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Farmaci. Aifa. Crolla spesa in farmacia (-6,8%). Aumenta quella di Asl e ospedali (+8,7%)


I numeri del Rapporto Osmed sull’uso dei farmaci in Italia. Nei primi nove mesi del 2012 acquistate 1,368 mld di confezioni. Spesa farmaceutica totale a quota 19,2 mld. I cardiovascolari restano i più utilizzati mentre sale spesa (+6,4%) e consumo (+10,2% di dosi) di quelli a brevetto scaduto.

01 FEB - Il 'Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia' presentato oggi dall’Aifa traccia un quadro del comparto nei primi nove mesi del 2012. Nel complesso l’analisi evidenzia un andamento stabile nei consumi. Gli italiani hanno acquistato, nei primi nove mesi del 2012, un totale di 1 miliardo e 368 milioni di confezioni di medicinali, per una media di circa 22 confezioni a testa, con una leggera flessione (-0,2%) rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente. Sempre a livello di consumi, nello stesso periodo temporale sono state prescritte 965,2 dosi giornaliere ogni mille abitanti, un valore sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Per quanto concerne i consumi regionali, invece il rapporto segnala una certa variabilità. In ogni caso, i livelli più elevati si registrano nella Regione Sicilia con 1.083,7 dosi medie giornaliere ogni 1.000 abitanti, al contrario i consumi più bassi si registrano nella P.A. di Bolzano (720 dosi medie giornaliere per 1.000 abitanti). La spesa complessiva  per i primi nove mesi del 2012 è stata di 19,2 mld di euro ed, è calcolata come la somma della spesa convenzionata lorda (8.666 milioni di euro), dalla spesa  per i farmaci di classe A acquistati privatamente dal cittadino (831 milioni di euro), di classe C con ricetta (2.219 milioni di euro), dei farmaci per automedicazione (1.663 milioni di euro) e della spesa dei farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche (5.796 milioni di euro).
 
Ma se i consumi sono rimasti stabili, la spesa farmaceutica territoriale a carico del SSN, comprensiva della spesa farmaceutica convenzionata netta e della spesa per i farmaci di fascia A erogati in distribuzione diretta e per conto, è stata pari a 9.223 milioni di euro (152,1 euro pro capite) con una riduzione pari al -6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche la spesa privata totale a carico dei cittadini, comprendente la spesa per compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il farmaco acquistato dal cittadino e il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto), la spesa per i medicinali di fascia A acquistati privatamente, per quelli di classe C, è pari a 5.766 milioni di euro, è risultata in lieve in riduzione rispetto al 2011 del -0,9%.

Ad influire maggiormente è stato il decremento nella spesa dei cittadini per l’acquisto di medicinali di classe C con ricetta medica (-8,3%). Tale riduzione è stata, però 'compensata' dall’aumento della spesa per ogni compartecipazione a carico del cittadino che ormai ha superato 1 mld di euro (+7,8% rispetto al 2011. Aumento essenzialmente determinato dalla crescita della spesa per la differenza tra il farmaco acquistato dal cittadino e il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto (+13,4%), mentre risulta invariata la spesa del ticket per confezione ferma allo 0,0%) e dall’incremento dell’acquisto privato da parte dei cittadini di medicinali di fascia A (+2,6%) e dei farmaci di automedicazione (+3,3%).
 
Nei primi nove mesi del 2012  sale invece la spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata pari a 5.796 milioni di euro (95,6 euro pro capite), in crescita del +8,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 
In discesa anche la spesa pro capite rispetto al 2011 in tutte le Regioni italiane, con le maggiori riduzioni nella P.A. di Bolzano (-13%), in Liguria (-11,4%) e Basilicata (-11%). 
 
Per quanto riguarda i farmaci nello specifico quelli per il sistema cardiovascolare sono i più utilizzati mentre gli antidepressivi si confermano al primo posto per prescrizione tra i farmaci del sistema nervoso centrale (SNC). I medicinali a brevetto scaduto costituiscono quasi il 40% (38,4%) della spesa convenzionata e più della metà delle dosi giornaliere consumate ogni mille abitanti (55,3%).
Si riduce invece il consumo degli antibiotici (-6,4%) e la spesa (-18,3%).
 
