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Malati psichiatrici: 9 su 10 vivono in difficoltà economiche


È quanto emerge da un progetto di sorveglianza epidemiologica dell’Istituto superiore di sanità. Nell’ultimo anno 343 nuove diagnosi, ma tra la comparsa dei primi sintomi e l’accesso ai servizi si registra un ritardo di almeno 4 anni per la metà dei pazienti.

08 APR - L’Istituto Superiore di Sanità ha tracciato questa mattina un primo profilo dei pazienti con disturbi mentali gravi giunti per la prima volta all’osservazione di una rete di 22 Centri di Salute Mentale (CSM) collaboranti al progetto SEME (Sorveglianza Epidemiologica integrata in Salute Mentale).
Dai dati emerge il ritratto delle persone affette da malattie psichiatriche assistite presso i centri di salute mentale: il 48% dei pazienti individuati ha un grado di istruzione basso, il 47% vive con la famiglia di origine, il 40% è disoccupato mentre solo il 29% ha un’occupazione. Inoltre, l’87% vive in difficoltà economiche moderatamente gravi o gravi.
L’età mediana è di 37 anni e sono in lieve maggioranza donne (il 54%). I single sono il 58%.
Nel corso del primo anno di sorveglianza i CSM della rete, hanno segnalato via web al centro di coordinamento dell’ISS, 343 nuove diagnosi di cui il 42% riguardano disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo schizoaffettivo, disturbo delirante), il 30% disturbi bipolari, il 19% episodi depressivi maggiori con sintomi psicotici o con recente anamnesi di tentato suicidio, e il 9% anoressie nervose.
“Il dato più rilevante da un punto di vista di salute pubblica – ha commentato Antonella Gigantesco, coordinatore del Reparto Salute Mentale dell’ISS - è il riscontro di una latenza molto lunga (mediana: 4 anni), tra la comparsa dei primi sintomi dei disturbi e la presa in carico dei pazienti da parte dei servizi di salute mentale pubblici. Una presa in carico precoce dei disturbi mentali gravi potrebbe con buona probabilità migliorare la prognosi e l’adattamento sociale”.
SEME è il primo progetto ad aver sperimentato un sistema informativo che potrà consentire di monitorare nel tempo i casi di specifici disturbi mentali gravi di particolare rilevanza che riguardano pazienti che si rivolgono per la prima volta a una rete sentinella di CSM.
“È la prima volta che le informazioni relative ai pazienti affetti da disturbi gravi che giungono all’osservazione di una rete di servizi, sono raccolte con una procedura diagnostica standardizzata e riguardano inoltre molti aspetti della storia del paziente, relativi ad esempio alla storia clinica, alla comparsa dei primi sintomi del disturbo e alla fonte di invio ai servizi di salute mentale”, ha concluso Gigantesco.
La disponibilità di questi dati potrebbe ora permettere agli amministratori e ai servizi di prendere decisioni informate per rispondere più puntualmente ai bisogni di salute della popolazione e migliorare la qualità delle cure.
 

08 aprile 2011
© Riproduzione riservata

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