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Regioni. Le reazioni dei Presidenti e degli Assessori dopo la "tre giorni" sul Riparto 2011


Cauti, ottimisti (non tutti), ma sempre divisi. Così appaiono i presidenti e gli assessori delle Regioni dopo i tre giorni di confronto serrato sul Riparto del fondo sanitario 2011. Tutto rinviato in attesa di trovare una possibile mediazione.

10 FEB - 'La decisione è stata rinviata ma questi tre giorni sono stati comunque positivi perché sono serviti a valutare i criteri con cui decidere il riparto del Fondo sanitario'': il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e' ottimista, nonostante lo stop della tre giorni dei Presidenti di Regione che avrebbero dovuto decidere come ripartire i 106 miliardi di euro destinati alla sanita' per il 2011. “Noi - spiega Marini - condividiamo l'impostazione che tiene insieme i tre criteri: la dimensione territoriale, la 'pesatura' degli anziani e il criterio della deprivazione socio-economica, che e' innovativo. Il riparto e' un momento molto significativo per la nostra Regione - conclude il Presidente - significa poter garantire i servizi ai nostri cittadini''.

“Nel confronto con le altre Regioni abbiamo posto un concetto molto chiaro, ossia che non abbiamo bisogno di solidarietà ma bensì  di condivisione nelle scelte, adottando il criterio della deprivazione nel riparto dei fondi per la sanità”. Lo ha detto il presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, a conclusione della Conferenza cui ha partecipato insieme al vicepresidente Antonella Stasi. 'Si tratta di un indicatore - ha aggiunto secondo quanto informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale - equo e più attuale che ci permette, soprattutto in questa fase, di non trascurare tutti gli elementi socio-economici. In merito alla ripartizione del Ministero della Salute, potremmo condividerla ma il concetto e' che vorremmo che fossero introdotti criteri più attuali. Spiace constatare che dopo tre giorni di confronto alcuni pongano paletti e condizioni. In questa fase dobbiamo trovare il più possibile la via del dialogo. Ci sono dieci Regioni che hanno condiviso una posizione che non può essere ignorata, facendo finta di nulla.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente della Campania Stefano Caldoro. ''E' necessario introdurre nuovi criteri per le ripartizione delle risorse così come avviene in Europa. Manterremo unito il fronte del Sud e sono convinto che una mediazione, per quanto difficile, si potrà raggiungere''. A sostenerlo e' il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, al termine della tre giorni di lavoro della Conferenza delle Regioni dedicata al riparto del Fondo sanitario 2011. “Non chiediamo misure assistenziali ma criteri oggettivi per non penalizzare i territori per carenze strutturali ed errori riconducibili ad anni passati'', conclude Caldoro.

Il Presidente della Regione Molise, Michele Iorio (e vicepresidente della Conferenza delle Regioni) ricordando che “non c’è ancora un accordo tra Regioni e Governo”, “ma se intesa ci sarà il dato acquisito già ora è che, su proposta del Molise, della Basilicata e dell’Umbria, nel Fondo perequativo verrà riconosciuta una peculiare diversità delle piccole regioni che porterà ad una priorità nell’attribuzione delle risorse. Un concetto questo che è stato sostenuto da tutte le altre regioni e che si armonizza con quanto già previsto nella legge 42 sul federalismo fiscale. Previsione quella che fu frutto di un intenso lavoro di persuasione e proposizione fatta dalla Regione Molise in armonia con le altre realtà regionali di similare dimensione”. Lo ha in riferimento al confronto che sta avvenendo in questi giorni a Roma con il Governo e le altre Regioni sul riparto del Fondo Sanitario Nazionale”. 

L'assessore alla Sanità della Sicilia Massimo Russo ha sottolineato che le Regioni del Sud  per la prima volta estremamente compatte, fanno valere un principio che intendono tutelare", difendendo così l'introduzione del principio di deprivazione tra i criteri per ripartire le risorse destinate alla sanità.

Categorico il Presidente del Veneto, Luca Zaia: “finché c'è in ballo il criterio di deprivazione" sul riparto del Fondo sanitario nazionale 2011, "per noi non c'e' partita. Secondo il presidente, alla base di questo criterio, caldeggiato soprattutto delle regioni del Sud ,"non c'e' una chiara valenza scientifica". Ma se venisse introdotto tra i criteri di riparto "finirebbe per cambiare le regole del gioco, non solo su questo  riparto ma anche per il futuro, in vista dell'introduzione dei costi standard in sanita'".”Siamo disponibili a mettere il nostro impegno solidale, ma lasciando fuori la deprivazione", puntualizza. Il riparto, secondo il Presidente, "non deve diventare una guerra tra poveri". E' dunque sbagliato, secondo Zaia, "introdurre criteri che poi diventano pietre miliari”.

