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Scoperta la causa di una misteriosa sindrome frustrante e disabilitante

di Maria Rita Montebelli

I ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases americano hanno individuato una nuova sindrome caratterizzata da sintomi quali vertigini, prurito, flushing, diarrea, dolore cronico e legata alla presenza di multiple copie del gene della alfa-triptasi, che causa elevate concentrazioni di triptasi plasmatiche. Un sollievo per le centinaia di pazienti affetti da questa sindrome debilitante, spesso liquidati dal medico come malati immaginari

19 OTT - Vertigini, senso di testa vuota, arrossamenti improvvisi del viso, prurito, disturbi gastrointestinali, dolore cronico, problemi alle ossa e alle articolazioni. Sono alcuni dei sintomi di una sindrome tanto evanescente, quanto debilitante perché difficile da trattare e che colpisce tante persone.
Una sindrome senza nome e fino a ieri senza una causa riconosciuta. Finché un gruppo di scienziati del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) dei NIH americani hanno scoperto che alcuni di quelli che presentano questi sintomi, hanno elevate concentrazioni ematiche di triptasi, una proteina spesso associata a reazioni allergiche. Questi pazienti presentano numerose copie del gene dell’alfa triptasi che codificano elevate quantità di questa proteina, contribuendo in questo modo alla comparsa del corteo sintomatologico. Ad essere interessato da queste elevate concentrazioni di alfa-triptasi sarebbe il 4-6% della popolazione generale, ma non tutti sono sintomatici.
 
“Questo lavoro – sostiene Anthony S. Fauci, direttore del NIAID – suggerisce che le multiple copie del gene dell’afa-triptasi potrebbero provocare problemi di salute che interessano un numero non indifferente di persone. Individuare la causa genetica dell’elevazione della triptasi aprirebbe al porta a strategie per la diagnosi e il trattamento dei portatori di questa alterazione genetica”.
 
In precedenza gli stessi ricercatori dei NIH avevano osservato che l’associazione di una serie di sintomi debilitanti quali orticaria, sindrome dell’intestino irritabile e articolazioni eccessivamente flessibili ricorre in alcune famiglie e si associa ad un’elevazione delle triptasi. Molti di questi soggetti riferiscono anche sintomi compatibili con disturbi neuroautonomici (disautonomia) come la sindrome da tachicardia ortostatica posturale, caratterizzata da vertigini, senso di svenimento e tachicardia, che compaiono nel mettersi in piedi.
 
Lo studio, appena pubblicato su Nature Genetics, descrive anche il nuovo test di laboratorio messo a punto dai ricercatori americani per misurare l’elevato numero di copie del gene della alfa-triptasi presente in questi soggetti. Sono state studiate 35 famiglie, sottoponendo a questo test 96 soggetti affetti da questa sindrome e 41 sani. Tutti i pazienti sintomatici presentavano copie multiple del gene della alfa triptasi. Maggiore il numero delle copie del gene inoltre, più alti risultavano i livelli di triptasi prodotti dalle cellule immunitarie. Prevedibilmente, i pazienti con le maggiori concentrazioni plasmatiche di questa proteina, erano quelli con la sintomatologia più accentuata.
 
“Queste famiglie sono andate avanti per anni senza ricevere una diagnosi o addirittura sentendosi dire che il disturbo era solo immaginario. Questi risultati non solo forniscono una spiegazione genetica a questo insieme di sintomi, ma suggeriscono anche un potenziale approccio terapeutico. “Se trovassimo il modo di bloccare la alfa-triptasi – afferma Joshua Milner, direttore della Sezione Genetica e Patogenesi delle Allergie presso il Laboratory of Allergic Diseases del NIAID – riusciremmo ad alleviare la totalità o almeno una parte dei sintomi correlati agli elevati livelli di triptasi.”
 
I ricercatori americani sono quindi andati a studiare queste alterazioni genetiche a livello di popolazione generale, utilizzando un gruppo di pazienti dell’NIH dei quali era disponibile il sequenziamento del DNA e un gruppo di volontari sani dello studio ClinSeq, per un totale di 172 persone. In questo modo è stato possibile appurare che tutti i soggetti con elevati livelli di triptasi, presentavano copie multiple del gene della triptasi. Molte delle persone con un duplicato del gene riferivano inoltre sintomi simili a quelli osservati nei pazienti selezionati per lo studio iniziale, quali sindrome dell’intestino irritabile, arrossamento improvviso del volto, prurito.
 
Saranno necessari ulteriori studi per capire come gli elevati livelli di triptasi contribuiscano a questo insieme di sintomi e comunque non è ancora disponibile un test commerciale che consenta di rilevare facilmente la presenza di copie aggiuntive del gene della alfa-triptasi e dunque di identificare i portatori di questa alterazione genetica. Un altro filone di ricerca da sviluppare in futuro riguarda le possibili strategie da mettere in campo per bloccare la alfa-triptasi, i cui elevati livelli sembrano responsabili della sintomatologia riferita da questi pazienti.
 
Maria Rita Montebelli

19 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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