentata ‘domanda’ di prestazioni, gli Enti locali e le imprese private a dare il supporto necessario all’organizzazione per l’accoglienza, la logistica, i servizi dei pazienti e dei loro accompagnatori.
 
Vista l’attrattività turistica della Sicilia e l’opportunità del turismo sanitario, come ritiene agire per promuovere Italiastarbene?
Molti analisti vedono il futuro contrassegnato dalla mobilità internazionale alla ricerca di qualità e alla ricerca di costi ridotti a parità di servizi. Ad esempio, i pazienti americani si recano all’estero per curarsi a costi minori rispetto al loro paese ed è un tipo di domanda diversa rispetto a quella che guarda solo all’eccellenza senza guardare ai costi che è tipica dei pazienti provenienti da Russia, paesi del golfo e paesi emergenti asiatici. La Sicilia è stata caratterizzata dalla prevalenza di turismo sanitario passivo, si pensi che la Lombardia, su dati elaborati dalla stessa regione, ha incassato nel 2013 ben 92 milioni di euro per il flusso di siciliani in cura negli ospedali lombardi su un saldo complessivo di 543 milioni di euro di mobilità sanitaria della sola regione Lombardia tra mobilità attiva 896 milioni di euro e mobilità passiva in rimborsi di 326 milioni di euro. Si sono però cominciati ad avere in Sicilia segnali distinti di un inizio di inversione di tendenza a partire dal 2010 a conferma di un miglioramento della qualità del Servizio Sanitario Siciliano. I ‘viaggi della speranza’ seguono ormai un trend in negativo con un corrispondente trend di mobilità attiva. Il saldo è ancora negativo ma il trend di miglioramento è costante e quindi è il momento giusto per fare le scelte giuste, per programmare e pianificare quale tipo di mobilità sanitaria si vuole promuovere, su quali centri di eccellenza e come la si vuole attuare. Federsanità ANCI ha sottoscritto nel mese di ottobre 2014 un protocollo d’intesa e di collaborazione con la Regione Siciliana nell’area integrazione socio sanitaria, innovazione sanitaria ed immigrazione e l’Assessore regionale alla salute Lucia Borsellino ha mostrato piena convinzione sulla opportunità data dalla Direttiva comunitaria 24/2011. Si pensi ad esempio a quale impulso può essere dato, basta crederci, a tutto il comparto siciliano delle cure termali. 11 centri termali con acque straordinariamente medicamentose che oggi sono sottoutilizzate o utilizzate male. Gli 11 centri siciliani, fonte Quotidiano di Sicilia, portano 440.000 pernottamenti e il solo centro termale di Montecatini ha 1,7 milioni di pernottamenti. Non vorrei togliere un solo pernottamento a Montecatini ma aggiungerne tantissimi altri in Sicilia provenienti dai paesi esteri ed invitarli ad unire l’utile al dilettevole in una esperienza di accoglienza in una terra bellissima, crocevia millenaria di popoli e di culture dai Fenici, ai Greci , ai Cartaginesi, ai Bizantini, ai Normanni, agli Arabi, agli Svevi, agli Angioini, agli Spagnoli, Borboni, ecc. che hanno lasciato città, chiese, palazzi, monumenti, modelli di vita, pratiche alimentari ed enogastronomiche, patrimoni culturali inestimabili. Tantissimi siti patrimonio dell’Unesco, tanti scrittori ed artisti e basso tasso di mortalità. Perché non venirsi a curare in un posto così ? In sintesi direi che Italia è proprio ‘Star bene’.

Carlotta Bettanini 

04 dicembre 2014
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