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Opi Lombardia: “Essere infermieri sul territorio non deve essere un ripiego, ma una scelta”


Alla luce delle criticità emerse nella gestione delle Rsa nell’ambito dell’emergenza coronavirus, il coordinamento degli Opi Lombardia accende i riflettori sugli infermieri (“più di 5.000 facendo una stima approssimativa”) che operano nelle oltre 850 strutture della regione che ospitano più di 66.000 anziani. “Sono un pilastro importante del sistema salute ed è giunto il momento che questo venga da tutti riconosciuto. Essere infermieri sul territorio non deve essere un ripiego, ma una scelta”.

23 APR - "Il caso del Pio Albergo Trivulzio, che ha attirato l’attenzione mediatica e non solo sulle RSA lombarde, ha fatto finalmente prendere coscienza di quanto siano state trascurate queste strutture che ospitano i pazienti più fragili e quindi i più vulnerabili nei confronti della pandemia da CoViD-19, gli anziani”. Lo evidenzia il coordinamento degli Opi Lombardia, che ha voluto esprimere solidarietà agli infermieri che operano nelle Rsa sollecitando il riconoscimento del loro impegno e del loro valore.
 
Secondo i dati del Coordinamento Opi Lombardia, nelle oltre 850 strutture della regione, che ospitano più di 66.000 anziani, lavorano migliaia di colleghi infermieri (“più di 5.000 facendo una stima approssimativa”). “Infermieri che a fronte di un’utenza considerata la più a rischio devono gestire il problema carenza DPI che sul territorio si è fatto maggiormente sentire: fino al 30 marzo sono state requisite forniture destinate alle strutture per anziani perché le priorità erano le strutture ospedaliere”.
 
“Infermieri chiamati, come tutti i colleghi del resto, a svolgere turni con orari massacranti, saltando riposi e mantenendo sempre la lucidità necessaria per la gestione del team assistenziale e garantendo l’applicazione di procedure e protocolli che si susseguono di volta in volta. Infermieri - evidenzia ancora il Coordinamento - chiamati a gestire ansie e timori degli assistiti spaventati, dei famigliari ai quali per ragioni di sicurezza è impedito loro accedere alle strutture, degli operatori addetti all’assistenza spesso impreparati in questa emergenza senza precedenti”.
 
A questi colleghi “che, lontano dai riflettori, continuano a garantire assistenza a quella fascia di popolazione che più di tutte è indifesa e vulnerabile nei confronti del virus”, il Coordinamento Opi Lombardia esprime il proprio “grazie”. “A questi colleghi che con competenza spendono quotidianamente tutte le loro energie perché gli anziani non siano figli di un dio minore deve andare tutta la nostra riconoscenza e ammirazione”.
 
“Essere infermieri sul territorio non deve essere un ripiego, ma una scelta”, conclude il coordinamento. “Ai nostri colleghi impegnati nelle strutture sociosanitarie va tutta la nostra stima, sono un pilastro importante del sistema salute ed è giunto il momento che questo venga da tutti riconosciuto. Non infermieri di serie B, ma Professionisti! prima ancora che eroi”.

23 aprile 2020
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