“Il Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia - commenta il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Luca Pani - restituisce una fotografia accurata dell’andamento dei consumi e della spesa farmaceutica, che in questa edizione è arricchita dai dati della distribuzione diretta e per conto che permettono di comprendere all’interno dell’analisi i medicinali dispensati dalle strutture sanitarie pubbliche”.
“Dai dati contenuti nel Rapporto - prosegue Pani - notiamo un consumo di medicinali che si rivela sostanzialmente stabile a livello nazionale, mentre a livello regionale si evidenzia una certa variabilità. I farmaci per il sistema cardiovascolare sono i più utilizzati dagli italiani e quelli che assorbono la maggior percentuale di spesa, seguono i farmaci per l’apparato gastrointestinale, i farmaci del sangue e organi emopoietici, quelli per il sistema nervoso centrale e per l’apparato respiratorio”.
“Il Rapporto ci indica – continua il Dg Aifa - che nel nostro Paese si continua a consumare una quota significativa di antidepressivi e tra questi quelli maggiormente prescritti sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)”.
 
“Dal punto di vista della spesa  - conclude - assistiamo a una contrazione della spesa complessiva determinata, per la spesa convenzionata, ovvero per i farmaci a carico del SSN distribuiti attraverso le farmacie pubbliche e private, da una flessione dei prezzi del -8,5%. Parallelamente descresce anche la spesa a carico dei cittadini che si riduce dell’1%.”.
 
Il Dg Pani ha poi specificato come il rapporto ha l’obiettivo di rispondere alle esigenze di trasparenza e informazione sul mondo del farmaco, da parte sia dei cittadini che degli operatori sanitari”. E, inoltre, “l’interpretazione clinica dei dati potrà permettere riflessioni in merito all’appropriatezza prescrittiva, alla qualità delle prescrizioni e indirizzare il rapporto Osmed verso un approccio basato sull’evidence Based medicine (EBM)”.
 
Infine, il Dg Aifa ha parlato anche del problema dell’aderenza terapeutica: “Non sappiamo con precisione quale sia l’adesione dei pazienti ma alcuni studi ci dicono che non è alta”. Poi una battuta anche sui farmaci equivalenti. “C’è una crescita ma siamo ancora lontani dal target di molti paesi europei”.
 
 
A margine della conferenza stampa è intervenuto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi che ha evidenziato come  “nel 2012 c’è stato un mancato accesso sul mercato italiano di nuove medicine. Non possiamo nascondere che l'anno passato ci sono stati prodotti nuovi che non sono arrivati sul mercato". E per il numero uno di Farmindustria questo è un punto importante: "I pazienti devono avere a disposizione i medicinali adeguati per le loro patologie e da questo punto di vista e' importante che venga reso disponibile prima possibile qualsiasi nuovo prodotto che possa portare dei vantaggi terapeutici. E ciò, spesso, non si verifica nel nostro Paese, abbiamo dei ritardi nell'accesso rispetto ad altri, se vogliamo quasi esclusivamente per motivi di tipo economico". Sul punto Scaccabarozzi ha sottolineato come vi “sono farmaci antitumorali e per cl'epatite C  che sono stati in attesa e che in altri Paesi erano gia' a disposizione da un anno o due”.
Puo' darsi che sia l'effetto della crisi, ma per noi e' stato un anno difficile anche da questo punto di vista. Da una parte la prescrizione con principio attivo" prevista dalla spending review "ha portato a una crisi produttiva del settore: la produzione per il mercato interno sta diminuendo notevolmente e se la produzione in generale cresce e' grazie all'export. Ma cresce meno rispetto a prima e fra poco anche l'export non riuscira' piu' a compensare il calo produttivo. Ciò è significativo per noi, che siamo un Paese produttivo, il secondo dopo la Germania nell’Ue, con un substrato territoriale fatto di fabbriche di cui non si puo' non tenere conto". E se "l'accesso all'innovazione, ai nuovi farmaci, arriva dopo, non riusciamo a compensare quello che perdiamo dall'altra parte". 
Riferendosi  invece ai dati del Rapporto Osmed, il presidente di Farmindustria ha specificato come "il farmaco deve essere utilizzato in maniera appropriata, che sia un'appropriatezza terapeutica prima, ed economica poi. E' impressionante sapere che una persona al di sopra dei 65 anni costa il doppio in farmaci della media nazionale, considerando che questi 'over' sono inclusi nella media nazionale. Rispetto a un giovane, dunque, la differenza e' ancora maggiore. Quando si usano dei farmaci bisogna usarli bene e spesso questo non avviene". Ma di fronte all'andamento della spesa italiana per i medicinali, il presidente di Farmindustria fa notare che "la territoriale e' a -9,6%, dunque un calo quasi a due cifre. Anche se poi la diretta in qualche modo riporta su il valore, siamo sempre a -6,8% sul totale. E anche aggiungendo la spesa ospedaliera, questo e' il secondo anno in cui subiamo una decrescita. E' un segno che ci deve far riflettere tantissimo".
 
