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PS Udine, si dimettono anche primario e ff. Sindacati: “Epilogo atteso di politiche sbagliate”

di Endrius Salvalaggio

Peratoner (Aaroi Emac): “Le scelte sull’emergenza-urgenza della Regione sono state sbagliate, non poteva andare diversamente”. Olivo e Traunero (Fp Cgil): “Si è investito sui lavori di adeguamento e attrezzature elettromedicali, ma non sul personale, massacrandolo fra turni ed insoddisfazioni”. Tosto (Anaao Assomed): “In questa situazione molti altri medici si dimetteranno, servono incentivi e un piano di assunzioni”.

03 MAG - I sindacati sono tutti d’accordo che l’epilogo del Pronto soccorso di Udine non poteva essere diverso, dopo tante denunce. In pochi mesi a dare le dimissioni è stato in primis il direttore della struttura, poi il successore facente di funzioni nelle scorse settimane, oltre ad altri medici del reparto. Questo malessere generalizzato, come spiegano i sindacati, deriva dal fatto che a pregiudicare sono state le scelte errate di Asu Fc e della politica regionale.

“Una fine annunciata. Gli operatori dell’emergenza-urgenza di questa regione – dice Alberto Peratoner, presidente regionale di Aaroi Emac Friuli Venezia Giulia - le società scientifiche e questa organizzazione sindacale da più di un anno avevano pesantemente denunciato la drammatica ingravescente situazione dei Pronto Soccorso di Asu Fc e messo in guardia l’amministrazione e l’assessorato sul possibile rischio di collasso del più grande Pronto soccorso della Regione, quello di Udine, appunto. Dopo 5 anni di scelte strategiche completamente sbagliate e fallimentari, di nessuna programmazione, ora giungono anche le dimissioni della collega facente funzioni, dimissioni per nulla inattese ed assolutamente condivisibili che evidenziano l’insostenibilità di questa aberrante situazione fatta da turni massacranti per mancato governo dei flussi aziendali con più di metà organico medico dimessosi nell’ultimo anno e con personale residuo assolutamente insufficiente ai volumi di attività e sempre meno valorizzato e fidelizzato”.

Sull’accaduto interviene anche l’organizzazione sindacale Fp Cgil Fvg che, pur riconoscendo ciò che è stato fatto sul versante degli investimenti di oltre 500mila euro in lavori di adeguamento e attrezzature elettromedicali, sottolinea come l’Azienda sanitaria “non ha investito sul personale, arrivando a un epilogo annunciato, che specchia un ambiente di lavoro difficile in tutti i sensi. Sia per il Pronto soccorso di Udine che per San Daniele del Friuli, Tolmezzo e anche di Spilimbergo, appena oltre il Tagliamento. Ulteriori fronti critici, sul territorio provinciale e regionale, quelli dei punti nascita, dei consultori e dei servizi per la salute mentale, tutti in corso o a rischio di ridimensionamento, mentre le fragilità e i bisogni di cura aumentano”, concertano Orietta Olivo e Andrea Traunero, di Funzione pubblica Cgil Fvg.

Massimiliano Tosto, segretario regionale di Anaao Assomed, che conosce entrambi i medici dimissionari, racconta che “il Direttore ed il medico che l’ha succeduto sono stati 2 dei miei ‘maestri’ ai tempi dall'Università e conosco bene i valori professionali e umani di entrambi. Ormai la situazione dei Pronto soccorso con cooperative su Udine, San Daniele del Friuli, Palmanova e Latisana è ovviamente disastrosa ed in continuo peggioramento. Con l'estate alle porte, la chiusura di posti letto per ricovero e la contrazione ulteriore degli organici causa ferie, da questi punti strategici degli ospedali avremo ulteriori fughe di medici “senior”. Come Anaao, chiediamo un'ulteriore incremento dell'indennità regionale per i medici che lavorano in queste strutture per far sopravvivere il personale almeno fino a fine anno e chiediamo poi un piano serio di uscita dal modello delle cooperative, costosissimo, inefficace e distruttivo sulle organizzazioni, oltre al fatto che la legge 34 prevede una sola possibilità di rinnovo per massimo un anno degli appalti esterni, che Asu Fc si è già giocata”, conclude Tosto.

Endrius Salvalaggio

03 maggio 2024
© Riproduzione riservata

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