Per Gian Mario Spacca, Presidente delle Marche è auspicabile che “la pausa di riflessione decisa in Conferenza” serva “a fare chiarezza tra le Regioni, ma le distanze appaiono purtroppo ancora difficili da colmare. Le Marche hanno avanzato la propria proposta, che ha l’obiettivo di trovare una sintesi tra le varie posizioni emerse in seno alla Conferenza: assumere come criterio per il riparto, oltre ovviamente a quello della popolazione, anche quello della deprivazione socio-economica limitatamente alla sola prevenzione e una diversa modulazione dell’indice di anzianità in base alle differenti classi di età. Una proposta che ci sembra particolarmente appropriata perché considera in modo oggettivo ed equilibrato sia la deprivazione che l’invecchiamento della popolazione. Molte Regioni l’hanno condivisa, ritenendola sostenibile: noi, quindi, continuiamo a tenerla in piedi, per garantire – ha concluso Spacca - il proseguimento del confronto tra le Regioni ed evitare di abdicare al nostro ruolo, facendo scegliere il Governo”.

''Noi siamo una Regione importante che ha una specificità che non ha nessun'altra Regione che è quella di avere cinque policlinici universitari”, ha sottolineato la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini ''Siccome si sta parlando anche dei cosiddetti 'patti con il lapis' - ha spiegato Polverini - ci sono Regioni piccole, ci sono le Regioni del Mezzogiorno, ma c'e' anche il Lazio che ha una sua specificità riconosciuta da tutti, ma che sul piano economico-finanziario e' sostenuta soltanto dalla Regione”: Rispetto poi al dibattito sul riparto 'la situazione e' abbastanza complicata. Al momento c'e' qualche divergenza che oggi non era possibile sanare, c'e' grande dibattito su questa questione della deprivazione anche perché i criteri, ci dicono dalla stessa Agenas, non sono totalmente affidabili. Quindi - ha concluso - ci siamo riaggiornati”.

“Credo che questa pausa sia positiva, può aiutare a ragionare meglio e, in più, non e' la prima volta che avviene uno stop del genere'': l'assessore al Bilancio della Regione Piemonte, Giovanna Quaglia, sdrammatizza il time out che si sono prese le Regioni che non sono finora riuscite a trovare una intesa tra loro sul riparto del Fondo sanitario 2001. La discussione di ieri - ha concluso l'assessore – ha sottolineato i limiti del criterio della deprivazione che non è ancora chiaro come possa essere applicato”.

L'auspicio e' che "l'avvicinarsi del federalismo non complichi" il confronto sul riparto del fondo sanitario tutt'ora in corso fra le regioni. Si tratta infatti "di due percorsi che non hanno molto in comune. Peccato se si influenzassero in modo negativo reciprocamente". E’ questo il monito del coordinatore della commissione affari finanziari della conferenza delle Regioni, Romano Colozzi. "Pensavo si potesse arrivare ad una sintesi perché c'erano stati dei passi avanti. Con la disponibilità  a riconoscere, da parte nostra - spiega Colozzi che e' l'assessore al bilancio della regione Lombardia - il principio della deprivazione, impegnandoci ad individuare le modalita' tecniche per la sua applicazione". Se si punta ad un riequilibrio, aggiunge Colozzi, questo "e' ragionevole, ma se vi sono aspettative, per ora inespresse, di stravolgere i criteri da 15 anni sono stati individuati per il riparto, non si può  raggiungere un accordo facilmente, neanche dopo la settimana di tempo che ci siamo dati". Il perché, Colozzi lo spiega così: "ridisegnare i criteri" implica un lavoro di approfondimento tecnico ed una acquisizione di dati analitici che solo poche regioni hanno". Bisognerebbe insomma decisamente "implementare" e rendere "omogenee le banche dati". Colozzi tuttavia, si dichiara "moderatamente ottimista" e dice: "spero si arrivi ad una soluzione, soluzione alla quale siamo andati abbastanza vicini", sperando che l'avvicinarsi dell'esame del decreto di attuazione del federalismo che riguarda la fiscalità delle regioni e che introduce fabbisogni e costi standard in sanità” non complichi il discorso", visto che "sono due percorsi che non hanno molto in comune".

“In questo momento il tentativo di andare avanti avrebbe portato a lacerazioni non componibili e quindi e' stato giusto fermarsi'': l'assessore alla Salute della Regione Puglia, Tommaso Fiore, ritiene sia stato giusto lo stop momentaneo deciso dai governatori sul riparto del Fondo sanitario 2011. ''Prendendo del tempo c'e' ancora una spazio per trovare una intesa - spiega Fiore - mentre più passavano i giorni più si creava un imbottigliamento da quale sarebbe stato difficile uscire. Infatti cominciava a crescere, tra i Presidenti di regione, il numero di coloro che davano per scontata l'accettazione del riparto così come e' stato messo a punto dal ministero della Salute”. Toni più duri da parte del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola: ''Con il riparto del fondo sanitario nazionale abbiamo avuto un'avvisaglia di cosa vogliono fare: una razzia delle risorse del Sud come hanno fatto in questi due anni e mezzo, e questa razzia la vogliono rendere legge. Questo è il federalismo".

Più incoraggiante  l'assessore della Liguria, Claudio Montaldo ''La sospensione dei lavori della Conferenza delle Regioni per la suddivisione del fondo sanitario nazionale costituisce un'opportuna pausa di riflessione per affrontare i problemi ancora sul tavolo'': “Mi pare - ha aggiunto Montaldo - si sia fatta strada la necessità di riconoscere la specificità della Liguria e della sua popolazione anziana, cercando di individuare una soluzione strutturale''.
(Fonte: Regioni.it)
 

10 febbraio 2011
© Riproduzione riservata

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