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Rapporto Osmed Aifa. Nel 2021 la spesa a carico del cittadino supera i 9 miliardi, tra ticket e farmaci non rimborsati. Magrini (DG Aifa): “In questa area consumi spesso impropri”

di Ester Maragò

Pubblicato il nuovo Rapporto annuale sull’Uso dei farmaci in Italia. Se la spesa pubblica resta sostanzialmente sotto controllo con un incremento inferiore a quello di altre aree di spesa del Ssn (+ 2,6%), la spesa privata segna invece un aumento medio del 6,3% e punte del 9,5% per i farmaci da automedicazione. Per quanto riguarda le categorie terapeutiche, i cardiovascolari sono in vetta per spesa e consumi in farmacia mentre antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa e consumo tra quelli acquistati direttamente dalle strutture pubbliche. IL RAPPORTO

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Un anno dal segno più. Si presenta così il 2021 sul fronte della spesa farmaceutica: tra pubblica e privata sono stati spesi 32,2 miliardi di euro con un incremento del 3,5% rispetto all’anno della pandemia. La spesa pubblica (il 69,2% di quella totale) è aumentata del 2,6%, rispetto al 2020: in cifre 22,3 miliardi. Ma prende la ricorsa anche la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino: ha raggiunto 6,1 miliardi di euro circa, con un incremento del 7%.

Segno più anche per la spesa delle nuove entità terapeutiche: è passata da circa 5.371 milioni di euro nel 2014 a circa 8.291 milioni di euro nel 2021, i farmaci antineoplastici e immunomodulatori la fanno da padrone.

E ancora, nel 2021, come nell‘anno precedente, poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci; la spesa pro capite e dei consumi aumenta con il crescere dell’età: la popolazione con più di 64 anni ha assorbito oltre il 70% della spesa e delle dosi, soprattutto nelle Regioni del Sud. Cresce anche il numero delle confezioni pro capite nei bambini fino a 5 anni.

È questa in estrema sintesi la fotografia scattata dal Rapporto Osmed sull’Uso dei farmaci in Italia curato dall’Aifa. Un Report dettagliato e voluminoso, ben 782 pagine, che passa al setaccio l’assistenza farmaceutica, ossia oltre il 17% della spesa sanitaria pubblica.

Una spesa da considerarsi complessivamente sotto controllo, sottolinea nella premessa al volume Direttore Generale di Aifa Nicola Magrini “visto che cresce a ritmi meno sostenuti rispetto alle altre componenti della spesa sanitaria (personale, assistenza ospedaliera, ecc.) anche se con numerosi ambiti di miglioramento per una prescrizione basata sulle migliori evidenze scientifiche e più omogenea sull’intero territorio nazionale”.

Il 2021 si caratterizza in particolare per un forte aumento di spesa per vaccini, antivirali, anticorpi monoclonali per il Covid-19 che ammontano a oltre 2,3 miliardi di euro per il 2021. Spese, aggiunge il Dg di Aifa “necessarie per fronteggiare la recente e inattesa emergenza sanitaria”. Per questo l’andamento della spesa negli ultimi anni , prosegue Magrini, va visto come “un risultato virtuoso di Aifa, del Ssn e dei Ssr, avendo consentito pieno accesso in tempi relativamente rapidi a tutte le terapie innovative”.  

Una nota critica invece per la spesa a carico dei cittadini, che negli ultimi dieci anni presenta un trend in costante aumento superano in totale i 9 miliardi nel 2021: “Tale spesa – evidenzia Magrini – va considerata a tutti gli effetti come una spesa sanitaria talvolta impropria e da tenere maggiormente sotto la lente di ingrandimento delle azioni di appropriatezza prescrittiva e buon uso dei farmaci”.

Ma vediamo in sintesi quali sono i dati emersi

La spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) nel 2021 è stata pari a 32,2 miliardi di euro, in aumento del 3,5% rispetto al 2020, e rappresenta un’importante componente della spesa sanitaria nazionale che incide per l’1,9% sul Pil. La spesa pubblica, con un valore di 22,3 miliardi, ha rappresentato il 69,2% della spesa farmaceutica complessiva e il 17,4% della spesa sanitaria pubblica, ed è in aumento del 2,6% rispetto al 2020. La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata di circa 13,8 miliardi di euro (233,5 euro pro capite), in crescita (+4,8%) rispetto all’anno precedente, mentre i consumi rimangono stabili (-0,3%).



La spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, è stata pari a 21,2 miliardi di euro con un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Con una stabilità della spesa territoriale pubblica e un aumento di quella privata.
La spesa territoriale pubblica, comprensiva di quella relativa ai farmaci di classe A erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto, è stata di 12 miliardi di euro, quindi stabile rispetto al 2020. Un andamento determinato prevalentemente dalla stabilità della spesa in regime di assistenza convenzionata (-0,4%), dalla riduzione della spesa per i farmaci in distribuzione diretta (-1,1%) e dall’aumento della spesa per i farmaci in distribuzione per conto (+7,9%).

La spesa a carico dei cittadini, (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto e il prezzo di riferimento), l’acquisto privato dei medicinali di classe A e la spesa dei farmaci di classe C, ha registrato un totale di 9,2 miliardi di euro con un aumento del 6,3% rispetto al 2020. Una crescita generale rispetto al 2020 di tutte le componenti, in particolar modo la spesa per automedicazione è aumentata del 9,5%) e quella per i farmaci erogati dagli esercizi commerciali del 14,9%). La compartecipazione del cittadino è pressoché stabile (-0,4%), data la riduzione del ticket fisso (-2,7%), mentre la quota eccedente il prezzo di riferimento è invariata rispetto all’anno precedente (+0,4%).

Nel 2021 poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. È stata osservata una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età. In particolare la popolazione con più di 64 anni ha assorbito il 70% della spesa e delle dosi. Le Regioni del Nord hanno registrato una prevalenza inferiore (59,3%) rispetto al Centro (64,7%) e al Sud Italia (66,7%).

Nel corso del 2021, oltre 3,3 milioni di bambini e adolescenti assistibili, ossia 35,1% della popolazione pediatrica generale, hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci (il 53,8% dei bambini nella fascia di età prescolare). Rispetto all’anno 2020, si registra un incremento delle confezioni pro capite, concentrato nei bambini nei primi 5 anni di vita, mentre si riducono i consumi nei bambini in età scolare e negli adolescenti. Gli antinfettivi per uso sistemico si confermano i farmaci a maggior consumo, seguiti da quelli dell’apparato respiratorio, mentre per i primi si continua ad osservare una riduzione dei consumi (-4,2%) per i farmaci del sistema respiratorio si assiste ad un incremento dei consumi (+12,9%). I farmaci del sistema nervoso centrale sono al quarto posto tra i farmaci più prescritti, con un consumo pari al 10,7% del totale, confermando l’andamento crescente delle confezioni erogate (+5,9% rispetto al 2020).

Nella popolazione anziana la spesa media per utilizzatore è stata di 558 euro (599 negli uomini e 525 nelle donne). Quasi l’intera popolazione (97%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica. In media sono state consumate oltre 3,5 dosi al giorno e assunte 7,4 diverse sostanzi. Il 66,6% degli over 65 anni ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diverse sostanze (nel corso dell’anno 2021 e circa un soggetto su 4 (26,8%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi.

Nel 2021 la spesa farmaceutica pro capite, relativa ai medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelli erogati attraverso il canale della convenzionata, è stata di 396,81 euro, in aumento rispetto all’anno precedente (+2,8%). I consumi, pari a 1.306,8 DDD/1000 abitanti die, registrano, differentemente dal 2020, un aumento rispetto all’anno precedente (+2,8%), in particolar modo in regime di assistenza convenzionata (+3,2%).

La Regione con il valore più alto di spesa lorda pro capite è stata la Campania con 199,9 euro pro capite
, mentre il valore più basso si registra nella PA di Bolzano (113,4 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 76%. Sul lato dei consumi, la Regione che evidenzia i livelli più elevati è sempre la Campania con 1.334,3 DDD/1000 abitanti die, mentre i consumi più bassi si riscontrano nella PA di Bolzano (821,4 DDD/1000 abitanti die).

