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Farmindustria. “La Lombardia sia ‘tax free’ per l’industria del farmaco e del biotech”

di Adele Lapertosa

La proposta dal presidente Scaccabarozzi ieri a Monza durante un convegno sul valore del farmaco in Italia. “Questa regione è la prima per occupazione e investimenti nel settore”. Maroni: “Io sarei d’accordissimo e per la parte di competenza regionale lo faremo”

26 OTT - Investimenti diminuiti nel 2012 per la prima volta in dieci anni, e solo il 10% delle fatture, emesse nel 2013 e scadute, pagato entro 60 giorni, mentre il 67% o non è stato pagato o lo è stato dopo 120 giorni: sono questi alcuni dei segnali negativi che denuncia Farmindustria da Monza, in occasione del tour itinerante ''Produzione di Valore. L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non può perdere''.
 
Un quadro preoccupante dinanzi al quale va evidenziato, ha sottolineato in un messaggio il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, come ''negli ultimi anni troppo spesso il comparto farmaceutico è stato additato prevalentemente come una voce di costo''. Appare invece ''necessario concentrarsi - ha rilevato - sulle enormi potenzialità del settore come volano di sviluppo del sistema imprenditoriale italiano''.
 
Tuttavia, i dati registrati appaiono di segno contrario e preoccupano le imprese del farmaco. Il punto, afferma Farmindustria, è che pur essendo la spesa farmaceutica pubblica italiana inferiore, in termini procapite, del 26% rispetto a quella di altri grandi Paesi europei e da anni sotto controllo, ''dal 2007 al 2011 le imprese del farmaco hanno avuto oneri complessivi per 11 miliardi da provvedimenti nazionali dettati da esigenze di finanza pubblica''. A questa cifra si devono sommare gli effetti delle misure regionali e gli altri costi per oltre 4 miliardi previsti dalle manovre per il periodo 2012-2014.
 
Altri segnali negativi, lamenta l'associazione delle industrie del farmaco, sono l'occupazione, in calo dal 2006 di 11.500mila addetti, e gli studi clinici, diminuiti del 23% in 3 anni. Snza dimenticare il tetto alla spesa farmaceutica, nato “già sforato – rileva Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria - perché è stato tenuto basso apposta. Quest'anno come aziende abbiamo ricevuto dallo Stato, un budget più basso del 20% del fatturato dell'anno scorso. Ciò vuol dire che già il 20%, rispetto a quello dell'anno scorso, va restituito. Come fa un'impresa a sopravvivere?''. Se i numeri annunciati sono questi e le cose non cambiano, continua Scaccabarozzi, “ci sono aziende che nelle previsioni di budget dovranno arrivare a ripianare tra i 40 e i 60 milioni di euro''. Eppure, rilevano gli industriali del farmaco, ''senza di noi, la produttività totale del Paese diminuirebbe del 3% e il risultato degli ultimi 5 anni sarebbe ulteriormente peggiorato. Il settore farmaceutico rappresenta un'eccellenza, su cui puntare per ripartire''.
 
Di fronte a tutto questo, è la richiesta di Farmindustria, sono più che mai necessarie ''scelte urgenti per rendere più attrattivo il Sistema Paese'', come ''l'introduzione della compensazione dei debiti per forniture di farmaci con le somme dovute dalle imprese alle Regioni e il rafforzamento della partnership pubblico-privato nella ricerca e sviluppo''.
 
Tra le altre proposte di cui si è parlato durante l'incontro, c'è stata anche quella di fare una no tax area nella Lombardia, prima regione farmaceutica e biotech in Italia, e prima in ricerca e sviluppo per numero di occupati (2.825, circa il 50% degli addetti totali) e investimenti (400 milioni di euro, il 33% del totale). ''Sarebbe una proposta per noi molto gradita – sottolinea Scaccabarozzi - perché oltre la metà degli investimenti è qui. E' la Regione che deve assumersi la leadership - spiega -per trainare l'economia e il settore''. Ma più di tutto, gli imprenditori del farmaco ''gradirebbero che il loro settore non venisse penalizzato. Al di là di ulteriori risorse, ora difficili da avere visto il momento di crisi - conclude - vorremmo fare il nostro lavoro senza altre penalizzazioni”.
 
Un grido di dolore raccolto dal presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, che si è detto più che favorevole all'idea di fare della sua regione un'area tax free, “se ci fosse il sistema in Italia per attribuire alle regioni il gettito fiscale. Per la parte di competenza delle regioni - continua – la Lombardia sta procedendo. Con una delibera votata due settimane fa si è deciso, per la prima volta, di azzerare l'Irap alle start up innovative dei giovani''. Maroni ha infine concluso garantendo ''al mondo delle imprese il mio impegno, e accolgo il vostro invito a stare attenti, adesso che inizia il negoziato del Patto per la salute, che si apre mercoledì. Noi saremo battaglieri su questo - annuncia - e non ci faremo mettere i piedi in testa da nessuno. Però vorrei, prima di mercoledì, avere un incontro per raccogliere suggerimenti e consigli che riguardano il vostro settore, in particolare in Lombardia, per andare a Roma con le idee più chiare, che già sono chiare, per garantire il totale sostegno al vostro settore. Vogliamo evitare di essere danneggiati”.
 
Adele Lapertosa

26 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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