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Infezioni. Nuovo ceppo di microbatterio aggredisce pazienti ricoverati con fibrosi cistica

di Anne Harding

Recenti evidenze, confermate da un nuovo studio pubblicato su Science, mostrano che la trasmissione rapida e globale, da persona a persona, di un nuovo ceppo di micobatterio non tubercolare (NTM) più virulento, il Mycobacterium abscessus, infetterebbe soprattutto i pazienti affetti da fibrosi cistica (FC) ricoverati nei centri ospedalieri dedicati.

25 NOV - (Reuters Health) – Recenti evidenze, confermate da un nuovo studio pubblicato su Science, mostrano che la trasmissione rapida e globale, da persona a persona, di un nuovo ceppo di micobatterio non tubercolare (NTM) più virulento, il Mycobacterium abscessus, infetterebbe soprattutto i pazienti affetti da fibrosi cistica (FC) ricoverati nei centri ospedalieri dedicati.
 
Il Mycobacterium abscessus provoca un’infezione polmonare cronica difficile da trattare nei pazienti con FC, l’infezione accelera il declino della funzione polmonare, ed è una controindicazione al trapianto polmonare in alcuni centri specialistici per FC. In studi precedenti si riteneva che il contagio da M.abscessus potesse essere ambientale, per esempio attraverso l’esposizione al terreno o ad acque contaminate, ma nuove evidenze suggeriscono che il germe può ora diffondersi da persona a persona e che i germi si presentano in cluster isolati.

Lo studio
Con queste premesse R. Andres Floto e colleghi dell’Università di Cambridge nel Regno Unito hanno condotto un nuovo studio analizzando i genomi di 1.080 cluster isolati di micobatterio, provenienti da 517 pazienti con FC afferenti ad ospedali e laboratori del Regno Unito, Stati Uniti, Europa e Australia. Va ricordato che gli studi di laboratorio e su animali hanno dimostrato che i cluster isolati hanno un maggiore potenziale patogenetico rispetto ai controlli non raggruppati in un cluster. In questo nuovo studio: “Circa il 75% di tutti i pazienti con infezioni da M. abscessusche abbiamo analizzato mostrava dei cluster geneticamente correlati piuttosto che batteri isolati geneticamente distinti, il che potrebbe indicare, in realtà, che la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da fibrosi cistica vengono infettati da questi cloni trasmessi e circolanti a livello globale”, ha precisato Floto.
 
Tuttavia, nonostante l’evidenza suggerisca che i cloni in circolazione erano emersi di recente, i ricercatori non hanno potuto determinare il modo in cui si era diffusa a livello globale. E non hanno trovato alcuna prova che i pazienti o le apparecchiature utilizzate per le cure fossero condivise nei centri per la FC. “Non abbiamo alcun dato generalizzabile in proposito”, ha detto Floto.
 
“Quello che abbiamo di sicuro è che la trasmissione tra i vari paesi e continenti sia avvenuta recentemente”.In precedenti lavori, Floto e i suoi colleghi hanno identificato 11 pazienti con cluster isolati di M. abscessus identici o quasi identici a quelli evidenziati nel proprio centro, e l’analisi condotta tramite i social-network ha suggerito che le infezioni si erano diffuse tramite trasmissione indiretta tra i pazienti. Inoltre, l’analisi di un altro focolaio di M. abscessus isolato a Seattle ha mostrato risultati simili.

Le conseguenze dello studio
Alla luce di queste evidenze il centro dedicato alla CF dove lavorano Floto e colleghi ha adottato nuove misure di controllo delle infezioni. Secondo Floto sono necessari approfondimenti sulla questione della trasmissione intra e inter-ospedaliera del M. abscessus in modo da offrire a questi pazienti una maggiore sicurezza durante i ricoveri. Il riconoscimento precoce dei pazienti infettati con M. abscessus ceppi all’interno di questi cluster trasmissibili potrebbe aiutare a prevenire la diffusione ad altri pazienti.

Fonte: Science 2016

Anne Harding

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

25 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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