Tra le categorie del primo livello ATC a maggior spesa pubblica, tutte registrano un incremento rispetto all’anno precedente, ad eccezione degli antimicrobici per uso sistemico, attribuibile alla riduzione della spesa degli antibiotici in regime di assistenza convenzionata, e dei farmaci anti HCV acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche. Per quanto riguarda i consumi, i maggiori incrementi sono stati registrati per i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, in particolar modo in regime di assistenza convenzionata, attribuibile all’aumento dei consumi della vitamina D e analoghi e degli inibitori di pompa protonica. Si riducono invece i consumi dei farmaci del sistema respiratorio, principalmente per effetto del decremento dei consumi dei farmaci per la BPCO e l’asma.

Nel 2021 la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino ha raggiunto 6,1 miliardi di euro circa, con un incremento del 7% rispetto al 2020; di questi il 57% (3,5 miliardi) è relativo a farmaci con ricetta e il 43% (2,6 miliardi) a farmaci di automedicazione (SOP e OTC), comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali. Le benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa.

Tra i farmaci di fascia A acquistati privatamente dal cittadino il colecalciferolo, il pantoprazolo e l’amoxicillina in associazione all’acido clavulanico si collocano ai primi tre posti, con un incremento della spesa rispettivamente dell’8,0%, del 9,3% e del 13,3%.

Tra i farmaci di automedicazione, i derivati dell’acido propionico rappresentano il 10,2% della spesa complessiva e i primi principi attivi per spesa sono diclofenac, ibuprofene e paracetamolo.

I farmaci cardiovascolari hanno rappresentato la classe terapeutica a maggiore spesa (49,51 euro pro capite) e consumo (486,89 DDD) nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa (111,98 euro pro capite) e consumo (50,56 DDD) tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche.

Nel 2021 i farmaci a brevetto scaduto hanno costituito il 69,8% della spesa e l’86,0% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. La quota percentuale dei farmaci equivalenti, a esclusione di quelli che hanno goduto di copertura brevettuale, ha rappresentato il 21,0% della spesa e il 29,6% dei consumi.

Per i biosimilari si confermano un aumento nel consumo delle specialità medicinali disponibili da più tempo e un trend positivo per i farmaci di più recente commercializzazione (anti-TNF-alfa, bevacizumab, rituximab, trastuzumab e teriparatide), sebbene sia rimasta una certa variabilità regionale per consumo e incidenza di spesa.

Una delle novità importanti del Rapporto OsMed 2021 è rappresentata dall’analisi delle nuove entità terapeutiche, dato il loro impatto in termini di spesa farmaceutica e di benefici attesi. La spesa delle nuove entità terapeutiche è passata da circa 5.371 milioni di euro nel 2014 a circa 8.291 milioni di euro nel 2021.

In particolare la categoria “Farmaci antineoplastici e immunomodulatori”, oltre ad essere quella con il maggior numero di farmaci di nuove entità terapeutiche, è anche quella con maggior spesa: dal 2014 al 2021 è passata da 2.709 milioni di euro a 4.922 milioni di euro, con un aumento del 92%

La spesa dei farmaci orfani, comprensiva dell’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche e dell’erogazione in regime di assistenza convenzionata, ha fatto registrare nel 2021 un incremento del 9,4% rispetto al 2020, attestandosi al valore di 1,53 miliardi di euro, corrispondente al 6,4% della spesa farmaceutica a carico del Ssn.

Nel confronto internazionale si evidenzia ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, sebbene l’Italia sia al 2° e 1° posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo di farmaci biosimilari. Nel confronto sui prezzi emerge come l’Italia, considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, abbia prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia. L’Italia, con 31,2 euro pro capite, risulta al 6° posto per la spesa dei farmaci orfani, dopo Austria (43,4 euro), Germania (41,0 euro), Francia (40,3 euro), Spagna (36,7 euro) e Gran Bretagna (33,9 euro). Tutti i Paesi, dopo la riduzione registrata nel 2020, mostrano un aumento della spesa di questi farmaci rispetto all’anno precedente.

A cura di Ester Maragò



29 luglio 2022
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