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Basilicata. Assistenza malati Sla, in arrivo oltre 1 mln di euro


La cifra è stata assegnata dal Fondo per le non autosufficienze (relativo all’anno 2011) per la realizzazione di interventi in tema di Sla. Sarà così possibile favorire la domiciliarità nella rete di servizi. Martorano: “Le cure domiciliari, una forma di sollievo”

16 MAR - Contributi fino ad un massimo di 3 mila euro al mese per le persone affette da Sclerosi laterale amiotrofica che necessitano di cure domiciliari a titolo oneroso: un riconoscimento economico per i familiari degli ammalati che li assistono quotidianamente e senza possibilità di interruzione.
È uno degli aspetti disciplinati dal Programma attuativo regionale per l’esercizio delle risorse assegnate al Fondo per le non autosufficienze (relativo all’anno 2011) per la realizzazione di interventi in tema di Sla, approvato dalla giunta regionale. Alla Regione Basilicata sono stati assegnati 1.070.000 euro per l’assistenza domiciliare dei malati di Sla, un intervento che si inserisce in un quadro più ampio e strutturato di misure regionali attive tese a favorire la domiciliarità nella rete di servizi per la non autosufficienza.

“L’obiettivo – ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Attilio Martorano – è quello di potenziare l’offerta integrata dei servizi socio-sanitari a favore delle persone affette da Sla, per evitare fratture nella comunità assistenziale o eventuali e gravi situazioni di abbandono da parte delle famiglie. La Sclerosi laterale amiotrofica – ha aggiunto Martorano – è una patologia fortemente invalidante. Consentire all’ammalato di essere adeguatamente assistito dai suoi cari e tra le mura domestiche, può rappresentare senz’altro una forma di sollievo per l’ammalato e di riconoscimento motivazionale per il familiare che offre le cure”.

I contributi economici saranno erogati a tutte quelle persone affette da Sla residenti in Basilicata da almeno sei mesi, in possesso della certificazione medica comprovante la diagnosi di Sclerosi laterale amiotrofica e lo stato di fragilità o della compromissione dell’autonomia personale, già inserite nel percorso assistenziale per le malattie neuromuscolari. L’entità del contributo economico è stabilita in base a due variabili: il livello di gravità della malattia e il ricorso o meno a un aiuto a titolo oneroso.
Il progetto riconosce come “tempo di lavoro” il tempo che il familiare-cargiver, in sostituzione di altre figure professionali, dedica al prendersi cura del malato di Sla. Destinatari dei fondi saranno quindi anche i caregivers (familiari e assistenti familiari) e gli operatori sanitari dei Servizi sociali e delle Unità di valutazione multidimensionali del Servizio di assistenza domiciliare integrata. Il Piano individua anche i centri regionali di riferimento per la Sla: Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, Ospedale civile di Matera e Ospedale San Francesco di Paola di Pescopagano.
 

16 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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