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Infezioni oculari. Due Stati dell'India bloccano Avastin

di Marco Landucci

Quindici pazienti in trattamento con bevacizumab dopo un intervento di chirurgia oculistica hanno riportato gonfiore e dolore agli occhi. Due Stati indiani ne hanno bloccato la distribuzione. La vicenda ricorda quanto accaduto all’ospedale Careggi di Firenze nell’ottobre dello scorso anno.

20 GEN - Due Stati dell’India hanno fermato le vendite del farmaco oncologico bevacizumab (Avastin) dopo che 15 pazienti in trattamento per una patologia oculare hanno riportato gonfiore e dolore agli occhi. Questi pazienti, tutti ricoverati presso il Nagri Municipal Eye Hospital di Ahmedabad, sono stati sottoposti a intervento chirurgico oculistico nella scorsa settimana. Al termine hanno riportato gonfiore e dolore agli occhi dopo la somministrazione di bevacizumab. Sei pazienti sono ancora in ospedale.

La struttura sanitaria indiana ha somministrato il farmaco a 7 mila pazienti negli ultimi dieci anni, ma ora ne ha bloccato l’uso. Bevacizumab è frequentamente usato dai medici per il trattamento la degenerazione maculare legata all’età, una delle maggiori cause di perdita della vista - sebbene non sia stato approvato dall’Fda per questa indicazione - sulla base di alcuni studi che hanno mostrato una correlazione positiva tra iniezioni intraoculari di bevacizumab e contenimento della perdita della vista.

Roche India ha affermato che l’azienda non promuove l’uso del farmaco per trattamenti per i quali non è approvato ed ha iniziato un audit interno.
In Gujarat, uno Stato dell’ovest dell’India, le autorità hanno emanato una direttiva per i distributori locali affinché richiamino un lotto del farmaco distribuito ai pazienti la scorsa settimana. Dopo l’allerta di Gujarat, anche lo Stato di Telangana ha ordinato il blocco di tutti i lotti di bevacizumab.
 
In una nota Roche ha dichiarato che un uso di bevacizumab per la degenerazione maculare “supporta il rischio di contaminazione e ha provocato serie infezioni batteriche oculari in alcuni paesi. L’azienda assicura una cooperazione completa per ogni attività di indagine prese dalle autorità”. La vicenda indiana ricorda quella verificatasi all’ospedale Careggi nell’ottobre dello scorso anno, quando i vertici del nosocomio fiorentino avevano deciso di sospendere precauzionalmente la somministrazione di Avastin dopo che cinque pazienti avevano contratto un’infezione agli occhi dovuta a una contaminazione del farmaco durante la fase di “sporzionamento”. 
 
Marco Landucci 

20 gennaio 2016
© Riproduzione riservata

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