Bevacizumab, via libera del CHMP al trattamento per il carcinoma ovarico
Al farmaco, uno degli antiangiogenici più utilizzati, si ricorre anche per altre forme tumorali in stato avanzato e ha dimostrato da tempo la sua efficacia in termini di sopravvivenza dei pazienti. L’approvazione del Comitato UE per i medicinali per uso umano, riguarda la combinazione di bevacizumab e chemioterapia standard (carboplatino e paclitaxel) per il trattamento di prima linea delle donne affette da carcinoma ovarico in stadio avanzato.
04 OTT - È uno dei farmaci antiangiogenici maggiormente utilizzati e disponibile per il trattamento dei pazienti affetti da forme di tumore in stadio avanzato: bevacizumab già nel 2004 era stato approvato negli USA per il carcinoma del colon-retto in stadio avanzato. Poi la sua efficacia, soprattutto per quanto riguarda i benefici dimostrati in termini di sopravvivenza del paziente, è stata dimostrata per altre forme neoplastiche: è infatti approvato negli USA e in Europa anche per il trattamento di stadi avanzati del carcinoma della mammella, nel tumore non a piccole cellule del polmone e nel tumore del rene avanzato. Ed è disponibile negli USA e in altri 32 Paesi per il trattamento del glioblastoma (un tipo di tumore cerebrale).
Oggi il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Ema ha dato parere positivo a favore della combinazione di bevacizumab e chemioterapia standard (carboplatino e paclitaxel) per il trattamento di prima linea delle donne affette da carcinoma ovarico in stadio avanzato.
Il CHMP, in particolare, si è pronunciato a favore dell'uso di bevacizumab in combinazione con carboplatino e paclitaxel per il trattamento di prima linea dei carcinomi ovarico epiteliale, peritoneale primario o tubarico in stadio avanzato (stadi FIGO IIIB, IIIC e IV). Bevacizumab viene somministrato per sei cicli di trattamento, seguiti dall'uso continuato in monoterapia fino a progressione della malattia o per un massimo di 15 mesi. La dose raccomandata di bevacizumab è di 15 mg/kg di peso corporeo somministrati una volta ogni tre settimane come infusione endovenosa. L’approvazione finale della Commissione Europea è prevista per la fine di quest’anno.
Come viene ricordato nella nota della Roche che annunci il via libera del CHMP, il carcinoma ovarico è il tumore ginecologico a più elevata mortalità: ogni anno, nel mondo, circa 140.000 donne muoiono a causa di questa malattia. In un contesto dove, negli ultimi dieci anni, sono stati compiuti scarsi progressi, gli studi di fase III GOG 0218 e ICON7 hanno dimostrato che le donne sottoposte al trattamento con bevacizumab in combinazione a chemioterapia, seguito da bevacizumab in monoterapia, sono vissute significativamente più a lungo senza peggioramento della malattia (sopravvivenza libera da progressione) rispetto alle pazienti sottoposte alla sola chemioterapia.
“Il parere positivo del CHMP rappresenta una notizia straordinaria per le donne affette da carcinoma ovarico in stadio avanzato, che hanno bisogno di opzioni terapeutiche efficaci", ha affermato Hal Barron, Chief Medical Officer e Head Global Product Development di Roche. “L'approvazione di bevacizumab rappresenterà un’innovazione fondamentale in questa patologia, per la quale, in più di un decennio, si sono registrati pochi progressi terapeutici”.
04 ottobre 2011
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