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Epatiti in Italia. Nel 2021 continua il trend in discesa per le forme acute A, B e C. Resi noti per la prima volta i dati della “E”


L’epatite A, con 126 casi di si concentra soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, come la B con soli 89 casi. Notificati 24 nuovi casi di epatite C acuta. I risultati del Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute, coordinato dall’Iss, presentano per la prima volta anche i dati sull’epatite E che nonostante un progressivo incremento dei casi si allineano con quelli della C. IL BOLLETTINO.

31 MAR - Prosegue anche nel 2021 il trend in diminuzione per tutte le epatiti virali acute A, B e C. A testimoniarlo l’ultimo bollettino del Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute Seieva, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e aggiornato al 31 dicembre 2021.
 
Un Report che per la prima volta presenta dati solidi sull’epatite E, anche in termini di incidenza (e non solo dal punto di vista dei casi osservati), sebbene per questa forma di epatite possa ancora sussistere una certa sottostima.
 


 
Epatite A
Nel corso del 2021 sono stati notificati 126 casi di Epatite A, soprattutto nelle regioni del centro-nord, quali Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto. Si registra dunque un lieve incremento dell’incidenza (0,25/100.000) rispetto all’anno precedente (0,19/100.000 nel 2020), ma si conferma il trend in diminuzione degli ultimi anni dopo l’epidemia del 2017-2018. Nel 2021, la fascia di età più colpita è quella ≥65 anni (29,4%), seguita dalla fascia 35-54 anni (24,6%). Si registra invece un sostanziale equilibrio nella distribuzione per sesso.
 
Negli ultimi anni l’epatite A torna ad essere prevaletemene una infezione a trasmissione alimentare: il consumo di molluschi crudi o poco cotti (41,4%) e di frutti di bosco surgelati (23,7%), sono infatti i fattori di rischio più frequenti per il contagio. Mentre la trasmissione interumana attraverso contatti con casi accertati (casi secondari 10,5%) e fra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM, Men who have Sex with Men), dopo una recrudescenza fino al 2019, subisce negli ultimi due anni un netto calo. Il rischio legato ai viaggi in zone endemiche (16,7%) sebbene oscillante, rimane molto considerevole.
 

 
Epatite B
Sono stati 89 i casi di Epatite B acuta segnalati, soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, quali Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio. Si registra dunque una lieve diminuzione dell’incidenza (0,18/100.000) rispetto all’anno precedente (0,21/100.000 nel 2020), e si conferma il trend in diminuzione degli ultimi anni.
 
I soggetti più colpiti restano quelli fra i 35 e i 54 anni, fascia di età in cui l’incidenza di malattia nel 2021 raggiunge un valore di 0,3 per 100mila, e la fascia degli over 55 anni. Ad essere colpito è soprattutto il sesso maschile(77,5%)
Per quanto riguarda i fattori di rischio di malattia, si conferma l’andamento degli ultimi anni: l’esposizione più frequente è sempre quella a trattamenti estetici quali manicure e pedicure ma anche piercing e tatuaggi (28% dei casi), seguito dai comportamenti sessuali promiscui (22,9%), che nel 2020 avevano subito una lieve flessione probabilmente legata all’impatto delle restrizioni messe in atto per contenere la pandemia di Sars-CoV-2. Il rischio di trasmissione nosocomiale (ospedalizzazione, intervento chirurgico, emodialisi o trasfusione di sangue) è attribuibile al 13,8% dei casi.
 
 

 
Epatite C
Nel corso del 2021 sono stati notificati 24 nuovi casi di epatite C acuta, con un’incidenza di 0,05 casi per 100mila abitanti: sebbene sia in lieve aumento rispetto a quella del 2020 (0,04/100.000), in generale si conferma il trend in diminuzione degli ultimi 13 anni.
Come negli anni passati, l’Epatite C è maggiormente presente tra gli uomini, nel 2021 due terzi. L’83% dei casi ha una età superiore ai 35 anni; 7 casi hanno una età >65 anni.
 
L’esposizione nosocomiale si dimostra sempre il principale fattore di rischio (45,5% dei casi), come negli ultimi venti anni. Si osserva invece un netto calo (dal 42,1% nel 2020 al 13,6% nel 2021) dei casi attribuibili a trattamenti estetici (come manicure, piercing e tatuaggi), fattore di rischio molto rilevante negli anni precedenti.
 
Viceversa, nel 2021 è aumentata nuovamente la percentuale di casi dovuta a rapporti sessuali con partner sessuali multipli o per mancato uso del profilattico durante rapporti occasionali (19,0% rispetto al 5,6% dell’anno precedente).
 
Un incremento che potrebbe essere legato più che altro alla sospensione delle misure di contenimento messe in atto per contrastare la pandemia di Sars-CoV-2, che avevano invece ridotto il rischio nel 2020. Occorre considerare tuttavia, si sottolinea nel Report, che, dato l’esiguo numero dei casi notificati, le analisi e le relative valutazioni potrebbero essere molto speculative. Nel 2021, per la prima volta negli ultimi 30 anni, non si sono registrati casi in soggetti conviventi con pazienti positivi al virus dell’epatite C.
 


Epatite E
Se si escludono gli ultimi 2 anni, caratterizzati dall’emergenza pandemica si osserva un progressivo incremento dei casi, fino ad un allineamento con i casi segnalati di epatite C.
 
Si evidenzia, oltre all’andamento crescente, un picco epidemico nel 2019, legato a diversi focolai che si sono verificati nelle Regioni Marche, Lazio e Abruzzo e legati al consumo di carni di maiale e cinghiale. In tutto il periodo di osservazione gli uomini sono più colpiti delle donne e, per quanto riguarda le fasce di età, si evidenzia una maggiore incidenza nei soggetti di età ≥55 anni, mentre in passato il carico maggiore era nelle fasce 25-34 e 35-54 anni di età, maggiormente esposte ai viaggi in aree a maggior rischio.
 
La quasi totalità (95%) dei casi si sono verificati tra gli over 35 anni, il 29% in ultrasessantacinquenni. Come negli anni passati emerge una maggiore prevalenza di casi tra gli uomini (85,7%).
 

 

31 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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