Roma. In Campidoglio M5S e PD respingono la mozione sull’aborto presentata da Fratelli d’Italia
Approvato, invece, il documento presentato da Stefano Fassina (Si), “in difesa degli inalienabili diritti di autodeterminazione delle donne garantite dalla legge 194/1978, a tutela della salute e del riconoscimento di una maternità consapevole”. Per la prima firmataria della mozione di FdI, Giorgia Meloni: "Noi vogliamo solo garantire alternative per chi non vuole abortire, altro che l’oscurantismo". PD: "Il principio della tutela della vita a Roma è implicito e non c’è bisogno di inserirlo nello Statuto”.
23 NOV - Dopo numerosi rinvii, ieri l'Assemblea Capitolina ha respinto la mozione 'pro-life' presentata da Fratelli d'Italia, sulla scia di quanto già fatto a
Verona dalla Lega, a
Ferrara sempre da FdI, e a
Milano da FI. La mozione è stata bocciata grazie ai voti congiunti di PD e M5S.
Il testo della mozione di FdI proponeva di:
- proclamare Roma città a favore della vita e di inserire nello statuto comunale tale principio
- attuare politiche che rimattano al centro la famiglia e la natalità
- finanziare i centri e le associazioni per la vita
- promuovere o sostenere progetti finalizzati a informare sulle alternative all'aborto.
Approvato, invece, il documento presentato da
Stefano Fassina, consigliere e deputato di Sinistra Italiana, “in difesa degli inalienabili diritti di autodeterminazione delle donne garantite dalla legge 194/1978, a tutela della salute e del riconoscimento di una maternità consapevole”. L’Aula ha approvato l’atto di Fassina con 30 voti favorevoli e 5 astenuti, e respinto quello della leader di Fdi con 33 contrari e 6 favorevoli.
“Per quanto mi riguarda un tema come l’interruzione di gravidanza non dovrebbe essere trattato con mozioni contrapposte, ma per la delicatezza del tema dovrebbe provare a far convergere le opinioni diverse su un terreno di condivisione perché credo ci accomuni l’obiettivo della promozione della vita - ha spiegato Fassina in Assemblea -. È sbagliato alimentare visioni caricaturali dove c’è chi è pro-vita e chi contro, chi per l’aborto e chi contro. La legge 194 ha trovato un punto d’equilibrio importante tra le visioni diverse: la promozione della vita, ma con la possibilità per le donne di autodeterminarsi”.
"Due anni fa il consiglio d’Europa condannò l’Italia per la difficoltà di accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza per l’assenza di medici non obiettori. Per questo chiediamo un impegno alla sindaca affinché sia chiara la difesa degli inalienabili diritti di autodeterminazione delle donne davanti a offensive che a volte hanno le caratteristiche dell’oscurantismo. Non è una mozione abortista, ma per l’autodeterminazione delle donne”, ha concluso Fassina.
La leader di FdI, prima firmataria della mozione, ha ricordato come "questa mozione per tre volte è stata ricalendarizzata perché per tre volte qui sotto c’erano delle signore, sedicenti femministe, secondo cui chiedere a quest’Aula di aiutare chi sostiene le donne, di portare avanti politiche a sostegno della genitorialità e di proclamare Roma ‘Città a favore della vita’, per loro sarebbe contro il diritto di autodeterminazione delle donne. E mentre erano qui i giudici toglievano l’aggravante dello stupro di gruppo nella vicenda della piccola Desiree, ma loro non hanno speso una parola”.
“Noi vogliamo garantire il diritto di autodeterminazione della donna, il punto è che oggi non viene fatto: viene garantito il diritto all’aborto ma non all’autodeterminazione, perché c’è la paura di crescere o mettere al mondo un figlio con uno Stato che non ti sta accanto e crede che un bimbo in grembo sia più un problema che una risorsa per la società. Noi vogliamo solo garantire alternative per chi non vuole abortire, altro che l’oscurantismo di cui parla Fassina", ha concluso Meloni.
Per il PD il principio della tutela della vita a Roma “è implicito e non c’è bisogno di inserirlo nello Statuto”.
23 novembre 2018
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