Il primo organismo semi-sintetico: ecco come è stato ottenuto
16 GIU - Gli scienziati dello Scripps Research Institute de La Jolla a San Diego, in California, hanno sintetizzato un piccolo frammento di DNA circolare (plasmide), integrandolo all’interno del batterio
Escherichia coli. Questo DNA contiene le basi note ma anche due basi ‘innaturali’, cioè non presenti in natura, esattamente le molecole
d5SICS e
dNaM. Di fatto, si tratta della riorganizzazione di basi azotate, già esistenti in natura, per sintetizzare nuove basi. Mediante una particolare metodica (col trasportatore del trifosfato), inoltre, queste nuove parti di Dna vengono importate in maniera soddisfacente all’interno della cellula e il batterio contenente le basi artificiali riesce a replicarsi.
L'organismo, infatti, replicava questo Dna semi-sintetico in maniera normale quanto più possibile. Il passo importante, riferiscono i ricercatori, guidati da Floyd E. Romesberg, è che, oltre a funzionare bene in vitro, “questa coppia di basi ha funzionato in un ambiente molto più complesso quale quello di una cellula vivente”, ha spiegato il ricercatore Denis A. Malyshev. Lo studio è pubblicato su Nature, che gli ha dedicato la copertina, col titolo
A semi-synthetic organism with an expanded genetic alphabet (doi:10.1038/nature13314).
Viola Rita
16 giugno 2014
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