 
 
Le cinque categorie di farmaci più prescritte
I farmaci per il sistema cardiovascolare sono quelli più consumati (469,6 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti) e costituiscono anche la maggiore voce di spesa (49,9 euro pro capite).
In questa categoria, per quanto riguarda i farmaci distribuiti dalle farmacie pubbliche e private, rientrano le statine, utilizzate per trattare l’ipercolesterolemia, la cui spesa ammonta a 9,5 euro pro capite e gli ACE-inibitori, utilizzati come antipertensivi, il cui consumo è pari a 116,1 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti.
 
A seguire, la seconda categoria per consumo, è quella dei farmaci per l’apparato gastrointestinale e metabolismo con 168,2 dosi giornaliere prescritte ogni mille abitanti e una spesa pari a 29,1 euro procapite. In questo tipo di analisi, relativamente ai farmaci distribuiti dalle farmacie pubbliche e private, rientrano gli inibitori della pompa protonica, indicati nel trattamento di patologie gastrointestinali e in crescita in termini di prescrizione in ambito territoriale (+8,6%) a fronte di una contrazione della spesa (-1,7%).
 
I farmaci del sangue ed organi emopoietici occupano il terzo posto per quantità prescritte (162 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti) con una spesa pari a 21,8 euro pro capite.
 
I farmaci del sistema nervoso centrale (SNC) si trovano invece al quarto posto per prescrizione (78,7 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), e al quinto posto per spesa pubblica (24 euro pro capite).
Gli antidepressivi, nell’ambito della spesa convenzionata (farmaci erogati dal SSN attraverso le farmacie pubbliche e private) sono la categoria maggiormente prescritta. In particolare, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono i medicinali utilizzati con maggiore frequenza (27,3 dosi ogni 1.000 abitanti e i secondi in termini di spesa tra quelli del sistema nervoso centrale.
Una molecola appartenente agli SSRI, l’escitalopram, è presente nell’elenco dei primi trenta principi attivi che incidono maggiormente sulla spesa farmaceutica convenzionata.
 
L’elenco delle categorie maggiormente prescritte vede infine al quinto posto i farmaci per l’apparato respiratorio con 51,2 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, a tale categoria appartengono gli antiasmatici, anticolinergici e i glicocorticoidi, indicati nel trattamento della broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) e dell’asma.
 
In calo consumo e spesa per gli antibiotici
Nei primi nove mesi del 2012, sono state consumate 21 dosi giornaliere ogni mille abitanti di antibiotici, con una riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del -6,4%. Anche la spesa per questa categoria di farmaci ha subito un calo, con una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2011 del -18,3%.
 
Tutte le Regioni hanno mostrato una riduzione dei consumi rispetto al 2011 e i maggiori decrementi sono stati registrati nelle Regione Basilicata (-12,4%), Molise (-11,7%) e Liguria (-10,4%), mentre le riduzioni meno rilevanti si registrano in Valle d’Aosta (-0,8%), Lombardia (-1,4%), e Sardegna
(-2,1%).
 
In termini assoluti la Campania (29,3 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), seguita dalla Puglia (27,3 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e dalla Calabria (25,9 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), continua ad essere la Regione con il maggior consumo di antibiotici, mentre registrano i consumi meno elevati la P.A. di Bolzano (12,3 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), la Liguria (14,7 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e il Friuli Venezia Giulia (14,8 dosi giornaliere per 1.000 abitanti).
 
I medicinali a brevetto scaduto ed equivalenti
I medicinali a brevetto scaduto costituiscono ormai quasi il 40% (38,4%) della spesa convenzionata e più della metà delle dosi giornaliere consumate ogni mille abitanti (55,3%).
Sia la spesa sia i consumi dei farmaci a brevetto scaduto sono in aumento rispetto all’anno 2011, rispettivamente del +6,4% e del +10,2%. A registrare i maggiori incrementi nell’utilizzo sono state Calabria (+13,4%) e Sardegna (+12,4%).
 
