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Anaao Toscana. "L'esubero di primari in regione è una balla"


"Indubbiamente l’articolo pubblicato, con grande rilievo, da “Repubblica” domenica 13 maggio in merito al presunto eccesso di “primari” nella nostra sanità ha fatto molto rumore. Verrebbe da dire: tanto rumor per nulla!". Il segretario regionale dell'Anaao Carlo Palermo: "Dati vecchi e non veritieri".

16 MAG - L’articolo di Repubblica fa riferimento a dati 2009  sul numero delle strutture complesse  del Ssn rilevate dal conto generale dello stato. Tre o quattro anni  in sanità sono un tempo biblico. In molte regioni si sono avviati piani di rientro per i deficit storici e il taglio delle risorse  stabilito con la manovra Tremonti dell’estate 2010 ha indotto molte Aziende sanitarie ad avviare processi di riorganizzazione e revisioni della spesa.
 
Inoltre lo standard di riferimento (mediamente 17,5 letti per ogni “primariato” attivato) è stato costruito in modo  molto criticabile, escludendo le Regioni in piano di rientro,  e certamente non ci permette un confronto con altre realtà europee che hanno un numero di posti letto per mille abitanti ben più alto di quello dell’Italia. Infatti  gli indicatori dovrebbero  riflettere essenzialmente la quantità e la qualità dei servizi offerti e non semplicemente il fattore produttivo posto letto. Ma nonostante queste criticità,  l’applicazione dello standard a diverse realtà ospedaliere della Toscana,  fotografate all’aprile 2102,  riserva non poche sorprese. Valga per tutti l’esempio dell’Area vasta sud-est che comprende le Aziende sanitarie di Siena, Arezzo, Grosseto e l’Azienda Ospedaliero-Univarsitaria di Siena.

Il risultato è il seguente:
ASL 7 Siena: 380 posti letto, “primari”teorici 22, in servizio 13, differenza  – 9;
ASL 8 Arezzo: 690 posti letto, “primari” teorici 50, in servizio 41, differenza  – 9;
ASL 9 Grosseto: 630 posti letto, “primari” teorici 36, in servizio 30, differenza  – 6;
Azienda O-U di Siena: posti letto 750, “primari” teorici 43, in servizio 63, differenza  + 20 (di cui 18 appartenenti al ruolo universitario).
 
In sostanza è la sola Azienda mista a mostrare un eccesso rispetto allo standard definito dal Ministero della Salute, ma limitare la complessità organizzativa  necessaria per lo sviluppo di un’azienda vocata all’alta specializzazione all’applicazione di un mero standard numerico,  peraltro di incerta costruzione,  anche a noi,  che abbiamo sempre criticato la frammentazione dei processi assistenziali legati all’assegnazione “particolare” delle cattedre universitarie, sembra francamente eccessivo.
 
In definitiva, i dati pubblicati da “Repubblica” appaiono datati e non veritieri. La realtà è che la spinta iconoclasta al risparmio sta portando in molte aziende ad una destrutturazione  dei servizi che passa attraverso l’eliminazione dei “primari”,  considerati un ostacolo verso modelli organizzativi “low cost” che taglino nel contempo i diritti degli operatori e quelli dei cittadini. Vorremmo anche segnalare  ai vari apprendisti stregoni che si aggirano in sanità che la differenza,  a carico del bilancio aziendale,  tra lo stipendio di un direttore di struttura complessa  e quello di un medico ospedaliero anziano responsabile di una struttura semplice è di appena 9.000 € per anno, essendo il resto della differenza coperto dai fondi contrattuali su cui non sono possibili risparmi. Ma la costruzione di un Ssn povero per i poveri passa anche attraverso questa demagogia.
 
Carlo Palermo
Segretario Anaao Assomed della Regione Toscana

16 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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