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Veneto. Zaia “Dovere di civiltà fare il possibile per curare bambini con staminali purché in sicurezza”


Quello della piccola Sofia non è un episodio isolato. Dopo il caso delle Marche, anche in Veneto c’è una bambina che sta vivendo lo stesso “calvario”. Per questo il presidente Zaia chiede che siano autorizzati i centri della regione per curare i “piccoli che ne hanno bisogno, purché in sicurezza”

14 MAR -  “Una piccola Sofia – scrive il presidente del Veneto, Luca Zaia – sta vivendo lo stesso calvario anche nel mio Veneto. Si chiama Celeste e abbiamo seguito con attenzione e altrettanta riservatezza la sua vicenda. Sull’utilizzo delle cellule staminali per curare queste patologie è in atto un acceso dibattito ad alto livello scientifico nel quale non mi permetto di entrare. Come presidente della Regione mi sento però responsabile delle condizioni di vita di ogni cittadino veneto e in questa veste dico che è nostro dovere tentare ogni terapia possibile per curare o lenire le sofferenze di queste piccole pazienti, a condizione che sia accertata la non nocività di questa terapia. Un Paese che voglia essere civile e all’avanguardia ha il dovere di fare il massimo perché questo tipo di cure sia erogato”.
 
 “Le cellule staminali – aggiunge Zaia – sono una nuova frontiera della medicina, ed in quanto tale il dibattito nella comunità scientifica continuerà a lungo. Nel frattempo però mi metto nei panni di un papà e di una mamma e non posso che sentirmi al loro fianco nel chiedere che sia fatto tutto il possibile per curare, se del caso anche con le staminali, i loro figli”.
 
“Ricordo però –prosegue il presidente – che c’è in ballo anche una questione squisitamente tecnica: L’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) considera le cellule staminali alla stregua di farmaci ed i centri che erogano le cure alla stregua di produttori. Non sta a me dire se sia giusto o sbagliato, ma se questa è la norma chiedo all’Aifa di accelerare al massimo le proprie verifiche che possano portare al più presto all’autorizzazione dei centri che saranno ritenuti idonei”.
 
“In Veneto – conclude Zaia - il Centro dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza è in attesa da lungo tempo di tale autorizzazione e le terapie con cellule staminali sono erogabili anche nelle Aziende Sanitarie Universitarie di Padova e Verona. Siamo quindi pronti a erogare cure a Celeste, a Sofia e a quanti altri piccoli possano averne bisogno, purché ci si diano le necessarie autorizzazioni”.

14 marzo 2013
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