I medicinali equivalenti, i cosiddetti “generici puri”, rappresentano il 25,2% della spesa totale dei medicinali a brevetto scaduto (assistenza convenzionata), quasi il 10% della spesa totale dei farmaci e il 17,3% dei consumi totali.
 
Complessivamente le Regioni in cui si registrano i più elevati consumi di medicinali a brevetto
scaduto sono l’Umbria (57,7%), la Toscana (56,8%) e l’Emilia Romagna (56,7%), mentre l’incidenza più bassa si registra in Sardegna (51,4%), Basilicata (51,6%) e Molise (51,6%).
Tra i primi trenta principi attivi a brevetto scaduto a maggior spesa è stabile al primo posto il lansoprazolo, seguito da altri due inibitori della pompa protonica: il pantoprazolo e l'omeprazolo.
 
La spesa farmaceutica
La spesa farmaceutica nazionale totale, comprensiva dei medicinali distribuiti attraverso le farmacie pubbliche e private e di quelli acquistati e dispensati dalle strutture sanitarie pubbliche (ASL, Aziende Ospedaliere, Policlinici Universitari, ecc.), è stata pari, nei primi nove mesi del 2012, a 19,2 miliardi di euro, tre quarti dei quali rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale.
 
Nello stesso periodo la spesa farmaceutica territoriale a carico del SSN, comprensiva della spesa farmaceutica convenzionata netta e della spesa per i farmaci di fascia A erogati in distribuzione diretta e per conto, è stata pari a 9.223 milioni di euro (152,1 euro pro capite) con una riduzione pari al -6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 
Esaminando le principali componenti della spesa convenzionata (farmaci erogati dal SSN attraverso le farmacie pubbliche e private), si osserva che la causa della riduzione della spesa è la diminuzione dei prezzi (-8,5%), mentre si assiste ad un lieve spostamento della prescrizione verso categorie più costose (effetto mix:+0,7%) e ad una certa stabilità nei consumi (+0,4% in termini di dosi giornaliere).
Tra le prime trenta molecole, che rappresentano insieme oltre il 40% della spesa farmaceutica convenzionata, alle prime tre posizioni troviamo la rosuvastatina (ipercolesterolemia), il salmeterolo in associazione (malattie ostruttive respiratorie) e il lansoprazolo (malattie gastrointestinali).
 
La spesa a carico dei cittadini, è stata pari a 5.766 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2011 (-0,9%).
All’interno di questa voce rientrano la spesa per compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il farmaco acquistato dal cittadino e il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto), la spesa per medicinali di fascia A acquistati privatamente e per quelli di classe C.
 
Cresce la spesa diretta dei cittadini. La spesa sostenuta dai cittadini per ogni compartecipazione a loro carico (ticket regionali e differenza tra il farmaco acquistato dal cittadino e il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto), ammonta complessivamente a 1.052 milioni di euro (17 euro pro capite), raggiungendo un’incidenza sulla spesa farmaceutica convenzionata lorda del 12,1%.
Si osserva quindi un incremento, rispetto al 2011, della spesa a carico del cittadino del +7,8%, essenzialmente determinato dalla crescita della spesa per la differenza tra il farmaco acquistato dal cittadino e il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto (+13,4%), mentre risulta invariata la spesa del ticket per confezione (0,0%).
 
Nei primi nove mesi del 2012 la spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata pari a 5.796 milioni di euro (95,6 euro pro capite), in crescita del +8,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 
Le differenze regionali nella spesa convenzionata
A livello regionale si assiste ad un forte calo della spesa pro capite rispetto al 2011 in tutte le Regioni italiane, con le maggiori riduzioni nella P.A. di Bolzano (-13%), Liguria (-11,4%) e Basilicata (-11%).
 
Nel complesso persistono alcune disomogeneità nella spesa convenzionata (farmaci erogati dal SSN attraverso le farmacie pubbliche e private), dove, a fronte di una media nazionale di 142,6 euro pro capite, la Sicilia evidenzia un valore massimo di 180,5 euro pro capite, mentre all’estremo opposto si colloca la P.A. di Bolzano con il valore minimo di 97,3 euro pro capite.

01 febbraio 2013
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